di Andrea Pellegrino
Vincenzo De Luca aveva toccato, in chiusura di campagna elettorale, tutti i Comuni interessati dal ballottaggio ma nel salernitano è riuscito a strapparne solo uno su tre. Al centrosinistra è andata Cava de’ Tirreni mentre al centrodestra sono andate Eboli ed Angri. Ma a Cava de’ Tirreni, approfondendo il dato Servalli, il sindaco scelto con le primarie del Pd ha dunque vinto al 90 per cento per demeriti altrui, ed in particolare dell’uscente Marco Galdi. Non fosse altro che il neo sindaco democrat metelliano si è ritrovato, per un gioco di veti incrociati, anche il sostegno del leader dei Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, oltre a numerosi ex candidati sindaco (a Cava erano ben 10) di varia estrazione e quasi tutti collocati nel centrodestra. Insomma, l’effetto De Luca seppure c’è stato non ha prodotto poi tanto: il risultato era già scritto sulla carta. Ad Angri, invece, oltre ad essere franato il Pd, è crollato anche il laboratorio politico tanto sbandierato da Luigi Cobellis e Nicola Landolfi. In pratica il noto accordo Udc – Pd che aveva portato, a loro dire, Canfora alla guida della Provincia di Salerno. Dimenticando però che il sindaco di Sarno è entrato a Palazzo Sant’Agostino anche con il lasciapassare di Pasquale Aliberti (Scafati), Salvatore Bottone (Pagani) e di Ernesto Sica (Pontecagnano). Così Palazzo Doria è passato al centrodestra con Cosimo Ferraioli, o meglio è rimasto a destra. D’altronde, fino alla conversione deluchiana, Pasquale Mauri era sindaco espressione del centrodestra. Ad Eboli il caso più simpatico, dove il vecchio comunista (Cariello) oggi socialista di destra è riuscito a strappare la poltrona di sindaco al vecchio forzista (Cuomo) attuale esponente del Pd. Dunque, uno scontro a parti invertite dove il tutti contro tutti, e anche il sostegno del defenestrato sindaco Melchionda (Pd) a Massimo Cariello, ha di fatto sancito la vittoria. Ma dalla segreteria provinciale democrat, poco male: «Abbiamo vinto a Cava e abbiamo perso ad Eboli». Landolfi, infatti, avrebbe comunque alzato il calice affermando: «Torniamo a essere maggioranza assoluta all’Asi e all’Ausino. Cambia la storia della nostra provincia». Dunque obiettivo nomine centrato, a via Manzo pare che aver verso poltrone ad Angri ed Eboli non sia poi tanto una disfatta. Ed invece del fatto che il Pd sia in una fase calante, è convinto Antonio Bassolino che dice: «Le regionali prima e le comunali ora reclamano una doverosa e seria riflessione di tutto il Pd». E l’ex governatore ci mette anche il risultato delle regionali, dove il Pd, così come sostenuto anche dal dirigente democrat Francesco Nicodemo, «non è andato benissimo. Ha vinto De Luca non il Pd». E peggio pare sia andato domenica. A Giugliano ha vinto il ribelle Poziello, estromesso dal Pd (per motivi giudiziari) e riabilitato da Vincenzo De Luca. A Quarto la fascia tricolore è andata ad un sindaco Cinque stelle, Rosa Capuozzo, mentre a Bacoli il Movimento di Grillo ha contributo alla vittoria Josi Gerardo Della Ragione. Due vittorie benedette anche dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Naturalmente il vero vincitore delle elezioni anche questa è stato l’astensionismo: in media ha votato un cittadino su due. Dunque, sempre in media, a scegliersi il sindaco è stata la metà o poco più di un determinato comune. Ma questa è la democrazia e gli assenti hanno sempre torto.