di Carmine Landi
BATTIPAGLIA. La proroga che intimorisce la politica.
A Battipaglia, com’è noto, è passato un bel po’ di tempo dal 2009, anno in cui, per l’ultima volta, ci si recò alle urne per eleggere il sindaco e i membri del consiglio comunale.
Lo scorso 6 agosto, il Consiglio dei ministri ha deliberato una prorogatio dello scioglimento dell’assise consiliare battipagliese, sì da «consentire il proseguimento delle operazioni di risanamento delle istituzioni locali dove sono state riscontrate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata».
Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone resteranno a Palazzo di Città almeno fino al 7 aprile del 2016. E c’è una fetta di politica, che sperava di poter godere d’una finestra elettorale straordinaria nel prossimo mese di novembre, che già parla d’una congiura capitolina ordita ai danni dell’elettorato cittadino.
La proroga dello scioglimento, invece, pare essere una vera e propria prassi. “Le Cronache” ha passato al setaccio i comuni italiani all’interno dei quali, tra il 2013 e il 2014, sono stati sciolti i consigli per mafia.
Quindici le assisi consiliari municipali sciolte per infiltrazioni nel 2013: proroghe in tutti i casi. Ben otto le città calabresi, cioè la vibonese San Calogero e le reggine Siderno, Melito di Porto Salvo, Casignana, Montebello Jonico, San Luca, Ardore e Taurianova; tre comuni siciliani, ossia la siracusana Augusta – di cui s’è discusso addirittura in Senato – , la catanese Mascali e la palermitana Polizzi Generosa; sono tre anche i casi campani, con la casertana Grazzanise e le partenopee Quarto e Giugliano; infiltrazioni della ‘ndrangheta a Sedriano, alle porte di Milano. Prorogati tutti gli scioglimenti.
E il trend è simile pure nel 2014: tra i comuni i cui consigli sono stati sciolti l’anno scorso, infatti, è già arrivata la proroga per i commissari straordinari della vibonese Ricadi, della palermitana Altavilla Milicia, della cosentina Scalea e, ovviamente, di Battipaglia.
È stato reintegrato dal Tar del Lazio il sindaco di Giardinello, nel Palermitano, mentre, stando all’orientamento espresso dal comitato per l’ordine e per la sicurezza pubblica, dovrebbe limitarsi a diciotto mesi il commissariamento della brindisina Cellino San Marco, i cui cittadini dovrebbero recarsi alle urne alla prima occasione utile. Attendono ancora lumi sul proprio futuro la palermitana Montelepre, la catanzarese Badolato e le reggine Africo e San Ferdinando.
Quanto accaduto a Battipaglia, dunque, è tutt’altro che un’eccezione. Cade in errore, tuttavia, chi crede che la proroga deliberata su proposta del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, serva soltanto a evitare una tornata elettorale straordinaria all’ombra del Castelluccio e ad accompagnare i battipagliesi all’election-day primaverile. A Taurianova e Sedriano, ad esempio, i cittadini avrebbero potuto eleggere il sindaco lo scorso maggio, insieme a tanti altri comuni italiani; di fatto, invece, con la proroga alfaniana, taurianovesi e sedrianesi dovranno recarsi straordinariamente alle urne sul finir del prossimo autunno. Lo stesso accadde pure lo scorso novembre a Isola delle Femmine, in provincia di Palermo.
Il discorso, quindi, è d’una certa complessità. Inoltre, voci di corridoio dal Viminale parlano di eventuali elezioni tra febbraio e marzo, e la clamorosa – e prematura – ipotesi lascerebbe fuori Battipaglia anche nella prossima primavera, giacché il commissariamento finirà soltanto ad aprile. In era di spending review – e dei privilegiati accorpamenti delle migliaia di elezioni italiche – molto dipenderà da quanto durerà il governo di Matteo Renzi e da quanto si rivelerà urgente fissare la prima tornata elettorale del 2016.