Fico, ancora non c'è la giunta - Le Cronache Ultimora
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Fico, ancora non c’è la giunta

Fico, ancora non c’è la giunta

Mancano poco più di 24 ore alla prima seduta del nuovo Consiglio regionale della Campania, ma la maggioranza progressista vincitrice con ampio margine delle elezioni di un mese fa non ha ancora sciolto i nodi sulla formazione della Giunta. Lunedì alle 11 si insedia l’assemblea, con all’ordine del giorno il discorso programmatico del presidente Roberto Fico e l’elezione dei vertici di Consiglio e Commissioni: adempimenti strettamente collegati agli equilibri politici del nuovo governo regionale, motivo per cui ci si attendeva che la composizione della squadra fosse ultimata prima dell’approdo in aula. Non si può escludere uno sprint nella giornata di domani, domenica, ma nemmeno che Fico si presenti lunedì da solo, senza assessori, visto che la scadenza formale per il varo dell’esecutivo è fissata a dieci giorni dalla prima seduta del Consiglio. Il governatore potrebbe esporre la sua agenda per i prossimi cinque anni ma è difficile che senza un accordo sugli assessori la maggioranza proceda all’elezione dei presidenti di Consiglio e commissioni. Al momento per la presidenza del Consiglio regionale, in quota Pd, è in pole Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli, ma si gioca le sue chances anche l’irpino Maurizio Petracca forte dei suoi oltre 25mila voti. Ai dem spetterebbero anche tre posti in Giunta, tra cui la vicepresidenza: l’unico nome certo sembra quello di Mario Casillo, senza escludere l’ingresso come vicepresidente di un nome di peso nazionale, il parlamentare e membro della segreteria Marco Sarracino. Tra i nodi da sciogliere c’è poi quello di Fulvio Bonavitacola, per dieci anni braccio destro di Vincenzo De Luca: la lista “A testa alta”, espressione dell’ex governatore, lo vuole assolutamente nel nuovo esecutivo ma per altri si tratterebbe di un nome “ingombrante” (“Sarebbe come avere in Giunta l’ex presidente”, dice un esponente della maggioranza), sul quale dunque è ancora in corso un braccio di ferro dagli esiti incerti, senza escludere clamorose tentazioni di rottura visto che la coalizione in teoria avrebbe i numeri per poter fare a meno dei deluchiani.