Di Adriano Falanga
È stranamente un consiglio comunale sotto tono, forse atipico rispetto a quanto offerto negli ultimi mesi. Si comincia già con oltre mezz’ora di ritardo, quando dai banchi della minoranza è presente solo il Pd. Tra le file della maggioranza pesano le assenze di Mimmo Casciello e Bruno Pagano (arriverà due ore dopo). Il primo, dopo aver visto sfumare il desiderio di sedere in giunta, ha assunto una posizione defilata, seppur non polemica, rispetto ai suoi colleghi. Insomma, da generale della truppa alibertiana si è auto declassato a soldato semplice. Bruno Pagano, sul punto di dichiararsi indipendente, ha deciso di darsi una seconda chance, aderendo al gruppo Identità Scafatese con Daniela Ugliano e Stefano Cirillo. È rimasto deluso chi si aspettava lo “scontro” sui temi caldi delle ultime settimane, quali l’insediamento della commissione d’accesso, le indagini dell’antimafia, le dimissioni poi respinte del comandante della Polizia Municipale, le dimissioni di Antonio Mariniello dalla guida della Scafati Sviluppo. Quasi a dimostrare come una fetta di minoranza ha a piacere più la polemica mediatica che il confronto vero e serrato in aula consiliare. Perché a pressare il sindaco di riferire sull’insediamento della commissione sono stati proprio i consiglieri di opposizione, arrivando anche a chiedere un apposito ordine del giorno. Richiesta che non ha avuto poi seguito e il sindaco ha semplicemente riferito in aula, tra assenze e scarsa attenzione, quando si è insediata la commissione e dai chi questa fosse composta. Nessun ulteriore dettaglio, anche perché sul protocollo depositato dai commissari non sembrano essere indicate motivazioni, “noi siamo sereni e sicuri del nostro operato” chiosa Aliberti. Prova ad accendere la miccia Marco Cucurachi, interpellando il prima cittadino sullo stato di salute della Scafati Sviluppo e del progetto di deindustrializzazione della Ex Copmes. “Vogliamo capire il perché delle dimissioni di Mariniello, anche a seguito della mancata copertura finanziaria come ha anche chiarito l’Anac, dopo il forte ridimensionamento del progetto, oggi in forte ritardo e dopo la revoca dell’amministratore delegato Mario Ametrano con provvedimento del’Anac – insiste Cucurachi – vogliamo capire anche perché il responsabile dell’anticorruzione Giacomo Cacchione, non ha ancora formalizzato la revoca come imposto dalla delibera di Cantone”. Aliberti replica ricordando che il progetto, seppur ridimensionato, è in dirittura d’arrivo. Il lotto C è terminato e pronto per la consegna, mentre il lotto B sarà terminato entro il 30 aprile. Sulla mancata revoca di Ametrano da parte di Cacchione chiarisce “è in atto una corrispondenza tra il dirigente e l’Anac per dei chiarimenti”. Deluso Cucurachi “sindaco non mi ha risposto sul perché il dottor Mariniello ha rassegnato le dimissioni e non mi ha chiarito la questione del finanziamento”. A seguire, il consiglio comunale approva la mozione presentata dal PD sul contrasto alla ludopatia, approvata anche l’adesione alla Stazione Unica Appaltante, che dovrebbe dare il via alla realizzazione del primo stralcio del Polo Scolastico. Infine, si nega il cambio della destinazione d’uso dell’ex liceo scientifico, cosi come chiesto dalla Provincia, che vorrebbe venderne una parte ai privati, “non saremo loro complici, che vendono scuole per farne appartamenti” spiega il primo cittadino. Si nega anche il permesso per realizzare ulteriori cinque aule presso la sede centrale di via Niglio: “operazione possibile solo con un aumento della volumetria totale ad almeno 15 mila metri quadri” spiega l’assessore all’urbanistica Nicola Acanfora.
NUOVO STATUTO PER SCAFATI SOLIDALE, ANCORA UN RINVIO
Nuovo statuto dell’Istituzione Scafati Solidale, altro rinvio dopo che una prima bozza di revisione è stata ritirata prima di essere votata in consiglio comunale, ad ottobre 2015. Una netta sforbiciata di ruoli e competenze, portata avanti dal cda dell’ente, ad oggi “sospeso” de facto dopo la revoca dell’Anac del presidente Andrea Granata. Tra i promotori Luca Celiberti. “A seguito delle ripetute e motivate sollecitazioni del collegio dei Revisori dei Conti, a quattro mani con l’ex direttore Vittorio Minneci e soprattutto con la supervisione periodica del ragioniere capo Giacomo Cacchione, il CDA ha proceduto in oltre tre mesi di lavoro a modificare, aggiornare, adeguare, correggere e migliorare lo statuto della Istituzione della Scafati Solidale” spiega Celiberti. “Lavoro resosi necessario per trasformare uno strumento nato e pensato come regolamento di una partecipata, ma poi rivelatosi errato, poiché l’istituzione di fatto partecipata non lo è mai stata – aggiunge l’ex consigliere comunale – si sono eliminate tutte le discrasie amministrative, le sovrapposizioni di ruoli tra il CDA è il Direttore. Si sono stabili i compiti e le funzioni di ognuno, cioè chi fa chi è chi fa cosa, ma soprattutto personalmente ho proceduto alla eliminazione di tutti quei paragrafi finanziari “pericolosi” e contrastanti con la realtà, come ad esempio la tenuta di un bilancio proprio, la disponibilità di acquisti in contanti e così via”. Insomma, lo snellimento dello statuto sarebbe orientato a ribadire la natura di “Istituzione” dell’ente, chiarendo bene che questa non è una società partecipata. E la differenza non è da poco, in primis si viene incontro alle osservazioni dei Revisori, che nel parere al Bilancio di previsione 2015 avevano evidenziato proprio la mancanza del Bilancio della Scafati Solidale. Da qui la scelta di sforbiciare lo Statuto, evitando le voci equivoche. La sua natura di Istituzione infatti la rende più simile (gestionalmente) ad un’associazione che ad una partecipata. Niente obbligo di Bilancio e nessuna bacheca digitale. Non male, per una struttura che si occupa di servizi sociali e che pesa sul bilancio comunale per circa 600 mila euro (previsione 2015). “Ringrazio tutti gli attori che hanno contribuito, nonché il consiglio comunale – conclude Luca Celiberti – spero che lo strumento approvato riporti la Solidale più vicino alla realtà e di conseguenza più vicino ai cittadini”. Una differenza tra lo Statuto presentato ad Ottobre e quello in aula ieri sera c’è, ed è relativa ai gettoni di presenza percepiti dai componenti del cda. Celiberti in prima battuta parificò il rimborso dovuto al presidente con quello dei componenti del cda, 30 euro per tutti. Oggi la commissione ha invece ratificato uno statuto che lascia questa voce com’era prima: 15 euro a seduta per i componenti e 30 per il presidente”. Con buona pace di Celiberti.