Di Adriano Falanga
E così l’Acse smise di funzionare, o meglio, funziona a singhiozzo. “Si stava meglio quando si stava peggio”. L’antico detto, tipico delle vecchie generazioni oramai passate a miglior vita, torna attuale a Scafati. Che la città abbia da tempo una serie di problemi connessi al suo tessuto urbano e sociale è tristemente noto, ma con il pensionamento della classe politica, “sciolta” per presunti legami con la criminalità organizzata, si assiste ad un’impennata di queste problematiche. Compaiono come funghi mini discariche in ogni dove, anche in quelli di interessi storico o in pieno centro. La raccolta quotidiana stranamente sembra interrompersi e funzionare a singhiozzo. E così a via Domenico Catalano, via Alcide De Gasperi, via Poggiomarino, via Zara, via Capone, zona San Pietro (solo per citarne alcune) si assiste alla “paranza del sacchetto”. I rifiuti conferiti la sera prima non vengono ritirati il giorno dopo e con la bella stagione alle porte rischia di diventare un problema non solo estetico, ma anche sanitario. E’ diventata una lunga discarica via Pasquale Vitiello, importante crocevia per chi vuole raggiungere Castellammare di Stabia o Pompei. Ma soprattutto è la strada che costeggia lo storico plesso del Polverificio Borbonico, oramai abbandonato al suo destino. Il degrado che diverse associazioni denunciano al suo interno, è chiaramente visibile anche fuori. Decine di metri di rifiuti, di erba incolta, di carcasse di animali morti. E addio coscienza civica, da queste parti una storica garitta di vedetta al plesso voluto da Ferdinando II di Borbone è usata come zona di discarica.
Non si capisce il perché il servizio fornito dall’Acse stia registrando problemi. Probabilmente sarà colpa del sottorganico, ma impossibile non notare l’incuria in cui sta finendo la città. I “cafoni” sembrano aver preso il sopravvento e ad ogni ora del giorno, in qualsiasi luogo, è possibile rilevare cumuli di rifiuti che l’Acse non ritira puntualmente, o in certi casi, non ritira per nulla. Tutto questo alle porte dell’approvazione delle tariffe della Tari 2017 non giova di certo. Ma non solo rifiuti, anche il verde cittadino è in sofferenza, e dai giardini comunali alla Villa, passando per le piante di via Martiri D’Ungheria, via De Gasperi, via Nazionale ma anche i diversi cavalcavia, sono in preda alla crescita dell’erba selvatica che le infesta. Oltre ai rifiuti e all’erbaccia anche la segnaletica orizzontale è oramai sbiadita e da rifare. A Scafati l’unica segnaletica ben evidente è solo quella blu che rimarca la sosta a pagamento, dove addirittura i numeri degli stalli sono stati stampati a caldo sia sul manto stradale che sui marciapiedi rifatti da qualche anno dalla vecchia amministrazione. E poi c’è la sosta selvaggia, e poi c’è l’esposizione incontrollata e abusiva di merce da parte dei commercianti. Insomma, a Scafati non occorre solo rifondare la classe politica, ma anche una sana coscienza civica dei suoi residenti.
RETE FOGNARIA, E’ IL CAOS
Scafati è tristemente nota anche per l’intensità del suo traffico veicolare, e in questi mesi il fenomeno è diventato letteralmente insopportabile non solo per la densità del flusso veicolare in ora di punta, ma anche per i disservizi generati dai lavori per la realizzazione della nuova rete fognaria. Certamente un’opera tanto attesa e indispensabile, ma a quanto pare, male pianificata. La città è un cantiere aperto, e al momento risultano tre aree chiuse al traffico, o aperte solo parzialmente. Arterie importanti, quali via Domenico Catalano, via Tricino, via Aquino sono interessate contemporaneamente dai cantieri della rete fognaria, lavori gestiti dalla Regione Campania per mezzo dell’Arcadis. L’assenza di un idoneo cronoprogramma che tenesse conto anche della viabilità cittadina ha mandato in tilt tutta l’area scafatese interessata dai lavori. E il traffico chiaramente finisce con l’inasprirsi anche nel resto del paese. Non solo disagi sulla viabilità, ma anche un precario e mediocre riassetto del manto stradale che ha mandato in fumo i lavori di riqualificazione del Piu Europa, fatti dall’amministrazione Aliberti in tutte e tre le strade. Tempi difficili, per una città che a tratti sembra letteralmente impazzire. Il ripristino dei luoghi è chiaramente scadente, e diventa pericoloso per i residenti attraversare queste strade. Ma a fare la loro parte sono anche i mezzi pesanti, che in poche settimane sono sprofondati nei canali parzialmente coperti solo da materiale di risulta e qualche centimetro di asfalto. Le due foto raccontano di due tir incastrati in via Aquino e via Tricino. Costa amaro agli scafatesi la nuova rete fognaria, ancora di più la mediocre gestione con cui viene portata avanti.