di Pina Ferro
“Eugenio Tura de Marco continuava a farmi avancese”. E’ quanto ha ribadito ieri mattina, Luca Gentile, al sostituto procuratore Elena Guarino nel corso dell’interrogatorio chiesto dai legali del 22enne, Enrico Lizza e Luigi Gassani. A corredo della richiesta di sentire Gentile, i legali hanno anche presentato una memoria difensiva al magistrato. Ieri, nel carcere di Fuorni, dove Gentile è detenuto, il giovane ha raccontato al magistrato di le volte che il suocero Eugenio Tura de Marco gli ha chiaramente fatto capire le sue intenzioni e la simpatia che provava. Il suocero voleva qualcosa di più da quel ragazzo che abitava nel palazzo di fronte nel rione Fornelle, lo stesso dove si è consumato l’omicidio. Nella memoria difensiva presentato al sostituto procuratore Elena Guarino viene evidenziato che L’orientamento sessuale della vittima era noto ai suoi stessi familiari.E, che la stessa figlia Daniela, sentita dagli investigatori subito dopo la scoperta del cadavere avrebbe riferito di sapere con certezza che il padre aveva tendenze omosessuali, preferenze che sarebbero state confermate dalla madre quando si separò dal marito. Inoltre, nella memoria difensiva viene fatto riferimento a tutti gli uomin, o giovani uomini, che avevano stretto una particolare amicizia con Eugenio Tura de Marco: “La figlia Daniela sapeva che il padre aveva un’amicizia con tale Vincenzo che a volte andava a dormire a casa sua, e che una volta li trovò chiusi a chiave in una stanza dove poi vide dei capelli neri sul letto disfatto”. Poi, arrivò Roberto e il perizoma leopardato rinvenuto da Daniela in un cassetto. Pare anche che la vittima era solito recarsi in un locale sulla litoranea di Salerno abitualmente frequentato da omosessuali. Ribabito che che spesso la l’abitazione delle Fornelle “era un viavai di giovani maschi”.
Luca Gentile, ieri mattina, così come riportato anche nella memoria presentata, di essere stato sessualmente oltraggiato quella maledetta sera del
19 febbraio quando affondò la lama nel fianco del suocero. Luca ha sempre detto di averlo fatto per difendersi dalle continue molestie sessuali di Eugenio Tura de Marco. Quest’ultimo la sera precedente all’omicidio avrebbe invitato Luca Gentile a trascorrere la notte da lui dopo essere stati a cena dalla figlia Serena. Il disappunto del giovane sono documentati nel inoltrato alla fidanzata
Daniela poco dopo la mezza notte <<Mi sò bisticciato con tuo padre xché voleva che dovevo andare a dormire a casa con lui e io non mi
trov e se mis a fa ò pazz non la dare retta….. Comunque mò mi sn bisticciat è finita qua mè fatt saglj à frev>>. Tura in più occasioni aveva chiesto al giovane di lasciare la figlia Daniela proponendosi. Per tali motivi i legali sottolineano che quanto accaduto
sera del 19 febbraio è riconducibile ll’alterazione emotiva dell’indagato in rapporto di immediatezza con la bramosia sessuale del Tura aggravata da ebbrezza alcolica.
A tal fine è stato chiesto che venga verificato il materiale organico rinvenuto sotto le unghie della vittima e che lo stesso venga comparato con il dna di Luca Gentile. Gli avvocati del 22enne hanno sempre sostenuto che il loro assistito si è difeso dalle molestie del suocero che addirittura lo aveva bloccato. Durante il tentativo di liberarsi Eugenio Tura De Marco avrebbe ferito con le unghie il volto del genero, all’altezza dello zigomo. Ora nei prossimi giorni vi sarà l’avviso di conclusione indagini da parte del magistrato.