di Arturo Calabrese
Ancora un pericolo per Battipaglia, per la Piana del Sele e per l’intera provincia di Salerno. Questa volta, l’emergenza arriva per il mondo del lavoro.
Ieri mattina, davanti alla fabbrica Cooper Standard, azienda produttrice di guarnizioni per il gruppo Stellantis tra cui campeggia anche il gruppo Fiat, si è tenuta una manifestazione di dipendenti ed operai.
Negli scorsi mesi, tra le organizzazioni sindacali e il gruppo si erano raggiunte intese significative, fondate sull’impegno comune a rafforzare il sito e a prepararlo ai futuri piani industriali Stellantis, che avrebbero potuto assicurare nuove produzioni a Battipaglia. Tali intese prevedevano un percorso condiviso: riduzione graduale degli addetti tramite esodi incentivati, sospensione degli ammortizzatori sociali e relazioni industriali basate sulla trasparenza e sulla fiducia reciproca.
Oggi, tuttavia, si concretizzano i timori delle sigle sindacali Filctem della Cgil, Femca della Cisl, Uiltec e Confail. Nonostante le rassicurazioni del gruppo, che aveva garantito il mantenimento delle forniture correnti sugli attuali modelli e su quelli di cui Stellantis ha esteso la produzione, si apprende che nello stabilimento di Pomigliano d’Arco è stata allestita la vettura Tonale con guarnizioni prodotte dalla stessa Cooper in stabilimenti situati in Polonia.
Questo dimostra l’apertura di una linea di produzione parallela che rischia di coinvolgere tutte le commesse attualmente gestite da Battipaglia e di compromettere definitivamente la possibilità di nuove assegnazioni produttive.
“Si tratta di un atto grave che smentisce le rassicurazioni fornite in questi mesi e mina la credibilità delle relazioni industriali – fanno sapere – i lavoratori si sentono traditi, e le organizzazioni sindacali non intendono restare a guardare: è stato avviato un percorso di mobilitazione e indetto lo sciopero a tempo indeterminato per fermare la letale e irresponsabile strategia del gruppo e difendere il futuro del sito e dell’occupazione”.
Diverse le sigle presenti davanti alla fabbrica nella mattinata di ieri.
“All’azienda chiediamo perché durante l’incontro non siamo stati di queste ulteriori decisioni – dicono – era un qualcosa di programmato e quindi dobbiamo sapere perché non siamo stati informati. Nel contempo abbiamo informato i nazionali e quindi anche il ministero è informato. Questa volta – conclude Antonio D’Amato della Cgil – non ci accontenteremo di altri accordi ma vogliamo che chi di dovere ci metta la faccia”.
Dello stesso avviso è Alessandro Antoniello, della Uiltec: “Lo sciopero a oltranza non ci spaventa e non deve spaventare nemmeno i lavoratori – le sue parole – gli scenari per i quali eravamo abituati a costruire relazioni con l’azienda sono cambiati. Abbiamo scoperto che allo stabilimento di Pomigliano d’Arco sono stati installati pezzi provenienti dalla Polonia – aggiunge Antoniello – tra le garanzie che avevamo avuto era che ciò non sarebbe mai potuto accadere.
Il contesto dunque muta radicalmente perché non c’è più fiducia. Il gruppo deve venire qui e metterci la faccia – prosegue – dato che stiamo aspettando ancora una risposta ufficiale ma ora cambiano le rivendicazioni. Avvieremo un tavolo di discussione per la vertenza che ha necessità di arrivare in sedi più grandi. Non rivendichiamo l’apertura di uno stabilimento ma siamo qui per sottolineare l’atteggiamento del gruppo. Non sarà – conclude – una vertenza breve”.






