di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. Regna il caos in Alba: i lavoratori sono in stato di agitazione.
Ieri mattina, infatti, all’interno dei locali di via Rosa Jemma, i dipendenti della partecipata comunale si sono riuniti in assemblea per confrontarsi su quanto sta – o non sta – accadendo e per decidere il da farsi. Si rimane in stato d’agitazione, garantendo il regolare svolgimento delle attività ordinarie (ad esempio, la raccolta mattutina) ma non assicurando altresì l’esecuzione degli straordinari (come, dunque, la pomeridiana raccolta dei cartoni).
Il malcontento, ad ogni modo, nasce dal modus agendi dell’amministratore unico, Luigi Giampaolino, il quale, a detta delle maestranze, infatti, avrebbe completamente tagliato i ponti relazionali con l’azienda, rifiutando di incontrare la RSU: da qui, dunque, l’indignazione degli operai, che credevano di dover esser messi al corrente circa alcune scelte importanti riguardanti l’azienda, come i tagli al servizio igiene – da 7.682.883,84 a 7.450.000 euro – effettuati tra marzo e aprile su richiesta della commissione straordinaria.
Ma a destare le maggiori perplessità negli animi dei lavoratori, tuttavia, è la controversa gestione delle posizioni contrattuali dei 45 ex-Nuova, che attendono ancora un adeguamento delle proprie posizioni contrattuali a seguito dell’inglobamento, da parte di Alba, della loro municipalizzata.
Una intricata vicenda che trae origine dalle scelte dell’amministrazione di Giovanni Santomauro, che nel 2010 ratificò la scissione di Alba Nuova in due società, ossia la Alba Ecologia Srl e la Nuova Manutenzione Srl.
Da qui il caos: Giuseppe Giannella, infatti, fu nominato presidente e direttore generale di Nuova, e nell’ottobre del 2011 ne divenne il liquidatore. Proprio l’ingegnere dell’Asis, però, un mese prima s’era vista assegnata la progettazione di una gara per l’affidamento e la gestione del servizio di illuminazione, che nel 2007 era già stato presentato da Alba Nuova: l’appalto se l’aggiudicò l’arcinota Cpl Concordia, che avrebbe guadagnato dall’esternalizzazione – con ingenti danni economici per Palazzo di Città – ben 12 milioni in 15 anni. Una torbida vicenda, che qualche settimana fa ha attirato le attenzioni della Procura dalle parti del Tusciano, perché a Giannella e a Pasquale Angione, dirigente comunale che fece la nomina all’ingegnere, sono stati notificati degli avvisi di garanzia. Le delibere per l’affidamento, ad ogni modo, furono annullate da Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone lo scorso agosto, e qualche mese dopo i commissari straordinari sancirono, di fatto, il ritorno ad Alba Nuova: Alba, infatti, avrebbe inglobato le funzioni – e il personale di Nuova –, ritornando di fatto alla situazione originaria. Ma con degli ostacoli da superare: i lavoratori Alba, occupandosi d’igiene, hanno infatti un contratto Federambiente; gli ex Nuova, invece, stanno ancora alle condizioni dettate dal CCNL Enti Locali. Una situazione illegittima, perché Nuova è una srl, e i 45 operai non sono affatto dipendenti pubblici. In seguito all’accorpamento, Giampaolino promise di risolvere la quaestio nel giro di due mesi, ma, di fatto, nulla è cambiato.
Si teme, inoltre, che la mancata approvazione del bilancio del 2014 possa portare allo scioglimento dell’azienda e a una conseguente esternalizzazione dei servizi, che avrebbe pesanti ripercussioni sulle casse comunali e sulle tasche dei cittadini.
Infine, per quel che riguarda la raccolta, il progetto Conai prevedeva 112 addetti: allo stato attuale, invece, a occuparsi del servizio ci sono 53 lavoratori Alba e 16 esterni, appartenenti a una coop.
«Dall’assemblea di stamattina – hanno dichiarato ieri i membri della RSU, Salvatore Del Duca, Claudio Tiberio e Francesco Giaquinto – usciamo più forti, decisi ad andare avanti con lo stato di agitazione».
Ora l’appuntamento è fissato a mercoledì prossimo, quando i tre saranno ricevuti da Carlo Picone a Palazzo di Città. Si attende ancora la convocazione, invece, per interloquire del nuovo piano di lavoro.
LA RELAZIONE RIMASTA APPESA. Lo spettro Multyservices.
Anche il servizio di spazzamento manuale ha suscitato migliaia di dubbi negli animi dei lavoratori di Alba: da un po’ di anni, infatti, l’esternalizzazione dell’appalto, alla quale prima provvedeva direttamente la municipalizzata, è tornata direttamente tra le mani di Palazzo di Città. Ed è notizia di ieri che il Comune ha approvato il verbale di gara per l’aggiudicazione dell’appalto dello spazzamento manuale, servizio di cui finora s’è occupata la Sud Service di Altavilla Silentina, alla Multyservices.
La cooperativa sociale di Palma Campania dovrebbe portare avanti l’incarico fino al prossimo 4 novembre.
Come già scritto tra queste colonne qualche settimana fa, la coop partenopea, con un ribasso del 5% rispetto all’importo a base d’asta, ha avuto la meglio sulla concorrente, proprio la Sud Service, che aveva svolto il servizio negli ultimi mesi e che, per questa gara, ha presentato un ribasso del 4%.
S’attende soltanto il parere della prefettura di Salerno: è tutt’altro che una suggestione, ad ogni modo, che possa far ritorno in città la coop che aveva fatto discutere anche la commissione d’accesso antimafia: secondo la relazione dei commissari, infatti, le modalità con le quali l’ex ad di Alba, Vito Santese, aveva esternalizzato il servizio di spazzamento affidandolo alla coop di Palma Campania, avrebbero favorito l’infiltrazione in città dei clan della Nuova Camorra Organizzata. Ora s’attende la verifica dei requisiti per procedere all’aggiudicazione definitiva.