2 carriere per giustizia migliore? Balle. Mani libere è l’obiettivo - Le Cronache Ultimora
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2 carriere per giustizia migliore? Balle. Mani libere è l’obiettivo

2 carriere per giustizia migliore? Balle. Mani libere è l’obiettivo

La riforma della Costituzione che separa le carriere dei magistrati appare come una grave distorsione costituzionale ed uno sterile atto distrattivo dai veri problemi della giustizia. Noi ce ne siamo convinti. E cerchiamo di spiegarne le ragioni –  a chi ci regala il suo interesse e piacere di leggerci – motivando perché scrivere NO al referendum.

Con carriere separate, giustizia più giusta? Processo più rapido? Tutela degli interessi del popolo? Macché. Secondo noi, tutte balle. Non ci crede neanche chi in Parlamento ha votato sì alla riforma costituzionale sulla magistratura. Anzi, oltre a non crederci, molti non ne hanno neanche capito gran che. E’ un argomento giuridicamente e tecnicamente troppo complesso per chi in gioventù potrebbe aver studiato poco e male. Pensano di rassicurarci quelli che, intervistati in televisione, dicono le loro ragioni? Secondo noi, assomigliano un pò alle poesie recitate (spesso mirabilmente) dai bambini alle elementari: alta espressività, ma comprensione zero. L’importante è recitarle bene. Alla maestra, o ai microfoni delle tv.

 

Chi pensa ad una giustizia più giusta equa ed efficiente, se vincesse il SI al referendum, viaggia sulle nuvole

 

Sgomberiamo subito il campo da questa idea. D’altronde, l’abbiamo sentito tutti cosa pubblicamente dichiarano spesso la presidente del Consiglio ed il suo ministro Nordio:”…  Dicono che vogliamo i pieni poteri, che vogliamo assoggettare la magistratura alla politica. Ma quello che non sopportano è che noi stiamo facendo esattamente il contrario, perché togliamo ai partiti la facoltà di nominare un pezzo del Csm. Ed è questo che alla sinistra non va giù: togliamo il controllo dalla politica, perché noi non vogliamo una magistratura controllata, vogliamo una magistratura che non sia controllata da nessuno, vogliamo una magistratura che sia libera”. Ma la Meloni e Nordio il testo della riforma se lo sono letti? O pensano che noi cittadini siamo tutti scemi? Il testo prevede che i laici dei due CSM siano sì sorteggiati, ma in una lista di nomi scelti da loro, la Meloni, Nordio e la maggioranza in Parlamento, (lista che potrà essere discrezionalmente lunga o corta). Altro che “non è controllata da nessuno”, o che “la magistratura è libera”. La verità è esattamente dalla parte opposta. E cioè, impedire che la politica possa essere controllata dalla magistratura, scongiurare il controllo di legalità, evitare “invasioni di campo” delle toghe sulla politica. Certo, son passati 105 anni da quell’incubo del fascismo, e quindi inutile fare confronti. Eppure quello che sta accadendo oggi somiglia molto a quel che fece Mussolini, a quel che volevano Gelli e la P2, a quello cui puntualmente ambiscono tutte le forze politiche, di maggioranza o di opposizione: una mania di abbattere l’ordine costituzionale, una Carta scritta con il sangue dei martiri caduti in guerra e con l’umle sudore dei Padri Costituenti.

Cosa risponde ChatGPT, l’intelligenza artificiale più avanzata? Le abbiamo chiesto cosa ne pensa delle carriere separate dei magistrati

Glielo abbiamo chiesto dopo aver dubitato di noi stessi, di nostre possibili suggestioni. E Lei ha risposto testualmente con ordine e lucidità disarmanti. Per punti. Eccoli.

.”Indebolimento dell’indipendenza e rischio di controllo politico: Si teme che la separazione possa portare il PM sotto il controllo del potere esecutivo, rendendolo meno indipendente – .Trasformazione del PM in “poliziotto dell’accusa”: Si teme che la separazione possa trasformare il PM in un rappresentante della polizia, focalizzato solo sulla condanna e meno sul suo ruolo di garante della ricerca della verità, inclusi gli elementi a favore dell’indagato – . Burocratizzazione e inefficienza: La riforma potrebbe concentrarsi eccessivamente su scadenze e procedure, scoraggiando le indagini e rallentando i tempi di definizione dei processi, come suggerito da alcuni comprensibili commenti – . Aumento del corporativismo: La separazione potrebbe creare due corpi professionali distinti, aumentando il rischio di corporativismo, un fenomeno che invece si vorrebbe combattere – . Minore garanzia per i cittadini: Un PM meno indipendente, controllato politicamente, potrebbe compromettere l’equilibrio del processo e indebolire le garanzie per i cittadini – . Commistione tra giudici smentita di fatto: I contrari alla separazione evidenziano che le continue e quotidiane decisioni dei giudici che respingono richieste dei PM (ad esempio per intercettazioni o custodie cautelari) dimostrano già l’assenza di una vera commistione tra le due funzioni nella prassi – . Base storica e costituzionale: La difesa dell’attuale assetto si basa su principi che risalgono all’assetto della magistratura post-bellica, ritenuto non sterile ma un autentico progresso civile, che difende l’indipendenza giudiziaria”.

Questo il testo delle risposte dell’I.A.. Che, dicono gli scienziati, non ha oggi il livello alto dell’intelligenza umana. Ma che non è condizionata dalle suggestioni, dal retropensiero e dall’ipocrisia di noi umani.

 

Eppure il cavallo di Troia, introdotto da “Ulisse” Nordio, non è la separazione, ma l’Alta Corte Disciplinare

 

Lo scrive Daniela Mainenti, processual-penalista comparatista all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Che ci ha convinto. Non è affatto nelle carriere separate, ma nell’Alta Corte Disciplinare che si decide chi, come, e con quali garanzie si potrà giudicare i magistrati. Spostare la giurisdizione disciplinare fuori dal CSM e affidarla a un organo terzo ad hoc non è un’eresia giuridica. Anzi.  Ma chi è che nomina i componenti dell’Alta Corte? Con quali maggioranze, con quali filtri, con quali incompatibilità reali rispetto a partiti, governi, strutture di influenza organizzata? Nel referendum dovrebbe esser chiarito se l’Alta Corte sarà strutturata secondo tre test minimi: indipendenza, efficienza garantita, proporzionalità controllabile. Ed invece non sarà così. Se questi tre test non sono soddisfatti nella concreta architettura dell’Alta Corte, la funzione disciplinare diventa occasione per una distorsione isituzionale. Dove la politica può premiare o punire. E quindi concentrare tutto sulla formula “separare o no” è comodo, fuorviante. E’ un prodotto del nullismo di menti semplicistiche. Il quesito, cari amici, non è quindi il separare o meno. Che per noi cittadini conta quanto il due di briscola, cioè niente. Ma quanto invece è indipendente dalla politica un giudice disciplinare che deve esprimere un giudizio su di un giudice inquirente o giudicante. Il referendum cui pensa questa maggioranza è un falso problema, costruito per le menti di noi cittadini che la politica presume sciocche e frettolose. Ma è sciocco invece chi lo pensa. A questo referendum, che si preannuncia opaco, fumoso e sviante, noi dovremo alzarci dalla poltrona e andare alle urne. La nostra coscienza non dovrà esonerarci ma spingerci alla nostra presenza ai seggi. Dove, certo, ognuno deciderà come ritiene, ma dove – se riflettiamo su quanto scritto e letto – noi dovremo rispondere con un secco NO.