Il Papa che vorremmo - Le Cronache Ultimora
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Il Papa che vorremmo

Il Papa che vorremmo

Aldo Primicerio

Il primo ipocrita è Trump. Lui e la sua maggioranza hanno sempre sparato veleno contro Francesco. L’ultima in ordine di tempo la deputata repubblicana Usa Marjorie Taylor Greene. Ha esultato alla morte del Papa. “Il male sconfitto da Dio” ha demenzialmente biascicato ai media americani, dopo aver postato sui social la sua blasfemia. Una canagliata tollerata dallo stesso Donald l’Ipocrita.  Ed ecco quindi il non-sense di un Trump presente ai funerali.

Altro ipocrita è JD Vance, vice  presidente Usa. Fa finta di seguire il Vangelo, fa visita al Papa alla vigilia della sua morte, e poi firma ordini violenti contro gli immigrati. Per non parlare dell’orda politica italiana, uomini e donne, quasi tutti da una sola parte politica, tutti davanti alla salma del Papa dopo averne calpestato la figura e l’operato. Una schiera di ipocriti, di “mercanti del tempio”. Che si fanno il segno della croce, portano l’immaginetta al collo, e sfilano davanti alla bara dopo averne contestato il pontificato.

E poi quel titolo di Libero, “Il mistero della morte del Papa”. E gli interrogativi sui perché dei ritardi, e della incongruenze sulle ultime ore con quella frase,  “Il Papa è già morto e non ce lo dicono”. Come se dietro la morte di un uomo che ha sofferto per mesi ci fosse stato una sorta di complotto.

Ed infine le “ombre” del papato di Bergoglio secondo Daniele Capezzone. Il suo interventismo politico, l’ambientalismo, l’astio contro la ricchezza, il pauperismo, la distanza dall’essenza della cristianità e un indaffararsi quasi da capo di una Ong, da sindacalista, a difendere più la povertà dei migranti e del clima, che non la fede e la promessa della salvezza. E tanto altro. Se continuo a leggere su Youtube il testo di Capezzone, un conversatore che ho spesso ammirato in tv, resto trasecolato. Fino a chiedermi quale peste ideologistica lo abbia colpito, quali studi abbia mai rinnegato per perdersi tra queste bazzecole da disturbo mentale. E quindi se siano davvero così quelli che ci governano. “Mercanti del tempio” come li ha definiti Luigi De Magistris, che svendono i valori universali del Vangelo, di Gesù e del suo emissario sulla Terra tra gli umani, fino al tradimento della civiltà dell’amore e dell’umanità

 

Ed ora il Papa che vorremmo. Con quanto di Bergoglio? Più vicino a Dio? O agli ultimi?

 

Quanti papabili in questi giorni! Elencati e presentati in foto dai media. Eppure i giorni del Comclave saranno sempre dominati dal ricordo di Francesco. Che per lasciarci ha scelto i giorni della Resurrezione. Ed i giorni dell’anno e dell’apertura della porta giubilare. Che coincidenza strordinaria. Un po’ come per Papa Ratzinger, che per lasciarci scelse il 31 dicembre, l’ultimo dell’anno 2022. Coincidenze che cristallizzano forti nella mente le figure di questi due pontefici. Che vorremmo fossero quasi fusi nella figura del prossimo pontefice.

Lui, Francesco, il Papa buono e vicino agli ultimi, agli “scartati”, i migranti, i detenuti, e gli omosessuali.Se una persona è gay chi sono io per giudicare”, ebbe a dire una volta a Rio. E sulle donne. Pur escludendole da un impossibile diaconato femminile, lui ha sempre riservato loro pensieri ed azioni di attenzione. Come nel caso di Suora Brambilla, prima Prefetta del Vaticano. “Le donne fanno il mondo bello” diceva Francesco. Che le percepiva distanti dal modello vetero-borghese della persona chiusa in casa, ad accudire casa, fornelli e figli. Ma anche distante dalla donna 4,0, libera da ogni vincolo pur di imitare il maschio nella rincorsa lavoristica alla professione, al danaro ed al potere. E poi, il Francesco delle battaglie sociali, il pacifismo, la vicinanza agli ultimi, e la denuncia forte dell’ignobile genocidio di Gaza. Proprio quelle scelte forti e buone che non gli hanno mai perdonato le destre del mondo, quei conservatori che non sanno conservare niente, perché distruggono. E che non ha capito Netanyahu, fino a negargli una parola di cordoglio. Benjamin, l’etnocida, un uomo rozzo dalla testa grande ma dalla mente piccola.

 

E poi lui, Joseph Aloisius, il Papa studioso e colto, da molti chiamato Ratzìnger. con l’accento sulla i.

 

Quasi a volerlo rendere assonante con Mazìnga, il robot personaggio dei fumetti più amato dai ragazzi, e adatto a quella faccia apparentemente dura e perfida di tedesco forte e conservatore. Il mondo tremò quando, durante una lezione, si lasciò andare dicendo che Maometto predicava con la spada e che era stato capace di fare solo cose cattive e disumane. Un’espressione che fece indignare il mondo islamico, nei primi anni del 2000 attraversato dal fanatismo e dal terrorismo. Lui tentò di spiegare che era stato un frainteso. Ma ormai il guaio era fatto. E lasciò una brutta traccia perché, invitato dal rettore derlla Sapienza a Roma per inaugurare l’anno accademico, sollevò la protesta di molti docenti. Il mondo accademico capitolino non perdonava a Benedetto di aver difeso Urbano III, il Papa che impose a Galileo Galilei l’abiura della famosa teoria copernicana da lui sostenuta dell’eliocentrismo, il Sole al centro dell’universo, contraria a quella aristotelica da tutti sposata, quella del geocentrismo secondo cui al centro ci fosse la Terra. I docenti de La Sapienza non avevano gradito che Papa Benedetto sostenesse che “gli scienziati non sono i custodi ultimi del sapere scientifico”. Per loro non era accettabile mischiare le faccende spirituali con quelle scientifiche ed accademiche.
E quindi ecco il Papa che molti di noi vorrebbero, un “Bergotzinger”, la migliore sintesi possibile tra Bergoglio e Ratzinger. Un Papa chcapace di stare nel giusto mezzo tra il difensore degli ultimi ed il teologo inflessibile, tra una Chiesa che deve avvicinarsi al mondo ed una che deve avvicinarsi a Dio. E poi un Papa che fosse vicino agli animali, spesso torturati ed uccisi, nostri compagni di viaggio dalla vita assai più breve della nostra, in media un settimo di quella di noi umani che rispetto a loro sembramo dei Matusalemme. Bergoglio lo diceva sempre che gli animali sanno soffrire ed amare come noi. Ecco perché volle chiamarsi Francesco. E poi un Papa capace di far capire, a chi lo sostiene, che l’aborto fosse da tener il più possibile lontano dai pensieri di una futura madre. Temi difficili, come le guerre, o l’eutanasia, o l’utero in affitto, o il gaysmo ed il lesbismo, su cui un buon Papa deve saper dire sempre l’ultima parola giusta ed esser sempre pronto al perdono. Per questo, fiduciosi nella saggezza dei cardinali vaticani, porteremo sempre nel nostro cuore Bergoglio. Come è stato per Wojtyła e per Roncalli. Il mondo ha bisogno dei Papi buoni.