“L’alea dell’illegitimmità non sarebbe stata superata dalla nuova autorizzazione paesaggistica che avrebbe rispettato l’iter del Consiglio di Stato”. Questa è una delle motivazione che viene edotta dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno per motivare il no al dissequestro del Crescent. In trentadue pagine viene nuovamente evidenziato come il reato di abuso d’ufficio derivante da quell’autorizzazione, annullata dal Consiglio di Stato nel dicembre del 2013, sia ancora un’ipotesi di reato concreta. La prima autorizzazione era frutto del silenzio assenso del Soprintendente Giuseppe Zampino. Successivamente fu seguito l’iter indacato dal Consiglio di Stato ma questo non è sufficiente, per i giudici, per sanare definitivamente una situazione che, evidentemente, merita ulteriori approfondimenti processuali. Inoltre viene posto l’accento sugli onori di urbanizzazione che, secondo quanto determinato dal Puc del Comune di Salerno, sarebbero spettati alla Crescent Srl dei costruttori Elio Rainone e Ritonnaro. “Risulta arduo analizzare – scrive il collegio giudicante – i provvedimenti sopravvenuti senza avere riguardo a quanto li ha preceduti e, soprattutto, allo stretto connubio che risulta individuato tra le condotte illecite a monte e la modificazione della realtà fattuale a valle“.. Un’ordinanza che supera anche i pareri negativi dei pm titolari dell’inchiesta (Alfano e Valente). Secondo i giudici della seconda sezione l’intero procedimento relativo alla realizzazione del Crescent va analizzato e valutato omogeneamente . Per i giudici anche i permessi di costruire rilasciati alla società aggiudicatrice dell’appalto vanno valutati con attenzioni e devono essere oggetto di approfondimenti. Su un punto sono assolutamente perentori: “l’autorizzazione paesaggistica incriminata non è inefficace, ma completamente inesistente”. Una sanatoria postuma, frutto delle direttive impartite dal Consiglio di Stato e dell’iter avviato da Comune e Soprintendenza di Salerno per sopperire all’autorizzazione paesaggistica carente, non è sufficiente per risolvere senza dubbi sulla liceità degli atti sottoscritti per la realizzazione del Crescent: . “non pare che il Consiglio di Stato abbia affrontato (essenzialmente perchè ad esso non sottoposti) i profili di dedottaviolazione di legge che attualmente sorreggono , nel decreto che dispone il giudizio, le contestazioni di abuso d’ufficio inerenti al rilascio della richiamate autorizzazioni e quelle afferenti ai reati urbanistici e paesaggistici“. Il legale difensore di Rainone, Agostino De Caro, ha già annunciato ricorso al Riesame.
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