Il ricordo dell’ avvocato scomparso a Roma il 22 luglio
Di Giulia Iannone
Rosanna Benvenuto nacque a Pescara il 24 febbraio 1942 da padre napoletano Giuseppe “Josè”, Ufficiale di Marina , poi partigiano scampato miracolosamente, assieme alla famiglia che lo aveva seguito a Pola, alla persecuzione titina e madre abruzzese, Rita Corsi, affascinate ed illuminata figlia minore di una nobile famiglia di Abruzzo. Trascorse una infanzia serena e spensierata negli anni del dopo guerra a Chieti nella sofisticata, raffinata atmosfera colta ed incantata della casa dei nonni Elena Babila e Silvino, sempre insieme al fratello Giorgio ed ai cugini inseparabili Elvi e Luigi. E’ questo il periodo della vita al quale ritornerà più spesso con gli occhi ed il vigore dei ricordi per superare i tanti momenti bui che la vita futura le avrebbe riservato. Nel 1960 si trasferisce con la famiglia, per motivi di carriera del padre militare, a Roma. Le scuole primarie avvengono in collegio, dalle severe suore orsoline, cui seguiranno gli studi classici presso il famoso istituto pubblico capitolino “Giulio Cesare”. Si iscrive all’Università La Sapienza di Roma, alla Facoltà di Giurisprudenza portando a termine gli studi con puntualità e serietà presentando una Tesi sulla Teoria Generale del Diritto sulle dottrine del Prof. Emilio Betti. Il suo voto finale di Laurea, 105, non ricoprendo le aspettative personali per l’eccellente e profondo lavoro svolto, la porterà per orgoglio e dignità a rifiutare la proposta di rimanere all’università come assistente della cattedra. Se ne sarebbe pentita negli anni a venire. Avrebbe voluto intraprendere la carriera “militare” come il padre ma negli anni ’60 alle donne non era concesso ambire al ruolo di ufficiale nell’arma della Marina. Così portò a compimento il sogno nutrito sin dall’infanzia, per il suo grande desiderio di Giustizia ed equità, di diventare avvocato. In quegli anni essere donna ed avvocato, in una grande città come Roma non si sarebbe rivelata una cosa facile. Parallelamente agli studi universitari, la giovane Rosanna aveva già avuto una esperienza lavorativa che le aveva garantito una piccola retribuzione : operava come centralinista della Società telefonica nella zona di Fontana di Trevi. Dopo questa piccola parentesi, divenuta avvocato, iniziò la pratica presso diversi studi ricordiamo ad esempio quello del “Maestro” stimato ed ammirato per sempre, Avv. Nino Baldini, l’importante Studio Palenca-Tabulazi. Per la sua indole generosa, sensibile, rispettosa e di grande umanità, la professione libera si prospettava “poco redditizia”: non riusciva mai in nessun caso ad ottenere alcun onorario. Così il pratico padre Giuseppe la obbligò a tentare il selettivo concorso quale avvocato di un ente pubblico : l’ INAIL. Il concorso riuscì e la giovane, intelligente e ben preparata Rosanna entra a far parte dell’Avvocatura Regionale Inail capeggiata dall’Avv. Angelucci . Vale la pena ricordare che questo ufficio reggeva ben tre regioni : Lazio, Abruzzo, Sardegna. Erano questi anni non facili per l’Italia della ricostruzione. Il nostro paese si preparava ad attraversare momenti difficili, impegnativi, intensi. Gli anni di piombo, violenze in piazza, lotta armata ed anni del terrorismo, vissuti dal nostro giovane avvocato con grande intensità, dato anche l’impegno politico e sindacale dell’astro nascente Giorgio, il fratello maggiore. Due vite così legate a filo doppio negli anni della infanzia, si erano tangibilmente separate ma sempre rincorse, intersecate, inseguite e sostenute sia pure da lontano, con Rosanna sempre nell’ombra ma sempre partecipe con l’approfondimento, l’informazione, un impegno politico e sindacale personale attivo e vivo. Il giovane avvocato ha sempre seguito attivamente anche l’evoluzione del ruolo della figura femminile che negli anni settanta rivendicava la propria emancipazione sul lavoro, nella società, con un diverso atteggiamento nella famiglia verso la modernità. La ragazza di Pescara magra scattante, dai capelli rossi chiusi in una lunga coda di cavallo aveva mille interessi: una cultura enciclopedica, amava l’arte, la musica classica, il teatro, la pittura, la scrittura, la poesia, lo sport, gli animali. Fu ella stessa scrittrice, pittrice. Dotata di una tecnica speciale in “bianco e nero” in cui si trova anche rosso, blu, giallo, raffigurava volti di figure femminili, magnifica la “Gorgona malinconica” vinta ed affranta nella sua solitudine, cavalli antropomorfizzati, paesaggi d’Abruzzo , di Romagna, scorci della sua amata Roma. Vinse numerosi premi, riconoscimenti e menzioni speciali per molte di queste opere. Ha praticato in quegli anni frequentando le strutture del Circolo Marina molti sport come Tennis e scherma. Più in lontananza alla Scuola della Farnesina l’equitazione divenendo allieva del maestro Maresciallo Aurelio Landi che seguì anche dopo a Castel di Guido. Una ammirazione speciale per il cavaliere Italiano Graziano Mancinelli. Forte coraggiosa volitiva e delicata ha condotto una vita all’insegna del “cuore”. “Esule” per amore del giovane avvocato Luigi Iannone, conosciuto a palazzo Valentini ad un convegno di avvocati, si trasferisce, sposa, nel 1978 a Salerno. Lavorerà così nella cittadina della Campania all’Inail di Via De Leo, avvocatura distrettuale fino al 2008. Simpatica, allegra, gentile, spigliata, schietta, idealista ,sincera, appassionata di cucina e cultura enogastronomica come valorizzazione ed espressione di luoghi paesi e territori, sarà conosciuta nella sua terra adottiva per la sua gentilezza, educazione, generosità, rigore coscienza morale e rettitudine sul lavoro e nella vita. “Avvocato della gente” non negava a nessuno consigli, supporto, conforto, accoglienza, ospitalità. Moglie e madre tenerissima ed esemplare. Con le due figlie Maria, oggi magistrato, ed io, la si vedeva girare sempre per la città, per l’ufficio, in estate per i corridoi e le aule del Tribunale, come la chioccia con i suoi due pulcini sotto il suo impermeabile spolverino come una ala di protezione. Amava gli umili, i semplici, gli “ultimi” i vinti, l’eroe puro ed ardimentoso che si batte sempre fino alla fine “anche quando è inutile” come Cyrano de Bergerac, come Don Chiosciotte. E’ rimasta nota a Salerno come l’avvocato che ancora in era informatica scriveva i suoi atti e le memorie difensive a penna, con la carta copiativa. Il PC “ Pasquale” e la stampante “Ninetta” erano, secondo una visione animista, due amici della stanza di ufficio, sempre piena di piante, fiori profumati, biscotti e cioccolatini nel cassetto, quadri e poster raffiguranti la sua Roma. Nel 2009 la sua vita si spezza a metà. Dopo un arresto cardiaco ed il coma durato 55 giorni, rimane sospesa tra la vita e la morte. La mente “insultata” dall’incidente vagherà come una nebulosa perdendo ad una ad una le pagine più belle della sua esistenza. Vivrà solo con gli istinti primari, sensoriali, emotivi, emozionali, con i legami del cuore che esistono in un sempre eterno perché fanno vibrare le corde e le stanze dell’anima attraverso il sentimento. Fino a venerdì 22 luglio 2016, quando stanca ed esausta nella clinica di lunga degenza “Salus, assistita fino all’ultimo dalla Caposala “Marita”, da tutti i medici, dallo staff infermieristico, dal Prof. Riccardelli, tutti gli operatori, ha compiuto l’ultimo dono coraggioso ed eroico. Ha trattenuto il tempo e “Lachesi” non negando il saluto ed il commiato a tutti i suoi cari. Per ultimo quel giorno ha smesso di battere quel cuore che sette anni prima l’aveva tradita trasgredendo ogni regola ed ogni equazione che per la sua esistenza sono stati principio di vivere. Ma la mente doveva sempre sottostare alla scelta del cuore. E così è riuscita a fare Rosanna, fino all’ultimo respiro senza energia e linfa vitale.