Cava de’ Tirreni. Anna Tagliaferri uccisa da sette coltellate scagliate con violenza tra torace e addome dal fidanzato Diego Di Domenico che poi si è suicidato. La 40enne ha cercato anche di difendersi dalla furia assassina del suo compagno ma inutilmente. È quanto emerso dall’autopsia sul corpo della donna effettuata presso la camera mortuaria dell’Umberto I di Nocera Inferiore dal medico legale Consalvo coordinato dal sostituto procuratore Marco Fiorillo nel pomeriggio di ieri. Salma restituita alla famiglia per i funerali che si svolgeranno domani alle 11,30 presso il Duomo di Cava de’ Tirreni. Novanta giorni per l’esito dell’esame irripetibile. Autopsia anche per Diego Di Domenico, l’omicida-suicida, per lui funerali oggi in località segreta per motivi di ordine pubblico. Da stabilire se Di Domenico a via agito sotto effetto di droga e questo lo potrà dire solo l’esito di ulteriori esami. In un clima di immenso dolore, a rompere il silenzio sono state le parole cariche d’amore del fratello Osvaldo, che affidando ai social un lungo pensiero – condiviso idealmente con l’altro fratello, Federico – ha voluto trasformare il lutto in un inno alla vita di Anna. Il messaggio di Osvaldo Tagliaferri ha commosso l’intera comunità: “il nostro cuore è ferito da un dolore che non avremmo mai voluto conoscere. Ci troviamo qui non per dire addio, ma per dire grazie”. Nelle sue parole, Anna viene ricordata come un rifugio, una guida e un esempio di bene seminato. “Se il dolore oggi ci piega è perché l’amore ci ha riempiti. Non ti lasciamo andare, ti affidiamo alla luce di Dio”, conclude il post, promettendo che il ricordo della donna continuerà a vivere nelle scelte quotidiane dei suoi cari. Fondamentale per la ricostruzione definitiva dei Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore sarà la testimonianza di Giovanna Venosi, 75 anni, madre di Anna. La donna, ferita nel tentativo di difendere la figlia è attualmente ricoverata all’ospedale di Cava dopo un delicato intervento chirurgico. La donna ha gia’ avuto modo di parlare, seppur sommariamente, alla psicologa ospedaliera e a breve sarà sentita dagli inquirenti.





