Oggi, nella chiesa di Santa Apollonia, serata inaugurale della V edizione di Erasmus on Stage, con il batterista salernitano, che si presenterà con Francesco Russo al pianoforte e Giuseppe D’Alessio al contrabbasso
Serata inaugurale, oggi per la V edizione di Erasmus on Stage della rassegna musicale diretta da Margherita Coraggio e ideata da Anna Bellagamba, promossa dal Conservatorio di Musica Giuseppe Martucci, in collaborazione con la Bottega San Lazzaro di Chiara Natella. Alle ore 20, nella abituale cornice della Chiesa di Santa Apollonia, sarà di scena il jazz. E’ questo il genere di musica che è l’immagine stessa dell’incrocio sonoro. Concetto chiave nella formazione dell’immagine del jazz, l’improvvisazione è al tempo stesso un feticcio ed una realtà centrale del linguaggio jazzistico, ed è termine che stimola l’immaginazione e fa pensare a sconfinati orizzonti di libertà, ad incontrollabili voli della fantasia, facendolo diventare l’emblema della musica “libera”, senza vincoli, che ha dato il titolo alla serata “E’ come…Erasmus”. La musica ci invita a viaggiare adottando una visione nel complesso meno rigida delle varie discipline, delle prassi e delle istituzioni che assieme configurano la modernità di oggi. La serata sarà affidata al veterano del progetto Erasmus, il batterista Pasquale Mandia, che si presenterà in trio con Giuseppe D’ Alessio al contrabbasso e Francesco Russo al pianoforte. Una performance, la sua, che racchiuderà tutto ciò che ha raccolto dopo le tre diverse esperienze europee in Portogallo, Danimarca, Belgio. Il progetto offre un esempio di rilevante deterritorializzazione ovvero una sublimazione degli idiomi musicali dei luoghi vissuti da Pasquale Mandia. Tuttavia, il fatto che i suoni apparentemente circolino liberi, spesso inconsapevoli delle rivendicazioni di comunità locali, linguistiche, nazionali, non significa che essi non siano altrettanto saturi di tempo storico e di intensità culturali. La scaletta prevede tutte composizioni originali, a cominciare da “My Starting Point” e “Genesi”, a cui si aggiungeranno riflessioni in musica sul difficile periodo che stiamo attraversando, come “Palmyra”, dedicato alla strage dell’attuale guerra in Siria. Il jazz, quindi, come l’unico “grande ombrello” sotto cui si può riparare la creatività dei musicisti di oggi, con la concreta possibilità di poter esprimere qualcosa di nuovo ed inedito, agli inizi di un secolo che segue un altro dove tutto sembra stato fatto. Jazz in senso lato, jazz come possibilità di contaminare e sperimentare, jazz come crocevia di scambio di culture lontane, jazz come zona franca per poter rischiare in nome del nuovo. Pasquale Mandia donerà un disegno degli spazi, ottimale così come le improvvisazioni dei singoli che ben si inseriranno nel tessuto complessivo schizzato da batteria e contrabbasso andando a realizzare un sound ricco, pieno, a tratti potente a tratti dolcemente espressivo, europeo. (o.c.)