di Erika Noschese
L’intelligenza artificiale è ormai parte della nostra vita: suggerisce cosa leggere, organizza il nostro lavoro, ci aiuta a scrivere, tradurre, persino a imparare. Ma cosa significa tutto questo per la scuola? Come cambia l’insegnamento quando al fianco di docenti e studenti arrivano strumenti capaci di generare testi, immagini, esercizi o persino intere lezioni? Il nuovo volume “Intelligenza Artificiale in classe”, curato dai professori Emiliano Barbuto e Gabriele Ciliberti, prova a rispondere a queste domande con un approccio semplice, concreto e soprattutto utile. Il libro nasce dall’esigenza, sempre più sentita nelle scuole italiane, di capire davvero come funzionano le nuove tecnologie e come possano essere integrate nella didattica quotidiana senza creare timori o fraintendimenti. E i due autori, esperti di formazione e innovazione, riescono nell’impresa di spiegare l’IA con parole chiare, esempi pratici e indicazioni operative, rendendo un tema complesso accessibile anche a chi non ha competenze informatiche.Come accade per ogni grande novità, anche l’intelligenza artificiale genera dubbi. C’è chi teme che renda gli studenti pigri, chi pensa che possa sostituire il docente, chi la considera una minaccia per i lavori intellettuali. Il volume affronta con equilibrio queste preoccupazioni: non ne minimizza l’importanza, ma ricorda che la scuola ha già vissuto momenti simili – come l’arrivo delle calcolatrici negli anni Settanta – e che la tecnologia, se ben utilizzata, può arricchire e non impoverire l’apprendimento. Barbuto e Ciliberti mostrano come l’IA sia utile non per “fare i compiti al posto degli studenti”, ma per rendere lo studio più personalizzato e inclusivo. Ci sono esempi molto concreti: dal testo semplificato per chi fatica nella lettura, alle mappe concettuali per chi ha uno stile visivo, fino alle simulazioni delle prove d’esame create sulla base delle griglie ministeriali. Uno dei punti di forza del libro è la grande quantità di idee e attività già pronte: unità di apprendimento, suggerimenti per creare materiali didattici, strategie per usare l’IA come supporto al docente e come tutor per lo studente. C’è una parte interamente dedicata ai software più utili, spiegati con esempi immediati. E c’è un approfondimento chiaro sul quadro normativo nazionale ed europeo, un aspetto fondamentale per muoversi in un campo che evolve rapidamente. Ad arricchire il volume c’è la prefazione dell’On. Pino Bicchielli, che offre una chiave di lettura più ampia, dal valore culturale e civile. Bicchielli ricorda che l’intelligenza artificiale non va interpretata solo come uno strumento, ma come un cambiamento profondo nel nostro rapporto con la conoscenza. La scuola – sostiene – non deve subirlo, ma governarlo. L’obiettivo non è delegare alle macchine il compito di pensare, bensì formare cittadini capaci di usare la tecnologia senza perdere spirito critico, autonomia e responsabilità. Il punto centrale della prefazione è chiaro: l’IA può aiutare l’insegnamento, ma non sostituirà mai la relazione educativa, l’empatia, la capacità di motivare. «La conoscenza non può essere delegata a una macchina», scrive, richiamando il cuore del suo messaggio. La prefazione valorizza il lavoro dei due autori, riconoscendo loro il merito di aver offerto alla scuola italiana uno strumento che unisce competenza, rigore e chiarezza. “Intelligenza Artificiale in classe” non è solo un manuale per insegnanti: è una guida per chiunque voglia capire come funzionano le tecnologie che stanno cambiando la nostra vita. In un momento storico in cui l’innovazione corre più veloce della capacità di comprenderla, questo volume rappresenta un punto fermo, un’occasione per riflettere senza allarmismi e per guardare al futuro con consapevolezza. Perché, come ricorda la prefazione, l’intelligenza artificiale è potente, ma il vero centro del processo educativo – e della società – deve sempre rimanere l’uomo.





