di Giovanni Sapere
SALERNO/NOCERA INFERIORE. Ed alla fine spunta anche un noto magistrato salernitano nell’ambito dell’inchiesta “Mastrolindo”. I carabinieri si sono imbattuti nel nome di un noto esponente della procura di Salerno. Secondo quanto emerso dalle indagini, due dirigenti Inps avrebbero parlato dell’interessamento di questo sostituto procuratore di Salerno per una vicenda giudiziaria che era a cuore ad uno dei due dell’istitituto e che avrebbe a sua volta discusso dei fatti con il collega finito sotto inchiesta da parte di questo magistrato. Il magistrato in questione, a dire di uno dei suoi dirigenti intercettati mentre parlavano a telefono, avrebbe avuto un trattamento di favore o meglio uno dei due dirigenti, a suo dire, si sarebbe messo a disposizione con l’inquirente per una pratica che a lui interessava.
Insomma, pure il magistrato avrebbe cheista la “sana” e italianissimna raccomandazione. Come tanti altri, forse anche solo per accelerare la pratica o per avere quello che spettava a lui a una terza persona. Niente di nuovo si dirà. Così fan tutti, ma in altri casi, i magistrati mettono sott’inchiesta i pubblici funzioanri per condotte simili. Ma come si suol dire: «fate come dico e non fate come faccio» e in questo caso come imputo!
Al di là della vicenda in sé, i cui contorni probabilmente, come accade in questi casi, potrebbero essere chiariti da altra magistratura come quella in servizio a Napoli, anche a tutela del buon nome del noto sostituto procuratore sotto “osservazione”. Potrebbe anche trattarsi di un millantato credito che potrà essere scoperto abbastanza facilmente, esaminando il destino della pratica che riguarda il dirigente indagato dal magistrato. Insomma, il prosieguo delle indagini potranno stabilire se un dirigente dell’Inps abbia millantato credito o ci sia stato qualcosa di illegale o quantomeno una leggerezza da parte del sostituto procuratore.
Finora, da “Mastrolindo” emerge una realtà inquietante, un sistema di cointeressamenti e di grigio che aleggia intorno alle attività dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Chiariamo subito che Mastrolindo è emerso grazie alla segnalazione di alcuni dirigenti dello stesso Istituto, anche se l’inchiesta ha portato fuori una realtà di omissioni o di controlli addomesticati che hanno consentito consapevolmente o inconsapevolmente il proliferare di un sistema truffaldino costato centinaia di milioni di euro alle casse dell’Ente. Emersi pure gli intrecci tra faccendieri, consulenti del lavoro, commercialisti, procacciatori, ispettori, funzionari e dirigenti dell’Inps, ispettori e funzionari del Ministero del Lavoro, amministratori pubblici, portatori “di voti di noti politici locali e non solo”. Tutti cercavano di approfittare o di trovare comunque un proprio utile dalle prebende che l’Inps eroga a sostegno del reddito di chi in teoria ha bisogno.