di Erika Noschese
La Camera penale di Salerno si prepara a un momento cruciale: le elezioni per il rinnovo delle cariche. Un appuntamento che non solo determinerà la leadership dell’associazione, ma che influenzerà anche le politiche e le iniziative a tutela dei diritti della difesa nel territorio salernitano. L’assemblea degli avvocati penalisti è chiamata a scegliere i propri rappresentanti, coloro che avranno il compito di guidare la Camera penale nei prossimi anni. Un ruolo di responsabilità, in un contesto in cui le sfide per la giustizia penale sono sempre più complesse. Le elezioni rappresentano un momento di confronto e di democrazia, in cui le diverse anime della Camera penale si esprimono e si confrontano. I candidati presenteranno i loro programmi e le loro visioni, con l’obiettivo di conquistare la fiducia dei colleghi e di portare avanti le istanze della categoria. L’attenzione è alta, non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche nell’opinione pubblica. La Camera penale di Salerno, infatti, è un’istituzione che ha sempre avuto un ruolo attivo nel dibattito pubblico, intervenendo su temi di grande rilevanza sociale e politica. In questa occasione, abbiamo ascoltato l’avvocato Michele Sarno, candidato al ruolo di presidente, per capire quali sono le sue proposte e quali sono le sfide che attendono la Camera penale di Salerno.
Una ricandidatura, la sua, arrivata dopo le sue stesse dimissioni.
«Mi ero dimesso perché ritenevo corretto farlo. Per due ordini di ragioni: uno, perché all’inizio ci furono delle questioni portate avanti da una serie di colleghi, i quali avevano presentato un ricorso rispetto alla mia elezione poiché nel mio mandato siamo riusciti a ripotare un risultato importante di attenzione da parte dei colleghi. Questo perché siamo passati da 50 a più di 200 iscritti. A quel punto ho ritenuto gusto che ci fosse un’espressione di voto da pate di tutti, perché un presidente in carica che era stato votato da soli 50 iscritti era meno rappresentativo.
Ho ritenuto giusto e doveroso dare la possibilità a tutti di esprimere il loro consenso. Mi sono ricandidato e il 28 marzo vedremo in assemblea quale sarà il risultato, se ci sarà un consenso rinnovato nei miei confronti e se sarà significativo, come ritengo che sia perché le nostre candidature rispondono a delle regole, e queste regole determinano anche un momento storico in cui poter procedere ad individuare la lista che deve essere depositata seguendo vari formalismi. Credo che il lavoro fatto finora, di rimettere insieme tutte le anime dell’avvocatura, sarà premiato il giorno 28. Tra l’altro in questo modo è importante evidenziare che l’avvocatura tutta ha dimostrato una grande maturità, perché ritengo che le questioni interne all’avvocatura debbano essere risolte internamente e non dinanzi agli organi giurisdizionali preposti».
La sua ricandidatura arriva in un momento di fibrillazione del mondo della giustizia, con l’Anm che contesta il Governo sul tema della separazione delle carriere.
«Anzitutto sono convinto che in un Paese democratico debba essere lasciata l’opportunità a ognuno di esprimere le proprie idee. Noi tuteliamo i diritti e i diritti appartengono a tutti, indipendentemente dalle opinioni. La magistratura ha il diritto di legittimare i propri diritti e le proprie idee rispetto a questa riforma, più che battaglia, per la separazione delle carriere. Faccio un richiamo alla memoria ed è evidente qual è la nostra posizione: le Camere penali iniziarono, proprio da Salerno, la battaglia sul tema della separazione delle carriere, raccogliendo le firme proprio per questa battaglia.
All’epoca c’ero proprio io come presidente della Camera penale. C’è una congiunzione temporale rispetto alla quale Salerno, credo, si ponga al centro del dibattito nazionale, in ossequio a quella che è la tradizione del nostro foro. Non dimentichiamo che le Camere penali furono create dall’avvocato Incucchi, che creò le condizioni per la creazione delle Camere nazionali. Un ulteriore rilievo da fare, che dimostra quanto Salerno abbia avuto un peso specifico nelle scelte nazionali e in un processo evolutivo delle Camere penali a livello nazionale».
Cosa propone per un ulteriore rilancio della Camera penale di Salerno?
«Ho un mio progetto, che voglio portare avanti nel momento in cui ci sarà questo suffragio che mi consentirà di coprire di nuovo l’incarico della Camera penale: per me è un grande onore. Si tratta di una carica che ho già ricoperto in passato e che mi accingo a ricoprire.
Vorrei che sia chiaro il progetto: Camera penale aperta, inclusiva, attrattiva, che faccia sì che possa essere riferimento di tanti giovani e colleghi, che ogni giorno definisco i veri eroi della professioni, cioè coloro che combattono con le difficoltà, che purtroppo esistono nel nostro sistema, e che devono trovare adeguata rappresentanza e tutela in un organismo di controllo che miri a trovare soluzioni e ad avere una interlocuzione garbata con tutti i riferimenti che ci sono nell’ambito del mondo della giustizia. Questo deve essere il nostro linguaggio. Sono convinto delle mie idee: sono a favore della separazione dele carriere, l’Anm non è favore ma rispetto il loro pensiero e ritengo che Anm e Camera penale debbano dialogare, perché parlando si possono trovare termini d’incontro. La vulgata che vuole rappresentare l’avvocatura contro la magistratura non mi piace: non è così. Noi dobbiamo essere ridisposti a condividere: dobbiamo leggere nell’altro un portatore di idea diversa e non un avversario da abbattere. Solo quando sposeremo questa linea di principio faremo grandi passi avanti. Salerno, sotto questo aspetto, si pone come elemento di stimolo: perché questo confronto leale e lineare, che definirei di grande apertura, c’è sempre stato, c’è e ci sarà sempre».
Il prossimo 3 aprile, intanto, è già in programma la presenza del ministro della Giustizia Nordio.
«Il 3 aprile è un evento che va nel solco di questa tradizione e che rappresenta quella che è la nostra tradizione di attenzione rispetto ai temi di rilevanza nazionale. Salerno si pone al centro della ribalta nazionale su riforme come quella della giustizia, che non è solo quella della separazione delle carriere. Sono tanti gli interventi che pregevolmente sta mettendo in campo il ministro Nordio, che sarà parte dell’evento. Per noi è un onore annoverare il ministro della giustizia presente qui a Salerno e la presenza illustre del viceministro degli esteri, Edmondo Cirielli.
Ritengo che sia un momento davvero importante per la nostra città e per la nostra provincia. Tra l’altro, questo evento ha un ulteriore spazio di grande rilievo nella misura in cui il moderatore è il direttore del Tempo, Tommaso Cerno: persona notissima a livello nazionale per le sue continue partecipazioni anche a trasmissioni di alto prestigio, uomo di grossa preparazione. All’interno del parterre ci saranno diverse cariche che rappresenteranno anche il mondo della magistratura e avvocatura: si tratta di personalità presenti che daranno un grande contributo, dando cospicuo valore alla capacità di dialogo che credo che debba partire da Salerno con tutti gli elementi in campo: politica, magistratura, avvocatura, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle cancellerie. Tutti quelli che fanno in modo che la macchina della giustizia dia le risposte più importanti possibili al cittadino».





