di Andrea Pellegrino
Codici Cer, affidamento a Salerno Pulita e, naturalmente, occhi aperti sulla gestione della Daneco Impianti. Sono questi gli elementi su cui la Procura di Salerno, con l’ausilio della Guardia di Finanza, sta lavorando rispetto all’inchiesta sul compostaggio di Salerno. L’indagine prosegue con l’Anac di Raffaele Cantone – che ha acceso i riflettori sull’impianto di Salerno – che attende riscontri rispetto alle relazioni che ha inviato alla Procura di Salerno ed alla Corte dei Conti. Le carte sono tutte al vaglio del pm Silvio Marco Guarriello che ha provveduto, nelle settimane scorse, ad acquisire i documenti relativi alla complessa vicenda dell’impianto di compostaggio di Salerno. L’elemento portante e principale, riguarderebbe l’errata classificazione dei rifiuti in entrata presso il sito di stoccaggio. Errata classificazione che potrebbe essere stata reiterata anche con l’ingresso nella gestione della società Salerno Pulita, dopo la revoca dell’Aia – ad ottobre – da parte della Regione Campania alla Daneco Impianti. Già l’Anac segnalava: «Un rifiuto organico che presenti elevate impurità (così come accadeva a Salerno, ndr) dovrebbe essere classificato con un diverso codice. Dalla relazione ispettiva emergerebbe che, nonostante la consapevolezza della composizione del rifiuto, non sia state eseguite dal Comune, o meglio dalla ditta del Comune che si occupa della raccolta dei rifiuti urbani, prove di caratterizzazione dei rifiuti». L’errata classificazione «porta – secondo sempre l’anticorruzione – implicazioni di carattere penale», come il traffico illecito di rifiuti. E su ciò non si escluderebbero responsabilità anche della Salerno Pulita, finita nella relazione degli ispettori dell’Anac. Ed è la stessa società a cui il Comune ha affidato la gestione dell’impianto, dopo la risoluzione contrattuale con la Daneco Impianti. Nei giorni scorsi i finanzieri hanno bussato anche alle porte della municipalizzata. A dicembre l’affidamento era finito in una denuncia presentata all’Anac e alla Procura di Salerno, dall’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano. Al momento, inoltre, non ci sarebbe stata ancora la voltura dell’Aia dal Comune di Salerno alla Salerno Pulita. A quanto pare si valutano i requisiti in possesso alla società municipalizzata che si occupa sostanzialmente della raccolta dei rifiuti urbani, già contestata dal gruppo ispettivo inviato dall’ex pm Cantone: «Sarebbe opportuno – scrivevano – approfondire le motivazioni delle criticità della raccolta differenziata effettuata dalla società in house, nonché le motivazioni per cui, non pare essersi proceduto ad avviare una azione mirante a far assumere comportamenti più efficaci nella separazione e raccolta della frazione organica, al fine di elevarne la qualità e la purezza». Ma gli occhi della Procura sono rivolti anche alla Daneco Impianti, ed in particolare al trasferimento di rifiuti che fuoriuscivano dall’impianto di Salerno nella discarica di Pianopoli in Calabria, gestita dalla stessa società. Non si escludono, dunque, prossimi sviluppi sull’inchiesta.