Di Adriano Falanga
“Non ho chiesto la testa di Coppola, e non ho chiesto un assessorato”, così Michele Raviotta, capogruppo del Cotucit, gruppo consiliare appena entrato in maggioranza, votando sì al Bilancio e salvando l’amministrazione Aliberti, rimasta con appena 10 consiglieri sui 15 eletti nel 2013. Più che smentire, Raviotta in realtà ridimensiona la forma, senza però variare il contenuto. Una smussatura necessaria, perché si rischia, secondo l’ex candidato sindaco, di soffiare sul fuoco già forte delle polemiche. “Noi non abbiamo chiesto niente, è stato il sindaco e la stessa maggioranza, già dal consiglio comunale, a riconoscere al Cotucit un ruolo politico determinante, riconoscendogli una rappresentanza al governo della città”. O meglio, essendo il movimento civico ex centrosinistra a tutti gli effetti gruppo politico di maggioranza, Aliberti ha preso atto della necessità di avere un loro rappresentante nell’esecutivo cittadino. Un’offerta che Raviotta e il collega Filippo Quartucci non hanno rifiutato, tanto che lo stesso capogruppo non nega di stare pensando a Sabrina Vitiello, per l’importante ruolo. “Stiamo valutando all’interno del Cotucit persone competenti, preparate e professionali. Premieremo la meritocrazia – e tra queste, spicca la figura della Vitiello – è laureata (avvocato, ndr), giovane, potrebbe entrare nella giunta come quota rosa. E’ prima non eletta in lista Cotucit”. Voci di corridoio raccontavano di un Raviotta pronto a chiedere una mozione di sfiducia nei riguardi di Pasquale Coppola, presidente del consiglio comunale. L’interessato però ridimensiona quanto accaduto nella riunione di maggioranza, specificando: “Non ho nulla contro di lui, anzi. Ho chiesto di chiarire, di capire se vi sono i margini per recuperare con lui, che ha votato contro il bilancio”.
E chi non vota il bilancio, anche se assente, come nel caso del presidente del consiglio, non può essere considerato maggioranza. “Se Coppola non rientra, è chiaro che non può fare il presidente del consiglio, ma questo è nelle cose, non lo sostengo di certo io – precisa Raviotta – a meno che non si decida di attribuire all’opposizione la figura istituzionale del capo dell’Assise. In quel caso, toccherà alla minoranza valutare e decidere il nome da presentare. A me del resto farebbe anche piacere che quel ruolo vada all’opposizione, in ottica di un maggior equilibrio istituzionale e politico”. Volendo leggere oltre il bon ton politico, non è tanto la persona di Pasquale Coppola a finire sotto la lente di ingrandimento, bensì la legittimità del suo ruolo, frutto di un equilibrio consiliare elettorale oggi mutato radicalmente. Insomma, cambiata l’orchestra, cambia anche la musica, chi sedeva in maggioranza è passato all’opposizione e viceversa, e se Coppola oggi vuole continuare ad occupare lo scranno più alto della sala consiliare, deve rilegittimarsi davanti alla nuova composizione consiliare. Questo perché, secondo il ragionamento di Raviotta, sono cambiati i 17 voti che gli permisero di diventare presidente. Per fare questo o bisogna che l’interessato si dimetta, o che su di lui ci sia una mozione di sfiducia. In questo ragionamento però rientra anche l’attuale composizione delle commissioni consiliari, e il Pd ha già chiesto la rimodulazione. E’ chiaro che mutando gli assetti consiliari, mutano di conseguenza anche gli equilibri in commissione. E di questo bisogna tenerne conto, sia per le commissioni consiliari, che per la presidenza del consiglio. Ma anche, ovviamente, nella rimodulazione della Giunta, degli organi di controllo, dei cda delle partecipate e dell’assetto dirigenziale di Palazzo Mayer. Essere in maggioranza significa anche questo. Ragion per cui l’ex assessore Raffaele Sicignano, in quota Identità Scafatese (passata all’opposizione) ha fermamente rifiutato di ritornare al suo posto.