Rosa Volpe a Firenze. Una grossa perdita per Salerno - Le Cronache Ultimora
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Rosa Volpe a Firenze. Una grossa perdita per Salerno

Rosa Volpe a Firenze. Una grossa perdita per Salerno

Michelangelo Russo

Le più sincere congratulazioni al Procuratore Generale Rosa Volpe per il suo nuovo incarico. Procuratore Capo di Firenze è una delle mete più ambite in campo nazionale per un magistrato di punta. Ma per il prestigio universale della città, più che per i meriti storici dell’apparato giudiziario fiorentino. Che non ha cambiato la storia giudiziaria d’Italia. Quel primato spetta a Milano, e nemmeno alla Capitale. Ma Firenze ha il mito del “topos”, come Capri e Venezia. Difficile sottrarsi a un richiamo di livello internazionale. Forse avrei fatto anche io la stesa scelta, anche se nel 1983, quando ero Sostituto a Salerno, ebbi la nomina a Giudice Istruttore a Firenze. Vi rinunciai, alla fine. Preferii rimanere con la pattuglia di colleghi salernitani che, tra mille incomprensioni dell’ambiente, lottavano per la causa (apparentemente persa) di una modernizzazione della cultura giudiziaria, arretrata e ostile, di una città di provincia meridionale scassata nelle sembianze e nelle istituzioni. Ma vincemmo, almeno in parte. La Procura di Salerno non fu così più la stessa degli anni precedenti. Fu gloria effimera, come la Repubblica Partenopea del 1799. Ma quella gloria rimase nella storia. Chissà se gli anni ‘80, fino al 1994, della Procura di Salerno rimarranno nel ricordo della storia locale. Ma comunque ne valse la pena. Di quella pattuglia di Sostituti e Gip Rosa Volpe, all’epoca giovanissimo Sostituto, fece parte. E ne assimilò per sempre lo spirito. Adesso va via, dopo un lavoro rinnovatore alla Procura Generale appena agli inizi. Ma la tempra dei combattenti non ama le glorie tranquille dei posti prestigiosi, ma di seconda fila, come è il ruolo di Procuratore Generale. Nella primavera dell’anno 2000, quando ero Procuratore di Lagonegro, trovandomi a Milano andai a far visita ai colleghi del mio vecchio ufficio della Procura. E poi volli salutare un altro amico di antica data, Francesco Saverio Borrelli, il vero padre di Tangentopoli, che ha cambiato la storia italiana. Era diventato da poco Procuratore Generale. Un salone solenne era il suo ufficio, con quadri antichi alle pareti e un divano sconfinato. Gli feci i complimenti per la nuova carica, e gli chiesi come si sentisse in quel ruolo apicale. La risposta fu secca: “Mi annoio!” Comprensibile. Lontano dal campo di battaglia, non c’è generale che non rimpianga la carica di colonnello sul campo. E così Rosa Volpe non ha resistito al ritorno nell’arena, col grado minore, ma vivifico e giovane, di colonnello. Lo fece anche Giancarlo Caselli, quando da Procuratore Generale di Torino volle ritornare al posto, già occupato precedentemente, di Procuratore Capo della stessa città. Ma adesso Salerno perde un’occasione che poteva fare la differenza per il nostro territorio. Nel discorso semplice e bellissimo, che tenne Rosa Volpe nell’aula Magna in occasione del suo insediamento, espose il suo programma. Sarebbe stata il Garante dell’unificazione della giurisdizione del Pubblico Ministero su tutto il territorio del Distretto. Con particolare attenzione, disse, ai delitti nei confronti dei più deboli e delle donne. E con attenzione ai temi dell’Ambiente, oltre, naturalmente, a quello della Criminalità organizzata e della Pubblica Amministrazione. Ecco, l’Ambiente è la Pubblica Amministrazione. Due temi in cui, più volte la Procura del Distretto, certamente oberata dal lavoro ordinario, non sempre avevano dato risposte immediate come molti cittadini si aspettavano. C’ è da dire che nel suo discorso, senza espressamente citarlo, il Procuratore Generale Rosa Volpe aveva evocato un Potere non frequentemente esercitato dai Procuratori Generali. Ma che esiste, nel codice di procedura penale, e che è uno stimolo potente, se esercitato, ad una maggiore sollecitudine dei Procuratori di primo grado all’esercizio concreto dell’azione penale su temi scottanti. Questo potere è sancito dall’art.412 del Codice di Procedura Penale, che consente al Procuratore Generale di sostituirsi al Pubblico Ministero di prima istanza in caso di inerzia di costui o di omissione di atti dovuti. E’ una scossa non da poco, questa ipotesi, perché l’avocazione del Procuratore Generale va comunicata anche al Consiglio Superiore della Magistratura. Ora la palla passa al successore di Rosa Volpe, quando arriverà. C’è da sperare che l’eco di quel discorso inaugurale dell’attuale (ancora per poco) Procuratore Generale arrivi all’orecchio di chi erediterà la carica.