Arturo Calabrese
Una piazza molto calda ad Agropoli ha accolto ieri sera Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e presidente dell’omonima provincia, nel suo giro elettorale nel salernitano. Con lui la candidata locale Sara Giovagnoli e Riccardo Corridore, vice del candidato alla carica di presidente della regione con “Dimensione Bandecchi”. «Ho deciso di impegnarmi innanzitutto perché sono italiano e la Campania è una delle regioni di questo Paese.
Oggi, però, è la terza per impoverimento in Europa, e non lo dico io, ma un’indagine ufficiale. Qui c’è il 50% di possibilità di diventare poveri: quelli che riescono a non diventarlo e a mangiare tutti i giorni sono bravi. I dieci anni di politica in regione – dice il primo cittadino ternano – sono stati negativi sia in maggioranza che in minoranza. E se ci affidiamo a loro è come continuare a salire su una macchina il cui autista continua a schiantarsi». Idee chiare anche per l’elettorato: «Chi è di destra deve votare Bandecchi, ma anche chi è di sinistra e non vuole votare questa politica. Mio padre, vecchio e convinto comunista, non li voterebbe».
Da tempo si parla di un “modello Terni” o di un “modello Bandecchi”: «L’ho portata alla prima posizione per buona amministrazione. Un chilometro di asfalto costa 50mila euro e non 250mila come nel resto d’Italia. Quel modo di fare può essere portato in Campania – aggiunge – serve un grande intervento dello Stato. Servono procedure di emergenza perché la Campania è in totale emergenza. Serve una visione industriale per i giovani che se ne vanno, serve una sanità completamente nuova che non deve partire dalle strutture, ma dai medici.
Perché andare al pronto soccorso in una struttura nuova di zecca e senza medici è inutile». Un pensiero d’obbligo va alla struttura di Agropoli: «È come sparare sulla Croce Rossa – ragiona – all’estero ho costruito un ospedale di 95mila metri quadrati costato 120 milioni di euro.
A Terni si vuole costruire una struttura di 90mila metri quadrati spendendo 500 milioni di euro. In Italia chi amministra i soldi è pazzo: che sia di destra o di sinistra non ha capito il valore del denaro. Io sono qui perché chi verrà riproposto nei prossimi cinque anni finirà per ammazzare questa regione, così come è morta l’Italia con un governo di destra che di destra non ha niente.
È un governo socialista di una destra sociale che a me comincia a far venire il mal di stomaco, perché fra comunisti e destra sociale la differenza è quasi zero». Una critica forte viene rivolta anche alla società: «A me piacciono le donne e Bandecchi non va bene perché non è omosessuale, ma non ho nulla contro gli omosessuali – spiega – celebro il matrimonio di due miei amici e riconosco i figli delle coppie omogenitoriali». Sulla Campania: «Nel 1986 – ragiona – l’Italia era la quarta nazione al mondo per potenza industriale e la Campania era la sesta regione a livello economico, non tra le ultime come adesso che è diventata la terza per povertà. Vi sembra normale che in quarant’anni le cose siano andate così male?». Bandecchi, quando ancora né il centrosinistra né il centrodestra avevano sciolto le riserve sui propri candidati, decise di candidarsi: «Sapevo che Fico sarebbe stato il candidato, ma sarebbe stato un fico secco.
La destra ha candidato Cirielli, che è un ufficiale dell’Arma dei carabinieri, ma quante volte è salito su una volante per lavoro? Lui fa il politico di professione. Vi siete accorti della sua assenza da viceministro».
Un passaggio, infine, sulle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la provincia di Salerno: «Non giudico, saranno i tribunali a farlo – continua – ma io vorrei che i giudici fossero sopra le parti, che non avessero alcun credo politico e che non andassero a votare, non perché voglio toglier loro un diritto, ma perché devono essere superiori. Ovviamente, se sbagliano devono pagare, perché conosco persone che hanno fatto anni di carcere e poi sono uscite innocenti. Oggi – conclude – questa magistratura non c’è».





