Di Adriano Falanga
Secondo la Procura, sembrerebbe che l’indagine che ha coinvolto la famiglia Aliberti con lo staffista Giovanni Cozzolino e la segretaria Immacolata di Saia sia nata a seguito della bomba piazzata il 1 novembre 2014 sull’uscio di casa della famiglia del consigliere Pd Vittorio D’Alessandro. Tra i protagonisti volano stracci, e questo nonostante la delicata fase giudiziaria in corso. Il primo cittadino Pasquale Aliberti avrebbe dichiarato infatti che l’esponente democratico abbia avuto particolare interesse “alla stabilizzazione della moglie al Comune (cosa non avvenuta, ndr) fatto per cui non ha esitato a farmi pressioni politiche all’inizio del mio mandato”. Appare invece “strano” il messaggio che il fratello Aniello Aliberti ha scritto sulla sua bacheca Facebook domenica mattina. “In questo palazzo dove è stato messo questo ordigno chiamato bomba per caso abita qualche funzionario Telecom? Che ha a che fare con i lavori della fibra ottica? La ditta che vinto l’appalto qual è? E di quanti milioni e milioni di euro parliamo!”. Non vengono fatti nomi, tra le righe però non può non intravedersi un’attinenza con il consigliere D’Alessandro. In quella palazzina infatti ci abita la sorella, il cui marito è ingegnere informatico e, pare, lavori presso una consociata Telecom. Parole che possono sembrare quantomeno ambigue.
E’ pesante anche la replica dell’interessato. “Non è che le imputazioni di associazione a delinquere di stampo mafioso, voto di scambio, corruzione e concussione possano essere il frutto di questo o quello specifico episodio. E’ probabile che Aliberti non sia ancora perfettamente consapevole che è l’ intera sua gestione del Comune, il complessivo intreccio delle sue relazioni personali e familiari che oggi e’ al vaglio della Magistratura – così D’Alessandro – D’ altronde il nostro Sindaco ha sempre dichiarato che è mosso esclusivamente da nobili principi di servizio e da autentica passione. Renda, dunque, l’ ultimo appassionato servizio alla sua amata città e rassegni le dimissioni. Potrà così difendersi, a testa alta e con dignità, dalle infamanti accuse che gli vengono rivolte e, probabilmente, evitare a Scafati mesi e mesi di lacerazioni ed il ritorno al più triste dei suoi momenti”. Sul messaggio lasciato da Nello Aliberti, preferisce non commentare. “Di ogni altra cosa, stia sereno Aliberti, ne discuteremo nelle aule giudiziarie dove anche le sue disgustose insinuazioni si aggiungeranno alla lista delle sue già pesantissime imputazioni” conclude l’ex candidato sindaco del Partito Democratico.