di Erika Noschese
L’Italia si trova di fronte a un’emergenza sempre più grave sul fronte della sicurezza sul lavoro. Nei primi cinque mesi del 2025, si sono registrati ben 386 decessi, un aumento preoccupante del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questi dati allarmanti sono stati diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che evidenzia come più della metà del Paese sia ormai in zona rossa o arancione per quanto riguarda l’incidenza degli infortuni mortali. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, ha commentato i dati sottolineando la gravità della situazione: “Da gennaio a maggio sono ancora tante, troppe, le vittime sul lavoro. Rispetto ai primi cinque mesi del 2024 sono aumentate del 4,6% e si contano già 386 decessi, 17 in più dello scorso anno. Otto regioni sono in zona rossa e altre 3 in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale”. Le regioni più colpite, con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale, includono Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia, Puglia e Campania (zona rossa). In zona arancione si trovano invece Veneto, Calabria e Liguria. La Lombardia detiene il triste primato per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro, con 42 decessi, seguita da Veneto (30) e Campania (25). I settori più a rischio si confermano le Costruzioni, con 45 decessi, le Attività Manifatturiere (43), i Trasporti e Magazzinaggio e il Commercio (33). Il lunedì si rivela essere il giorno più luttuoso della settimana. L’analisi dell’Osservatorio evidenzia anche come l’età sia un fattore di rischio significativo: l’incidenza più elevata di mortalità si registra tra gli ultrasessantacinquenni (30,7 morti per milione di lavoratori) e nella fascia d’età tra i 55 e i 64 anni (19,1). Allarmante anche il dato relativo ai lavoratori stranieri, con 87 vittime nei primi cinque mesi del 2025, un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Le donne decedute sono state 37, di cui 18 in occasione di lavoro e 19 in itinere. PATENTE A CREDITI: SPERANZA PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI MA SERVONO PIÙ CONTROLLI Di fronte a questo scenario critico, il Ministero del Lavoro ha introdotto un nuovo sistema digitale: la patente a crediti. Attiva dal 1° ottobre 2024 e pienamente operativa dal 10 luglio 2025, la patente a crediti punta a spingere le imprese edili a investire nella sicurezza e a ridurre drasticamente gli incidenti nei cantieri. Ogni azienda inizia con 30 crediti, che possono essere decurtati in caso di infortuni o violazioni. Se il punteggio scende sotto i 15 punti, l’impresa viene sospesa dall’attività. Al contrario, le aziende virtuose possono accumulare fino a 100 crediti aggiuntivi grazie alla formazione del personale e all’adozione di misure di sicurezza avanzate. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha presentato il nuovo sistema digitale il 1° luglio 2025, come stabilito dal Decreto Direttoriale n. 43/2025. IL TEMA SOTTO LA LENTE DELLA FENEAL UIL SALERNO Patrizia Spinelli, segretario generale della Feneal Uil di Salerno, ha commentato questa iniziativa, esprimendo le sue aspettative e le sue preoccupazioni. “Ho preso visione di quanto presentato dall’INL e ho espresso il mio auspicio per la reale finalità per cui la patente è stata concepita. Vorrei ribadire la mia posizione sull’utilizzo dei droni, un tema che torna sempre nei vari dibattiti. Si sente spesso dire che ci sono ‘pochi uomini in campo’; ebbene, allora utilizziamo i droni, con accordi specifici. Questo lo abbiamo voluto mettere a futura memoria”. La Spinelli ha poi concluso con un forte richiamo alla responsabilità collettiva: “Ricordo ancora le parole della giovanissima moglie in lacrime, disse: ‘mio marito è morto perché qualcuno non ha fatto il proprio dovere’. Nella sua disperazione aveva ben espresso il concetto del perché si muore nei cantieri. Noi non dobbiamo essere immuni da questa responsabilità nel nostro quotidiano, nel far rispettare le norme secondo le nostre possibilità di intervenire”. La lotta contro le morti sul lavoro continua, con la speranza che le nuove misure e un maggiore impegno da parte di tutti gli attori coinvolti possano finalmente invertire questa tragica tendenza.





