PAGANI/GIUGLIANO. Monopolio camorristico dei trasporti nell’ortofrutta: 20 arresti a Napoli coinvolta anche un’azienda di Pagani, sequestarti beni per 100 mila euro. E a causa del pizzo richiesto sul trasporto di frutta e verdura, il prezzo della merce al banco aumentava dal 10 al 15%. Operazione anticamorra “Gea”, ieri, in diverse regioni italiani contro il clan Mallardo di Giugliano in Campania, che di fatti era subentrato ai Casalesi nel controllo del trasporto dei prodotti agricoli da e per il mercato giuglianese ma con interessi anche su altre strutture mercatali mercati della Campania.Il Mallardo avevano stretto rapporti con Cosa Nostra catanese per il trasporto verso i mercati del centro e del sud Italia delle derrate alimentari.Esisteva un vero e proprio “prezzo della tratta”, imposto dai Mallardo che si comportavamo come un’agenzia di trasporti assumendo a sé il monopolio dei trasferimenti dei prodotti agricoli.L’indagine della Dia parte 5 anni fa con l’operazione “Sud Pontino” che aveva svelato il sistema di trasporti controllato dai Casalesi che operavano tramite Costantino Pagano, rappresentante del gruppo camorristico “Schiavone – Del Vecchio” e proprietario dell’azienda “La Paganese trasporti” di San Marcellino, in provincia di Caserta. “La Paganese” aveva monopolizzato i trasporti dai mercati ortofrutticoli di Fondi, in provincia di Latina, Catania, Palermo, Gela e Giugliano in Campania.L’operazione “Sud Pontino” portò all’arresto di persone legate ai Casalesi e a Cosa Nostra: i due gruppi malavitosi, infatti, si erano divisi il mercato.Gli arresti del 2010, però, avevano disarticolato l’organizzazione criminale. Secondo il Gip di “Gea” da cinque anni a questa parte la presenza camorristica nel settore veniva garantita da Libero Frontoso, fratello di Salvatore, che fu arrestato proprio nell’operazione “Sud Pontino”. Salvatore Frontoso era collaboratore di Costantino Pagano. Quest’ultimo aveva un altro collaboratore, Luigi Terraciano che nel 2012 uscì di carcere per gravi motivi di salute, nel quale si trovava anch’egli per l’operazione “Sud Pontino”. Pochi mesi dopo gli arresti di 5 anni fa iniziò lo svuotamento del portafoglio clienti de “La Paganese trasporti” che era stata affidata dai magistrati a un custode giudiziario. Da quel momento, Frontoso per gestire l’attività di trasporti si sarebbe servito di una nota ditta di trasporti di Pagani con la quale aveva stipulato un accordo e alla quale per imposizione i commercianti laziali, ad esempio, erano costretti a rivolgersi. Ad aiutare la nuova compagine criminale, sarebbero stati alcuni commerciali di Aversano e di Fondi.La ditta paganese, però, fu marginalizzata nell’affare non appena Terracciano uscì dal carcere nel 2012 assumendo il controllo, pur essendo agli arresti domiciliari, dei trasporti da e per l’Abruzzo e servendosi quasi solo della ditta di Frontoso.Nel prosieguo delle indagini si è scoperto che Pagano, tramite il Frontoso e Terraciano, pur essendo in carcere, avrebbe mantenuto i rapporti con i clan siciliani assicurandosi il controllo dei trasporti nei mercati di Fondi e di quelli casertani ma aveva dovuto cedere quello di Giugliano in Campania con un passaggio di “competenze” dai Casalesi ai Mallardo, che operavano attraverso Salvatore D’Alterio.
Ecco i nomi degli arrestati
PAGANI/GIUGLIANO. In carcere sono finiti: Luigi Terracciano, “Giggino”, 47enne di Brusciano; Sossio Capasso, detto “Lelluccio”, 51enne di Giugliano in Campania; Raffaele Palma, detto “Foglio Di Carta”, 49enne di Napoli; Salvatore D’Alterio, 47enne di Giugliano in Campania; Agostino D’Alterio, 41enne di Napoli; Antonio Picardi, 28enne di Napoli; Patrizio Picardi detto “O Patrizio o ‘o Nasone”, 50enne di Sarno; Gregorio Raffaele Mallardo, 31enne di Napoli; Giulio Panico, 40enne di Napoli. Agli arresti domiciliari sono finiti: Libero Frontoso, detto “Lino”, 43enne di Acerra; Angelo Milione, 29enne di San Felice a Cancello; Gianluca Oliviero detto “Lucariello”, 36enne di Torre Del Greco; Salvatore D’Alessandro, detto “Totò”, 53enne di Palermo; Francesco Militello, 48enne di Niscemi; Ignazio Antignano, 56enne di Giugliano in Campania; Luigi Micillo, 36enne di Napoli; Giovanni Pragliola, 45enne di Giugliano in Campania; Giuseppe Pragliola, 40enne di Napoli; Nunzio Veneruso, 46enne di Napoli; Nicola Antignano, 55enne di Giugliano in Campania.
I nomi di Pagano e Terracciano trait d’union fra Gea e Criniera
PAGANI. Nell’operazione “Gea” ricorrono il nome di Luigi Terracciano e comunque anche di Pagano. Nomi che ricorrono anche nell’ “operazione “Criniera”, sui rapporti tra camorra e politica a Pagani.
Una delle tranche dell’inchiesta della Dda di Salerno, infatti, riguarda, l’interesse del clan Fezza-D’Auria Petrosino di Pagani per i trasporti dell’ortofrutta. Antonio D’Aria Petrosino avrebbe, infatti, stretto rapporti con i casalesi proprio nei trasporti di ortofrutta.
Il figlio del boss Gioacchino “Spara spara” il 19 dicembre fu arrestato anche per questo tentativo di imporsi in questo settore con un’estorsione ai danni un autotrasportatore di San Valentino Torio, costringendolo (a suon di colpi di pistola) ad interrompere il suo rapporto lavorativo con una ditta di San Marzano Sul Sarno e, contestualmente, a conferire servizi e trasporti a una ditta amica del paganese. Antonio D’Auria Petrosino ed altri due indagati sono accusati, in “Criniera” pure per concorrenza sleale: avrebbero imposto a un’azienda di conferire una quota dei trasporti alla ditta amica del clan.
Antonio Petrosino D’Auria con Costantino Pagano e a Luigi Terraciano sono accusati di illecita concorrenza. Il gruppo paganese avrebbe stretto un accordo con i “Casalesi” al quale sarebbero appartenuti Terracciano e Pagano. Molti trasporti di ortofrutta venivano eseguiti dalla ditta amica del clan di Pagani e da “La Paganese Trasporti soc. coop.” riconducibile a Pagano e a Terraeciano, per monopolizzare il trasporto su gamma dall’Agro nocerino e in particolare quello delle ciliegie da Bracigliano e zone limitrofe, verso i mercati della Calabria e della Sicilia, costringendo i commercianti a servirsi dei camion facenti parte o comunque controllati dalla società “La Paganese” in danno di altre società del settore, a prescindere dalla efficienza e puntualità del servizio reso ed al prezzo praticato.