Lo show sarebbe dei migliori se non fosse quello del presidente della Regione Campania. Hotel Ramada, incontro con i sindaci. Nel pubblico c’è chi registra e passa tutto al Fatto Quotidiano che ieri mattina ha pubblicato quanto accaduto per poi, nel pomeriggio, rafforzare quanto scritto con una traccia audio sul sito del giornale. Vincenzo De Luca vuole stravincere e con questo chiama a raccolta tutti. «Coinvolgere tutti» la parola d’ordine. Costi quel che costi. «Venti giorni di tempo per fare la battaglia, stiamo cercando di parlare a tutte le persone che tengono a questo referendum, perché ci giochiamo l’Italia. Non tutti hanno capito che se le cose vanno male: il 4 avremo un tale sconvolgimento politico che sarà imprevedibile capire il punto politico in questo Paese. Dal mio punto di vista (qui non ci sono giornalisti parliamo in maniera libera) mi interessa che rimanga unita la Campania al di là delle bandiere di partito e lo dico a tutti voi amministratori».
L’asse con Renzi
«In questo momento abbiamo un’inter- locuzione con il Governo che è privilegiata. Poi vi piace Renzi o no, non me ne fotte proprio niente; poi come lo chiamo io il “mangiaribollita” eccetera. Qui non abbiamo mai avuto la possibilità di avere niente, perché quando andiamo a fare le conferenze Stato-Regioni della Campania e del Sud se ne fottono. Per- ché quando andiamo a fare il riparto del fondo sanitario, sono d’accordo gli emiliani e i lombardi, la destra e la sinistra. Cerchiamo di tenere compatta la Campania sulla cosa fondamentale. Oggi abbiamo un altro obiettivo e raggiungiamolo se riusciamo a parlare a tutti. Io in particolare cerco di parlare anche dall’altra parte. Noi dobbiamo fare le riunioni con chi non è convinto, dobbiamo conquistare le forze. Io vi chiedo di fare uno sforzo porta a porta, sennò non ce la facciamo. Noi abbiamo fatto una chiacchierata con Renzi gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì: lui era terrorizzato per la reazione della Lega ma alla fine ce l’ha dato, nonostante la Ragioneria e De Vincenti. Abbiamo promesse di finanzia- menti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi: 2 miliardi e 700 milioni per il Patto per la Campania firmato per primi, altri 308 per Napoli, nonostante qualche squinternato. Ancora 600 milioni per Napoli. Che dobbiamo chiedere di più?. Noi abbiamo un interlocuzione che ci consente di massimizzare 14 miliardi di euro, che non servono né a Renzi né a DeLuca(che c’n fott..), servono agli amministratori dei territori. Ringrazio tutti i colleghi con spirito autoritario non c’entra con le vicende amministrative. Ci sono 5 milioni di italiani che hanno deciso come votare; 5 milioni decidono il referendum. La cosa è aperta, difficile ma aperta. Dobbiamo trovare gli argomenti per cercare di persuadere tutti. Dobbiamo spiegare che una democrazia senza meccanismi di semplificazione non funziona».
Il porta a porta
«Lezioni di “persuasione”: vi prego di far presente a tutti queste cose e alle vostre comunità. Allora non la faccio lunga, noi dobbiamo fare un lavoro organizzativo porta a porta: sono decisivi i sindaci, gli assessori regionali, i consiglieri. Per passare in Campania dobbiamo puntare ad avere il 50%+1 e per avere la maggioranza sulla metà degli elettori dovremmo avere 1 milione e 255mila voti, ma se vogliamo fare un lavoro serio dobbiamo ragionare
così. Chiedo a tutti voi di fare un lavoro porta a porta non abbiamo da fare altro. Ognuno di noi, dobbiamo dire comune per comune quanti cittadini portiamo a votare. Ognuno deve impegnare il consigliere comunale, l’amico, l’imprenditore quante persone devono votare. e dobbiamo avere nell’arco di 48 ore, Comune per Comune (se lo comunicate a Paolo Russo) numeri realistici».
Guardiamo Franco Alfieri…
«L’impegno che prende Franco Alfieri da- vanti a voi è di portare 4000 cittadini di Agropoli va buon? Dobbiamo fare lavoro più organizzato sulle imprese, ognuno con i propri dipendenti, se ognuno porta a votare la metà dei propri dipendenti. Incontri con le professioni, medici, avvocati».
Comparto della sanità: «Abbiamo due teste di sedano»
«Abbiamo cercato di spiegare a due teste di sedano che hanno la funzione di commissari in Campania che non siamo la Toscana che la sanità privata qui è il 25%, sono migliaia di lavoratori che per come ci siamo mossi in questi mesi vorrei ci fosse rispetto e possiamo permetterci a ognuno di loro di fare una riunione con i dipendenti, e parliamo di un blocco corposo e facciamo due o tre cose di queste cose per blocchi e non dispersi. Farsi l’elenco degli imprenditori amici, per cortesia fai questo lavoro però mi devi dire quanti voti porti, se non lo vuoi fare però.. Per ogni iniziativa che si fa in una città, mezz’ora prima si fa un incontro con tutti gli amministratori della zona e mettiamo sulla carta quali sono gli obiettivi. Ma utilizziamo anche le iniziative pubbliche per fare una verifica sugli obiettivi: se questa settimana ci fate avere tutti il prospetto dei voti, andremo bene. Se facciamo questo lavoro la cosa in Campania è aperta, avremo difficoltà a Napoli città ma sulla provincia possiamo giocarcela ma se facciamo questo lavoro credo che la cosa sia recuperabile. Era calcolato che dovevamo tirare un pugno nei denti (sulla proposta dei 200mila posti di lavoro). Allora se ragioniamo già sulle cose che abbiamo in campo, possibilità di nuove assunzioni nella sanità; i primi 20.000 assunti nel comparto sicurezza li avete già in programma; gli altri medici; nei tribunali sono tutti già programmati. Noi stiamo solo assemblando e presentando in maniera unitaria. Credo che la cosa sia ampiamente sostenibile. State sicuri che altrimenti i cantieri non si aprono. Ora o abbiamo noi la capacità di intercettare come speranza la vita reale dei cittadini o niente».
Un tempo era bersaniano
«Mi ricordo un’altra campagna elettorale. Invitai Bersani, tenevo la bronchite. Già è complicato fare una manifestazione con Bersani. Gli dissi: ‘Bersà stamm a sentire, non ci presentiamo parlando di crisi, cassaintegrati. Non deprimiamoli, sono imprenditori, piuttosto fai queste promesse: abolizione del ticket sanitario e paga- mento immediato dei debiti della Pubblica amministrazione’. Lui mi rispose: ‘Ma i conti?’. Sapete come finì? Propose di abbassare l’uso del contante da mille euro a 500. Poi vi meravigliate se l’hanno fatto nuovo nuovo. Ma vaffa.. Bersà». «Cerchiamo di parlare alla gente, non la facciamo lunga vi ho chiesto questo sacrificio per farvi fare questo lavoro. Mi raccomando, mettiamoci al lavoro e non perdiamo tempo col dibattito. Ognuno di voi mi mandi un fax con numeri realistici dei voti per il Sì. Fate il porta a porta e non pensate ad altro. Abbiamo il tempo di coprire dove siamo scoperti, se ci contraddistinguiamo avremo un peso politico comunque».