“Avevamo segnalato nel 2009 le condizioni di fatiscenza in cui versava il palazzo di Porta Rateprandi ma nessuno mosse un dito. Nè da comune, nè dall’azienda ospedaliera”. E’ ripreso ieri mattina il processo a carico delle sette persone finite a processo per il crollo di Porta Rateprandi. Il pm Roberto Penna, con il consenso delle parti, ha acquisito i verbali degli interrogatori resi dai condomini. Sono stati ascoltati, per alcune precisazioni, Giordano e Spacagna. Il primo ha riferito di aver effettuato “Tre segnalazioni verbali all’azienda ospedaliera dopo che era stato presentato un esposto. Andai all’Ufficio Patrimonio per sollecitare l’intervento visto fino a quel momento nessun si era mosso per mettere in sicurezza lo stabile. Gli dissi vi siete dimenticati di noi. Mi sono recato in quell’ufficio alcuni anni prima del crollo, se non ricordo male il 2009. Ricordo che il personale era composto da dipendenti di sesso maschile”. Successivamente sul banco dei testi si è accomodato un altro inquilino, Spacagna, che ha riferito la sua precaria condizioni familiare al giudice Albarano: “Lavoro come dipendente in ospedale ed in più di una circostanza avevo evidenziato le condizioni di fatiscenza del palazzo e la pericolosità del pavimento. Nonostante le nostre segnalazioni la situazione è rimasta invariata. I tecnici del comune sono intervenuti solo in occasione di una perdita d’acqua. Devo sottolineare che in quella circostanza si presentarano immediatamente dopo la mia chiamata”. L’ex inquilino ha poi riferito di pagare (nonostante non avesse sottoscritto un regolare contratto di fitto) “un mese il comune ed un mese l’ospedale. Dopo il crollo mi fu proposta una stanza in via Tasso ma non era abitabile. Il pavimento era danneggiato e la stanza era di piccole dimensioni per una famiglia composta da sei persone. Magari l’avranno fatto per tranquillizzarmi rispetto ad una situazione che era precaria. Mi hanno tutto: braccialetti, quadro, biancheria ed addirittura una cucina. Non so come abbianofatto a portarla via. Ero talmente rassegnato che non è neanche denunciato l’accaduto. Attualmente vivo da mia madre in condizioni di assoluto disagio”. Al termine dell’esame dei due testi il giudice monocratico, Albarano, ha aggiornato l’udienza al 14 gennaio 2016 per ascoltare i testi Musti e Calloni. Il processo si avvia verso la prescrizione per tre delle sette persone imputate del crollo di via Porta Rateprandi del 13 settembre del 2011. Nello specifico l’istituto sarà applicato ai fuzionari del Comune di Salerno coinvolti nel procedimento in quanto la loro responsabilità si esaurisce il 31 marzo del 2008. Infatti dal primo aprile di quell’anno il palazzo di Porta Rateprandi divenne di proprietà dell’azienda ospedaliera. Nello specifico sarà prescritto il capo A, relativo al crollo, per Domenico Barletta (direttore del settore manutenzione del Comune), Giuseppe Greco (dirigente del servizio patrimonio edilizio) e Lucio Cosimato (responsabile dell’ufficio manutenzione alloggi comunali). Alla sbarra sono finiti anche i dipendenti ospedalieri Eva Anzalone (dirigente dell’unità per la gestione del patrimonio) Pasquale Rocco, Maurizio Parentela e Valter Ramunni (succedutisi alla guida degli Affari generali al “Ruggi”).(g*)
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