di Brigida Vicinanza
“Un’esperienza scioccante”. E’ questo il commento delle mamme ricoverate al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Si accendono ancora una volta i riflettori sull’ospedale salernitano, proprio dove il “mai più ultimi” doveva essere al primo posto delle priorità. “Ultimi” sicuramente secondo pazienti e accompagnatori del reparto “rosa” che dovrebbe essere quello da vivere al meglio, il più all’avanguardia. Ma spesso diventa un incubo. A partire dalla posizione. Al primo piano vi è il reparto in questione, dove si trovano le stanze delle partorienti, al sesto invece il Nido, dove le donne si recano più volte al giorno per l’allattamento. Fin qui tutto bene se non fosse che l’ascensore per salire dal primo al sesto piano è quello che comunica tutti i reparti e spesso è anche rotto, come in questi giorni: “Le mamme hanno un orario preciso per andare ad allattare, se perdono tempo ad aspettare l’ascensore che sale e scende non possono farlo più, e addirittura tre giorni fa era anche rotto”, segnala un’ospite del reparto, che voleva assistere un’amica neomamma. Che una mamma abbia subìto un taglio cesareo o abbia partorito naturalmente non importa, dovrà fare cinque piani a piedi per raggiungere all’orario stabilito il proprio bambino. E le scale non sono nemmeno ben curate: “sporche con cicche di sigaretta ovunque e anche macchie di sangue, che raramente lavano”, continua, sottolineando: “La chiusura del reparto maternità in alcuni ospedali della provincia, in più, ha portato un esubero di pazienti che si recano al Ruggi e di conseguenza i posti non ci sono, costringendo quindi medici e infermieri a mandare subito a casa le pazienti, tre giorni e via”. All’interno del reparto ora il bagno funzionante è uno solo. Con una porta che non si chiude. Quindi circa 10 stanze, per una media di 5 pazienti a stanza e un unico bagno: “La pulizia e l’igiene lasciano a desiderare, il bagno è unico, gli altri due sanitari sono fuori uso e addirittura non ci sono carta e sapone all’interno, anzi uno spazio è adibito a ripostiglio per le scope e in un altro angolo ci sono i bidoni per la differenziata. E a proposito di differenziata, un cartello dice che se si sbaglia a farla le pazienti pagheranno una multa. Ad una donna che ha appena partorito potrebbe capitare di sbagliare”, ha dichiarato una neomamma. Ma i disagi sono tanti, forse troppi, secondo le testimonianze infatti addirittura non ci sono cuscini e la carta igienica manca nel bagno. “Sono rimasta allibita, un’esperienza orribile in un momento così bello”, racconta poi una ragazza che ha accompagnato l’amica nei momenti di degenza, che ha continuato: “Non ci sono i campanelli nelle stanze per chiamare le infermiere, ma nessun parente o amico può affiancare le pazienti durante la notte, quindi come si fa ad essere soccorse in caso di problemi? Un giorno mancava anche la sedia a rotelle e la mia amica che ha avuto un parto cesareo non sapeva come fare, è dovuta salire con difficoltà a piedi per allattare il suo bambino. Davanti all’ingresso poi cani e gatti randagi, blatte e piccioni. Una situazione inverosimile”. Insomma, si continua ad essere “ultimi” e chissà quando sarà possibile scalare la classifica.