Liberazione salernitana dai due volti - Le Cronache Salerno
Salerno

Liberazione salernitana dai due volti

Liberazione salernitana dai due volti

di Erika Noschese

La recente decisione del governo nazionale di osservare cinque giorni di lutto in onore della scomparsa di Papa Francesco ha innescato un dibattito acceso che ha toccato anche la provincia di Salerno. In questo contesto delicato, la città si è trovata a celebrare l’ottantesimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, un evento che ha visto convergere due distinti momenti commemorativi: una solenne cerimonia istituzionale e un vivace corteo promosso dall’Anpi Salerno, dalla Cgil e dalla Rete delle Associazioni e movimenti antifascisti. La cerimonia ufficiale, orchestrata dalla Prefettura di Salerno, si è svolta nella centralissima Piazza Vittorio Veneto, raccogliendo le autorità locali e una parte della cittadinanza per onorare la ricorrenza storica. Tuttavia, al termine del momento istituzionale, si è consumata una separazione programmatica. L’Anpi, insieme alle altre organizzazioni promotrici, si è distaccata dalla manifestazione ufficiale per dare il via a un corteo autonomo, caratterizzato dalla presenza di tammorre e da uno spirito di partecipazione popolare. Il serpentone di persone ha preso il via alle ore 10.30 da Piazza Ferrovia, snodandosi attraverso le vie del centro cittadino fino a raggiungere la zona di Piazza antistante il Bar Nettuno. Ubaldo Baldi, figura di spicco e presidente provinciale dell’Anpi di Salerno, ha offerto una sua interpretazione della cerimonia istituzionale, ponendo l’accento sul significato intrinseco della Resistenza: “La resistenza è stato un vasto movimento popolare, spontaneo, inclusivo in cui hanno convenuto varie componenti della società civile di allora: gli operai, i contadini, gli oppositori politici, però anche quelli che erano stanchi della guerra, dei soprusi, di vent’anni di dittatura fascista. Quindi questo è stato il significato principale della resistenza. Soprattutto, essere stati capaci di interpretare i sentimenti di pace, di libertà e di democrazia. Bisogna ribadire queste scelte che valgono ancora oggi. Di fronte a una società autoritaria in cui prevalgono gli interessi economici di pochi rispetto alla povertà di tanti. Rispetto alle guerre volute da questi imperialismi e alle vittime civili di queste guerre”. Baldi non ha mancato di esprimere una critica sulla scelta del governo riguardo al lutto nazionale, definendola “una scelta sbagliata di questo governo che, naturalmente, ha evocato ancor di più la partecipazione a queste manifestazioni che si sono realizzate e sono state grandiose in tutta Italia, così come a Salerno: un corteo così non si vedeva da tanti anni”. La decisione di intraprendere un percorso commemorativo distinto è stata motivata da una precisa volontà politica, come ha spiegato Baldi in riferimento alla scelta di non seguire il corteo istituzionale e di sostenerne uno autonomo: “Certamente per rimarcare una differenza, ma non rispetto a quello che è l’establishment della Prefettura, del Comune e degli altri, ma rispetto alle scelte governative. Partecipano tanti giovani, dall’Anpi all’Arci, alla Cgil, ai sindacati, alle associazioni per la pace: è una rete, che è stata costruita nel tempo, soprattutto per quanto riguarda la pace e l’antifascismo”. Questa affermazione sottolinea la volontà di distinguere la celebrazione della Liberazione da quelle che vengono percepite come scelte governative distanti dai valori fondanti della Repubblica. A gettare ulteriore luce sulla natura non antagonistica delle due iniziative è intervenuto Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, il quale ha chiarito il significato delle diverse forme di commemorazione nella città di Salerno: “Assolutamente non contrapposte: c’è quella istituzionale che si è sempre fatta e poi c’è una parte del popolo democratico antifascista che ha voluto sottolineare il carattere straordinario di questa giornata, non solo perché è l’ottantesimo della Liberazione, ma anche perché siamo in un mondo che va in una direzione opposta ai valori antifascisti, ai valori della nostra Costituzione, ai valori del 25 Aprile. E quindi è nata, giustamente, la necessità di una manifestazione molto segnata, molto caratterizzata dalla voglia di cambiare passo in Italia e nel mondo. Basti guardare alle guerre, la Palestina. Insomma, in generale, quindi, è molto avvertita questa necessità di segnalare un ritorno ai valori dell’antifascismo”. Le parole del deputato evidenziano come la manifestazione alternativa non mirasse a sminuire la celebrazione istituzionale, ma piuttosto a rafforzare e attualizzare i valori dell’antifascismo in un contesto globale percepito come problematico. La partecipazione di numerosi giovani e diverse realtà associative testimonia la vitalità di un impegno civile che va oltre la mera commemorazione formale, proiettandosi verso la difesa attiva dei principi di pace e democrazia.