Di Adriano Falanga
“Non bisogna pagare, lo dico apertamente e me ne assumo la responsabilità”, così Pasquale Aliberti ad ottobre 2014, quando dichiarando guerra alla Gori fornì agli scafatesi anche i moduli per contestare le fatture. “Ne faccio una questione sociale – continuava Aliberti – Ritengo che si stia violando il principio costituzionale di irretroattività delle norme da parte della Gori”. Una tesi supportata anche dall’assessore al Bilancio Diego Chirico: “Credo pure che i primi tre anni siano prescritti” dichiarava in conferenza stampa il 21 ottobre dove, oltre al sindaco era presente anche la consigliere e avvocato Brigida Marra, che puntualizzava: “Abbiamo chiesto un parere sulla vicenda alla Conviri (commissione nazionale risorse idriche) la retroattività non è giuridicamente possibile e la Gori non è ente autorizzato”.
A quanto pare, nel 2014 qualcuno si sbagliava. “Non abbiamo mai parlato di annullamento, ma di sospensione temporanea – replica oggi Chirico – grazie al Sindaco Aliberti, ci siamo seduti dal primo giorno al tavolo del Senatore Sarro e dal primo giorno siamo stati consapevoli che l’annullamento non poteva esserci. Sapevamo che doveva essere rateizzato e spalmato il debito, e così è stato, sapevamo che era stata inoltrata una richiesta di finanziamento, e per questa il Commissario è ancora in attesa dell’Authority di Milano. I ricorsi li lasciamo agli altri”.