I verificatori hanno bisogno di altro tempo e per conoscere il destino del Crescent si potrebbe dover aspettare a lungo. Ancora di più. Martedì si segnerà una nuova tappa della vicenda. Si tornerà al Consiglio di Stato con la richiesta dei tre verificatori, tutti docenti dell’Università “La Sapienza” di Roma, di proroga per la consegna delle indagini tecniche, disposte da Palazzo Spada durante l’ultima udienza. Ma dal Comitato No Crescent annunciano battaglia: «Già non condividiamo le ulteriori verificazioni ora la richiesta di proroga è assurda». Se accolta la richiesta dei verificatori l’udienza di merito fissata per il 16 novembre potrebbe slittare. Ed è questo che vorrebbero evitare i rappresentanti del comitato, promotori dell’appello contro la costruzione della mezza luna di Bofill. Il giudizio, infatti, era stato già rinviato, con l’ulteriori richiesta di verifiche. La partita si sarebbe dovuta chiudere già lo scorso 16 aprile, acquisite tra l’altro le prime verificazioni. Ma da qui la richiesta da parte dei giudici amministrativi di ulteriori indagini tecniche affidate direttamente a docenti universitari dell’Ateneo romano e lo slittamento a novembre del giudizio. Ora un nuovo inghippo sembra rallentare i tempi. Al momento, tra l’altro, un solo incontro si sarebbe tenuto a Roma, e dal profilo prettamente interlocutorio. «Al di là di tutto – fanno sapere dal comitato No Crescent – per noi hanno valore le prime verificazioni. Gli aspetti sismico ed idrogeologico sono stati già trattati e le relazioni sono state depositate. Non crediamo che queste ulteriori verificazioni possano far emergere altro. Ma comunque pensiamo che non si debba consentire nessuna proroga e che l’udienza resti confermata a novembre». Se così non fosse, annunciano: «Partirà la nostra battaglia: a questo punto chiederemo che si sospendano i lavori presso il cantiere Crescent fino all’udienza».
Andrea Pellegrino