"Reddito di cittadinanza? Da squinternati" - Le Cronache Attualità
Attualità Campania

“Reddito di cittadinanza? Da squinternati”

“Reddito di cittadinanza?  Da squinternati”

Antonio Manzo

Cosa farà da grande Vincenzo De Luca? La domanda non è diretta, ma l’intelligenza di Marianna Rizzini, giornalista de Il Foglio, la pronuncia in maniera indiretta alla fine dell’intervista al presidente della Campania alla Festa dell’Ottimismo di Firenze nel salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio. Dopo trenta minuti di conversazione che vanno dalle ragioni della crisi della democrazia alla mancata ricandidatura alla presidenza della Campania, Marianna Rizzini va giù diretta, senza giri di parole. E chiede: farà il sindaco di Salerno o il segretario del Pd? De Luca, scaramantico per natura, prende fiato prima di rispondere ma non si avventura nella fantapolitica che gioca i ruoli che verranno. Basta andare alle parole di De Luca per rendersi conto di che lui intende continuare ad essere nel capo della battaglia politica. E dice: “Quello che è sicuro è che non vado a casa, né alle Seychelles. Sono collegato sulla linea Napolitano-De Mita: vuol dire che per un altro quarto di secolo io resto qui” dice il presidente della Campania Vincenzo De Luca. Sorride con gusto Goffredo Bettini, gran maestro della regia del Pd, in prima fila ad ascoltare Vincenzo De Luca. Le parole del presidente uscente non pongono confini politici alla Provvidenza dice il presidente della Campania Vincenzo De Luca nel salone fiorentino dove Giorgio Vasari creò una grande pittura raccontando la battaglia di Anghiari che durò appena venti giorni e dove oggi sono in tanti ad ascoltare un politico nazionalpopolare e uomo di lotta e di governo. E De Luca avrà naturalmente pensato alla profezia pronunciata in vita proprio da Ciriaco De Mita: “Quando morirò continuerò a parlare”. Nonostante la giornata del week end il salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio è pieno zeppo. La giornata della Festa dell’ottimismo de il Foglio è piena di incontri da Mario Monti a Francesco Rutelli, da Raffaele Fitto fino all’ex presidente della Cassazione Margherita Cassano. Naturalmente oltre i ministri Bernini, Piantedosi, Lollobrigida con Giuliano Amato e Massimo D’Alema. Partiamo dalla sua analisi sulla crisi della democrazia. “La divisione dei poteri dov’é? Qui c’è solo l’esecutivo. Si fa fatica a distinguere la democrazia da altri regimi, l’equilibrio tra poteri nello stato è saltato. La sfida è quella di salvare la democrazia nell’Italia e nel mondo. La democrazia è a fine corsa perché ha perduto alcuni dei contenuti fondamentali e si apre la strada all’autoritarismo. Il mondo è totalmente destrutturato”. A poche settimane dal rinnovo del Consiglio Regionale della Campania De Luca ha ricordato la sua battaglia (persa) per il terzo mandato e comunque fa cavallerescamente gli auguri di lunga vita al presidnet usceente della Toscana Giani con parole affettuose che non violano il silenzio elettorale. Oggi in Toscana si voterà. Ma ci si misurerà anche in Campania e De Luca spiega la situazione dove c’è Roberto Fico candidato. “La situazione è molto semplice. Quale è la Regione più importante che va al voto? La Campania. Dove i 5Stelle sono stati all’ opposizione per 10 anni e il Pd è il più votato? La Campania. Quale Regione diamo ai 5 Stelle? La Campania. La mia domanda a questi statisti è ‘ma non si poteva ragionare in ottica di coalizione su qualche altra regione?”. La stilettata ai leader del presunto campo largo che non è stato un buon auspicio nelle Marche e in Calabria, è netta. De Luca ricorda la sconfitta alle Regionali della settimana prima. “In Calabria il centrosinistra ha perso, Tridico è una persona per bene e di valore, ma ha fatto proposte squinternate, come il reddito di cittadinanza. Ora dobbiamo stare attenti, in Campania il tempo e i margini per le stupidaggini ideologiche non ci sono” Il presidente parla della sua lista alle regionali. De Luca a Testa Alta questa la sua lista. “Se ti vota oltre il 70 per cento dei campani è un segno che va oltre la politica e dunque la mia lista serve a dare un’opportunità a quella parte di elettori che sono contro il reddito di cittadinanza”. A proposito delle piazze per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza De Luca è contento con la ragione della tregua ottenuta anche per una riscossa della coscienza popolare contro il presidente Netanya e ha detto: “Benedette siano le piazze. Il 7 ottobre è stata una barbarie. In Italia abbiamo ucciso i fascisti, ma non abbiamo fatto il sequestro delle persone, l’uccisione delle donne e dei bambini è stata una barbarie. I ragazzi che sono scesi in piazza non ricordano la Shoah. La più grande tragedia dei prossimi anni sarà che tutta una generazione confonderà gli scheletri dei bambini di Auschwitz e quelli dei bambini di Gaza”. Scatta l’applauso della platea popolata da lettori del Foglio quotidiano che ricorderanno le parole di stima politica sempre scritte da Giuliano Ferrara. Che parlando di Vincenzo De Luca, vittima della giustizia a tempo, disse: “a proposito di De Luca, ma in questo caso Vincenzo, lo voto, prendo la residenza in Campania e lo voto secco. Vittima di una sentenza farsesca, con il suo vocione da funzionario del Pci, il suo coraggio, la sua arroganza, ha fatto di quel buco fetido che fu Salerno una solare Salisburgo. Parchi, lungomare, Università: un monumento anche a lui, sarà un parco monumentale, a lui condannato per abuso d’ufficio linguistico, che balla colossale. Basta di dire fregnacce greche, basta con la petulanza e il pettegolezzo”. Basta questo per annoverare De Luca tra i seguaci di Steven Pinker, che dell’ottimismo basato sulla razionalità è diventato una sorta di teorico planetario? De Luca realista più che ottimista. nonostante le sua guerra personale a quello che domina l’ecosistema dell’informazione, tradizionale o digitale che sia. “Se si guardano i dati e i trend, il mondo appare diverso”, raccontò Steven Pinker che lo scorso anno sbarcò a Firenze per rispondere all’invito del Foglio. Gli affreschi e le opere di Palazzo Vecchio portarono il discorso sull’Italia del Rinascimento e di Machiavelli, per poi tornare all’attualità “Quando si tratta di politica – ironizzò Pinker nel suo intervento – i partiti al potere sono sempre quelli ottimisti e quelli all’opposizione sempre pessimisti. Io vengo spesso categorizzato come un ottimista, ma non è una questione di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Si tratta di guardare la realtà per quella che è, di fare valutazioni basate sui dati”. Vincenzo De Luca l’ottimista avrà certamente anche studiato Steven Pinker per incitare sempre a guardare la realtà. A Testa Alta come lui invita a fare all’elettorato campano. Per ora qui, poi si vedra. Non andrà alle Seychelles ma neppure cerca il Nirvana.