Erano presenti tutti i lavoratori delle Fonderie Pisano, al presidio organizzato da Cgil e Fiom, davanti alla Prefettura per chiedere diritto al lavoro e diritto alla salute. Secondo il segretario Cgil , Anselmo Botte "dobbiamo essere tutti uniti per salvaguardare due principi fondamentali. Se ci saranno responsabilità dell'azienda o delle istituzioni noi ci fermeremo con uno sciopero. Lasceremo lo stabilimento di Fratte solo nel momento in cui accenderanno le macchine nel nuovo sito che verrà individuato". Dopo la manifestazione, alla quale hanno partecipato anche i familiari dei lavoratori, i sindacati sono saliti in Prefettura per un incontro. "Noi vogliamo – rimarcano il segretario Cgil SALERNO, Anselmo Botte e il segretario Fiom SALERNO, Francesca D'Elia – che la fabbrica vada via di là. Nel frattempo va messa in sicurezza ma non si può interrompere il lavoro in attesa di delocalizzazione. Nei primi due giorni della prossima settimana vogliamo che sia convocato un tavolo istituzionale per discutere di delocalizzazione". Al presidio, tra gli altri, hanno partecipato anche il sindaco di SALERNO, Vincenzo Napoli, il consulente economico della Provincia, Roberto De Luca e il presidente del Comitato Salute e Vita, Lorenzo Forte. "Lavoro e salute – spiega il sindaco Napoli – sono due aspetti che non devono mai entrare in contraddizione. Ã necessario trovare una delocalizzazione adeguata sulla quale stiamo lavorando senza fare passerelle, ma con grande senso di responsabilità". Secondo Roberto De Luca: "Stiamo dialogando con alcuni proprietari di siti adeguati per accogliere lo stabilimento. Lo facciamo senza grandi proclami. La chiusura tour court delle Fonderie non è l'opzione migliore perché significherebbe lasciare lo scheletro di tutto quello che vi è all'interno; c'è, invece, bisogno solo di qualche altro mese di pazienza per poter completare il tutto chiedendo l'impegno della proprietà, sul quale non possiamo derogare, di provvedere alla bonifica del sito". Secondo Lorenzo Forte: "Non abbiamo mai pensato che gli operai debbano sacrificare un solo giorno di lavoro, noi siamo con gli operai, ma vanno tutelati sia il diritto al lavoro che quello alla salute". Al presidio ha partecipato anche l'operaio che si è rivolto contro Martina Marraffa, anima del presidio permanente dinanzi i cancelli dello stabilimento. L'uomo ha lungamente parlato con Lorenzo Forte ribadendo la sua posizione di non voler chiedere scusa alla ragazza, perché "non si può chiedere scusa a chi augura la morte, ma a tutti gli altri sì".
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