di Andrea Pellegrino
L’informativa dell’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano alla Procura della Repubblica sulla gestione del sito di compostaggio di Salerno – oggi all’attenzione dell’Anac di Raffaele Cantone – è del 21 gennaio 2015. Nel 2012 sempre Romano, invece, informò la Procura regionale della Corte dei Conti. Considerato da sempre un “gioiello” da parte dell’allora sindaco Vincenzo De Luca – attuale governatore della Campania – a quanto pare la gestione, le spese ed i mancati introiti oggi sarebbero all’attenzione dell’Anticorruzione, in attesa di eventuali sviluppi parte degli organi di controllo penali e contabili. Nell’esposto alla Procura di Salerno, indirizzato direttamente al procuratore capo Corrado Lembo, Romano scrive: «Non si rileva quale fosse e quale sia davvero stata la relativa quota di cofinanziamento da parte del Comune di Salerno; non si rileva nessun onere per la gestione dell’impianto che il Comune di Salerno pur si era impegnato a garantire; l’acquisizione delle aree (seminario irriguo) è particolarmente elevato (circa 70 euro a mq contro i 2,5/5,0 euro di mercato); dagli atti di gara il soggetto privato che si aggiudicò la commessa (Ati costituita da Daneco impianti Srl – mandataria, Rcm costruzioni Srl – mandante, Ros Roca S.a. mandante), doveva garante la gestione provvisoria biennale per l’importo complessivo di euro 1.055.000. Tale progetto di gestione fu oggetto di valutazione ai fini dell’aggiudicazione della gara. In data 13 agosto 2013, si è appreso che a causa della cattiva qualità di rifiuto organico, il Comune di Salerno si è impegnato a contribuire con la somma di 720.000 euro annui allo smaltimento degli scarti provenienti dal processo di lavorazione dell’organico, scarti che risultano molto superiori a quanto preventivati nella fase di progettazione». Inoltre, prosegue Romano: «il personale impiegato per la gestione dell’impianto fu selezionato con una procedura del tutto arbitraria senza ricorrere all’impiego di personale dei Consorzio di Bacino di riferimento ovvero del Consorzio Salerno 2. Si evidenzia – scrive ancora l’ex assessore Romano – che nell’ATI figura la stessa società (Rcm, ndr) aggiudicataria dei lavori del costruendo complesso immobiliare Crescent in città di Salerno». Ma anomalie furono riscontrate anche da un sopralluogo del 25 luglio 2012 dalla Provincia di Salerno, così come riporta sempre Romano nella denuncia alla Corte dei Conti, «il biogas prodotto nei reattori anaerobici viene bruciato in torcia e non utilizzato, quale combustibile, nell’impianto di produzione di energia elettrica, in quanto lo stesso non è al momento funzionante, per la mancata definizione dei rapporti tra il Comune di Salerno e Enel Spa. Ciò si traduce in mancate entrate e in maggiori esborsi. Non solo: da aprile 2011 tra i rifiuti in ingresso risultano anche rifiuti codice Cer 200201 (rifiuti biodegradabili) provenienti da altri Enti e addirittura di operatori privati ai quali viene applicata una tariffa di smaltimento che si configura come una ulteriore entrata».