Di Adriano Falanga
Arrivano le tariffe Tari 2016, e palazzo Mayer regala un ulteriore aumento a circa il 40% delle famiglie scafatesi. In particolare crescono di circa 30 centesimi gli euro per metro quadro mentre la quota variabile registra un calo per i nuclei familiari fino tre persone, dai quattro in poi aumentano esponenzialmente. Il calo però non serve a compensare l’aumento della quota sui metri quadri. In parole povere l’aumento non colpisce tanto i nuclei numerosi ma chi vive in case grandi, o considerate tali. Per capire, facciamo un esempio e consideriamo un appartamento medio di 100 mq. Se ad abitarlo è una sola persona la Tari 2016 sarà di 297 euro ( 319 nel 2015). Due persone in 100 mq pagheranno 413 euro (419 nel 2015). Lo stesso appartamento per tre persone pagherà 458 euro (457 nel 2015). Da qui in poi l’amara sorpresa, quattro persone in 100 mq pagheranno 533 euro (495 nel 2015), una famiglia con 6 e più componenti dai 654 euro del 2015 dovrà pagare quest’anno 715 euro. Tariffe altissime, difficilmente troveremo in tutta la Campania delle quote più alte. I nuclei familiari fino a tre persone restano sostanzialmente stabili e rappresentano circa il 60% delle famiglie scafatesi (8500 utenze) mentre il 40% è composto da 4 e più componenti (6700 utenze). Agli importi va aggiunta anche l’imposta provinciale. Previste 4 rate da pagarsi entro 30-60-90-120 giorni dalla notifica di pagamento, che avverrà non oltre il 30 giugno. Il consiglio comunale voterà queste tariffe (o potrebbe anche respingere) contestualmente al Piano Economico Finanziario (Pef) presentato dall’Acse e relativo al 2016. La partecipata scafatese che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti ha un costo tra i più alti della Provincia e costantemente in aumento. Questo costo deve essere interamente coperto dalla Tari. Dai 10,8 milioni di euro del 2015 si passa ai 11,8 del 2016. La differenziata è ferma al 50% ma comunque il ricavato è di poche centinaia di migliaia di euro, il nulla rispetto ai quasi 12 milioni di costo del servizio. Diventa quasi inutile differenziare, perché ad influire è il costo della stessa Acse, oltre ai salati interessi che il Comune paga per il ritardo con cui salda le fatture della sua partecipata e gli 800 mila euro dovuti alla Geset per la riscossione. La convenzione stipulata tra Acse ed Ente prevede il saldo delle fatture entro 30 giorni, andando oltre viene applicato un interesse dell’8%. Bell’affare davvero, considerato che nel mercato libero ma anche nella P.A è decisamente raro trovare chi paga in un lasso di tempo così breve. Vedremo venerdì sera cosa emergerà dalla discussione sull’argomento.