di Andrea Pellegrino
Salerno? “Una città che campa alla giornata”. Roberto Radetich fotografa la città attuale, da una visione privilegiata. Più volte assessore comunale a Salerno, con delega all’annona, urbanistica e finanze, è stato protagonista dell’ormai nota “svolta di Salerno”. E, a quella giunta (sindaco Giordano) è affezionato e ricorda con orgoglio e passione ciò che è stato realizzato.
Roberto Radetich, la Salerno di oggi?
“E’ un unicum rispetto alla Salerno di 25 anni fa. Le grosse scelte urbanistiche furono compiute allora, e Vincenzo De Luca ne è stato l’erede. Ma la vera impostazione ci fu allora. Anche i finanziamenti che si ebbero grazie all’intervento dell’allora Ministro Conte sono stati poi gestiti dall’attuale sindaco. Anche se…” Anche se?
“E’ una città, oggi, dalle opere ferme. Penso alla Cittadella Giudiziaria, alla Stazione Marittima, al Palazzetto dello Sport e alla Metropolitana. S’immaginano nuove opere mentre non si riescono a completare quelle già in corso, questa è una contraddizione”. Questione di soldi?
“Certamente. Facendo un po’ i conti e sommando le cifre approssimate riguardo ai debiti, si può certamente dire che non si gode di buona salute. Anzi, penso che il Comune stia andando in default”.
Quale potrebbe essere la soluzione?
“Sicuramente non quella di continuare a vendere beni e spazi pubblici”.
Parla della Centrale del Latte?
“E non solo. Di parte di Salerno Energia, nonché di strade e piazze. Sono completamente contrario. Non fosse altro che da qui a breve Salerno sarà una città spoglia di tutto, compreso di beni e servizi importanti e di aziende solide, come quella della Centrale del Latte. Per quanto riguarda la soluzione, attualmente non vedo una grossa via d’uscita ma basterebbe, che almeno si dica come stanno realmente le cose. Basterebbe che un consigliere comunale, in aula, descriva in che situazione si trovano le casse comunali. Già la consapevolezza di ciò e la precisa comunicazione alla città, penso che sia un gran bel passo”.
A proposito di Centrale del Latte, lei è un dirigente di Sel, il partito alleato con Vincenzo De Luca ma che in più occasioni si è opposto in aula consiliare ad alcune scelte
“Noi siamo nel centrosinistra, siamo in questa coalizione di governo ma ci atteniamo a ciò che è stato sottoscritto nel programma elettorale. Siamo contro alle vendita della Centrale del Latte, così come non ammettiamo più il consumo di suolo in città. Queste sono scelte che caratterizzano la nostra identità e la nostra azione politica. Ci attentiamo, in sostanza, allo slogan delle primarie “Italia – Bene comune”. Ecco appunto difendiamo i beni comuni”.
Un giudizio sul Crescent
“Il bello o il brutto sono giudizi personali. A mio avviso è orrendo e ha tanto la conformazione di una brutta speculazione edilizia. Ricordo che De Luca disse del trincerone che era un mostro. Ora gli piace il Crescent. Ecco, è tutto soggettivo. Almeno esteticamente”.
Passiamo alla Cittadella Giudiziaria, da Gaspare Russo fino a Renato Borrelli (tutti intervenuti su queste colonne) hanno difeso il primo progetto, quello che prevedeva la realizzazione dell’opera nei pressi della zona industriale
“Parla con la persona giusta. Ricordo che fui io impegnato per la stipula del finanziamento (140 miliardi di vecchie lire) presso il Ministero della Giustizia. Certo anche io sono convinto che la Cittadella Giudiziaria sarebbe dovuta sorgere nei pressi della Centrale del Latte. Il cambio di destinazione è una scelta prettamente deluchiana, probabilmente con l’avallo dell’ordine degli avvocati. A mio avviso, dunque, è una scelta completamente sbagliata che ingolfa un’area cittadina, mentre era più opportuno sfruttare una zona che avrebbe permesso la realizzazione di un vero e proprio centro direzionale”.
Si parla tanto di una Salerno turistica
“Ma dove è? Non prendiamoci in giro. Salerno può essere una città di servizi turistici, di interscambio con la Costiera Amalfitana, Cilentana e Paestum. Tutto qui. Un turista che viene a Salerno al massimo può impiegare tre ore per girare il centro storico, poi? Non vedo cosa gli rimanga da fare”.
Anche se si continuano a costruire alberghi?
“Gli hotel servono per far sostare i turisti, non fanno turismo”
Escluso il turismo, resta l’aspetto industriale o culturale
“Con la chiusura di Italcementi non abbiamo più nulla mentre si potrebbe incentivare l’impresa. Penso che sia possibile intervenire in questo settore. Basterebbe invogliare gli investimenti, semmai con una sburocratizzazione della macchina comunale, in questo settore. La nostra zona industriale può essere appetibile, anche perché, fortunatamente, non c’è l’invasione della criminalità. Questa potrebbe essere una giusta strada per caratterizzare la città che attualmente, economicamente è un’anima morta”.
Dopo De Luca?
“Ci vuole solo un martire. Una persona che non possa fare altro che decretare il fallimento economico di questo comune. Tutto qui. Che sia esso un sindaco o un commissario. Ha solo una via d’uscita: prendere atto della disastrosa condizione economica del Comune”.