Il fronte degli indagati si allarga. Un nuovo ciclone si abbatte sul Ruggi. Al vaglio della Procura di Salerno la posizione dei professori universtari in servizio all’azienda ospedaliera. Tutto nasce da un esposto presentato nel 2015 in cui si rilevava che i docenti non marcavano il badge com’è previsto, tra l’altro dal decreto 106. Secondo la delibera, recepita anche dall’azienda ospedaliera, anche i professori universitari devono timbrare il cartellino. Situazioni che, secondo la denuncia, non si verificava al nosocomio salernitano dove per i professori erano previste 24 ore di attività settimanale con l’obbligo di timbrare solo per l’attività assistenziale. Secondo il regolamento i docenti sono equiparati ai primari e devono usare il badge. Ma è consentita la «strisciata» da qualsiasi presidio annesso al Ruggi. La Procura vuol capire cosa accadeva prima dell’approvazione regolamento e come si stanno comportando i professori. «Con la delibera siglata con il rettore abbiamo posto le basi concrete per passi significativi per l’Azienda che regolamenta un ambito importante», dice il dg del Ruggi, Vincenzo Viggiani.La Procura di Salerno ora vuol verificare anche la posizione dei docenti universitari e l’attività di quest’ultimi (partecipazione a convegni o altre attività svolte nelle ore in cui presumibilmente avrebbero dovuto prestare servizio didattico). Sembra che dopo l’apertura del caso “Just in Time” l’azienda ospedaliera abbia corretto il tiro prevedendo il foglio di presenza che, in ogni caso, non rispetterebbe la normativa vigente. Diversi gli esposti presentati in tal senso dai sindacalisti. Tra questi Carmine De Chiaro, licenziato la settimana scorsa perché coinvolto nella vicenda degli assenteisti. “Non comprendo perché siano state attenzionate soltanto le posizioni dei dipendenti non anche quelle di primari e docenti che sono equiparati a noi ed avevano l’obbligo di timbrare. Questo non significa giustificare chi effettivamente si è assentato durante le ore di lavoro. Ma, ovviamente, anche su questo ci sarà molto ancora da dire e discutere nelle sedi preposte. Ognuno avrà modo di difendersi ed eventualmente pagare nel caso si accertata la propria responsabilità. In ogni caso Mi sembra assurdo che nel nostro paese vengano fatti dei licenziamenti per una scommessa fatta da Salvini (il riferimento è al programma televisivo L’Arena andato in onda ad ottobre). E’ stato un fatto mediatico e di questo ne sono sempre più convinto”.
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