di Alfonso Malangone*
L’elenco delle alienazioni 2025-2027, recentemente deliberato da Giunta e Consiglio per integrare le risorse da destinare al ripianamento del Disavanzo di Amministrazione, desta stupore per la presenza dei lidi balneari ‘SIULP’ e ‘Conchiglia’ messi all’asta a fine 2021 e, per quanto noto, pure assegnati. Infatti, negli anni susseguenti, entrambi sono stati accompagnati da una nota precisa: “procedura di aggiudica e vendita in corso per precedente asta” (fonte: Comune). Dalla lettura dei documenti di quel tempo, si apprende che la gara fu estremamente veloce, solo 21 giorni tra l’avvio, il 09/12, e la scadenza, il 30 successivo, perché indetta per dichiarate esigenze finanziarie. Cioè, si doveva far cassa. Si legge, poi, che il primo lido fu aggiudicato per 651.000 euro, sulla base d’asta di 474.900, e il secondo per 131.000 euro, su 55.500. Non manca, infine, una singolare coincidenza: i rispettivi gestori si comportarono allo stesso modo, offrendo rialzi di appena 1.000 euro e 500 euro, forse contando sull’assenza di altri interessati grazie ai tempi ristretti e alle festività di fine anno, e finirono, allo stesso modo, al secondo posto. Ora, con questi presupposti, la conferma dei lidi in elenco senza annotazioni rende naturale una domanda: “come mai sono tornati in libera vendita?” Alcune notizie diffuse in questi giorni possono aiutare a trovare la risposta per la quale, ovviamente, è opportuno fare salvo ogni errore. Per il lido ‘SIULP’, si legge di una contestazione tecnico-legale avviata nel 2022 dal vincitore dopo la decisione del Comune di assegnare il bene al secondo in graduatoria, cioè al gestore, a seguito dell’esercizio del diritto di prelazione a lui spettante e a fronte dell’impegno a corrispondere il prezzo offerto dal primo classificato. Epperò, nell’attesa della pronuncia dei Giudici, una recentissima determina del Settore Gestione del Patrimonio, la n. 1974 del 16/04 scorso, ha disposto l’annullamento della gara per la presenza di un errore nella quantificazione del valore del lido. Il documento precisa che la revoca è resa possibile dal cosiddetto “potere di ripensamento” che spetta all’Ente “per sopravvenute nuove ragioni di interesse pubblico o a seguito di una rinnovata valutazione di quelle originarie” (cit.). In dettaglio, sarebbe stata stimata la sola consistenza del terreno e non anche quella delle strutture presenti sullo stesso, con un danno grave per il Comune. Adesso, è difficile pensare che le cose possano finire qui, senza nuove contestazioni. Del resto, le anomalie sembra siano state molteplici, salvo errore. Per capire meglio, è necessario ripercorrere la vicenda. Il lido ‘SIULP’ fu posto in vendita con determina del Servizio Provveditorato n. 5217 del 09/12/2021. Il cespite venne attribuito al Catasto Terreni, Foglio di mappa 44 e particella 829 di mq 3166. E’ opportuno chiarire che non si tratta dell’arenile, di proprietà Demaniale ed inalienabile, ma del suolo compreso tra la spiaggia e la strada litoranea che, in quella zona, appartiene egualmente allo Stato. L’operazione fu effettuata in forza della Legge sul federalismo demaniale che tuttora consente di chiedere l’intestazione di beni privi di ulteriore interesse pubblico con l’impegno a retrocedere il 25% delle successive alienazioni. Ciò premesso, va precisato che la descrizione del cespite nel Catasto Terreni fu accompagnata da un dato valido per il Catasto Fabbricati perché volto a segnalare la destinazione d’uso di un immobile urbano. Su quel suolo, quindi, c’erano ‘intuibilmente’ delle costruzioni che l’assenza di elementi identificativi non consentiva di apprezzare. E, questa, è una prima stranezza perché, nella consistenza del lido riportata alla sezione ‘Fabbricati’ degli elenchi Demaniali, si trova censito un immobile di categoria D6, ‘fabbricati e locali per esercizi sportivi’, di complessivi mq 95. Quindi, la domanda è naturale: “se la struttura c’era, perché non è stata rilevata e valutata?” A quanto si capisce, l’errore sarebbe da attribuire alle modalità di accatastamento delle costruzioni realizzate da terzi concessionari su suoli Demaniali in applicazione di una disciplina che rimonta al 1949. Di essa, data per certa l’ignoranza dei comuni cittadini, i tecnici avrebbero dovuto avere conoscenza, potendo sempre fare un clic su internet. E, questa, è una seconda stranezza. Di più. Nell’elenco delle alienazioni 2024, gli altri lidi in vendita, ‘Finanziari’, ‘Eureka’ e ‘Kursaal’, sono tutti assegnati al Catasto ‘Fabbricati’, non ‘Terreni’, proprio per la presenza di strutture. E, questa, è la terza stranezza. In verità, una quarta è conseguente a una domanda: “fu effettuato il sopralluogo diretto, visto che la valutazione di un bene richiede l’accertamento puntuale della sua consistenza?” Se qualcuno dovesse dire che la gara fu messa in piedi ‘di fretta’, ne soffrirebbe la buona fede. Infine, ce n’è pure una quinta. Nel bando di gara risulta precisato che il valore attribuito aveva ottenuto proprio dal Demanio il parere di congruità n. 21627/CG in data 07/12/2021 e, quindi: “possibile che nessuno si sia accorto di niente?” Si rasenta davvero l’incredibile. Anche perché si legge che ci sono voluti quasi tre anni per chiarire con il Demanio e arrivare alla conclusione di dover ripetere l’asta. Prima, però, sarebbe doveroso aggiornare il valore del lido atteso che nel recente elenco è riportato ancora quello di 474.900 euro in quanto la data della determina, con la notizia dell’errore, è posteriore di oltre un mese. Già, ma se nello stesso elenco non c’è più la nota della vendita: “come hanno fatto Assessori e Consiglieri a saperlo?” Mistero. Ma, c’è spazio anche per un’ultima osservazione. In una determina del Servizio Provveditorato relativa alla registrazione dell’incasso di 651.000 euro, la n. 2163 del 13/04/2022, una quota di 488.250 era definita ‘ACCERTATA’ come ‘Entrata da alienazione immobili anno 2021’ e la differenza del 25% da trasferire al Demanio, pari a 162.750, ‘ACCERTATA’ per l’anno 2022. Così, viene il dubbio che le somme possano essere state contabilizzate tra i Residui Attivi, giacché negli elenchi del 2022 e 2023 risulta presente la voce “Alienazioni patrimonio disponibile (Esproprio ospedale, LIDI e autorimesse F.lli De Mattia)” pur senza il dettaglio degli importi. Se così fosse, sarebbero invalidati i risultati di Bilancio dal 2022 in forza di quanto disposto dall’art. 3.13 dei Principi Contabili: “nella cessione di beni immobili, l’obbligazione giuridica attiva nasce al momento del rogito (e non al momento dell’aggiudicazione)”. Per il lido a est dell’Irno, di nuovo in vendita liberamente, nulla si sa circa i motivi dell’annullamento della gara che, ovviamente, deve essere stato dichiarato. Però, il suo valore in elenco è stato elevato a 220.000 euro, rispetto al precedente di 55.500. Quattro volte di più. Cioè: “anche qui c’è stato un errore, magari perché la gara fu fatta ‘di corsa’?” E’ solo una domanda. Per concludere, resta solo da dire che ai fini delle future cessioni dei due lidi non sarà certo di vantaggio la presenza, per entrambi, del divieto di balneazione PERMANENTE. Al ‘SIULP’ è addirittura A VITA, per il Porto Turistico, mentre al ‘Conchiglia’ dipende dalla qualità ‘scarsa’ degli ultimi cinque anni. Forse, sarebbe necessario pensare a come ripulire l’acqua per i cittadini, piuttosto che costruire una casa con acqua depurata per i pescecani. Per quanto ricostruito, la gestione definibile almeno ‘pasticciata’ delle due gare potrebbe davvero essere di pregiudizio per l’intera Comunità, sempre e comunque chiamata a pagare le conseguenze di detestabili errori o di deprecabili sbagli amministrativi. E, quindi, visto che l’urgenza dei soldi in cassa è ormai superata dalle maggiori imposte introdotte con il decreto aiuti, una domanda finale è più che opportuna: “esistono interessi pubblici ‘prevalenti’ in grado di giustificare la gestione della cessione dei lidi che, con la prossima Bolkestein, può essere a rischio di intromissioni devianti?” Non è un quesito da cento milioni di dollari, è da molto meno. *Ali per la Città





