Il 21 marzo, per dare degna cornice alla 1ª giornata mondiale per la tutela dei ghiacciai, promossa dall’Onu per sensibilizzare come la risorsa acqua sia un bene universale e la cui mancanza minaccia l’esistenza a milioni di persone, i Maestri del lavoro del consolato di Salerno hanno promosso una passeggiata lungo il fiume Irno. Un progetto storico territoriale, naturalistico e culturale ha avuto la convinta adesione della dirigente scolastica del circolo Autonomia 82, di Baronissi Maria Annunziata Moschella ha dato adesione con i plessi delle scuole primarie di Caprecano e Sava di Baronissi. I MdL Nappo e Piccolella con gli AMdL Moscato e Sica, ruscellando insieme ai ragazzi e ragazze a lato del fiume Irno hanno condotto i gruppi accompagnati dalla coordinatrice del Progetto Manuela D’Amelio e dalle insegnanti preposte attraverso i pubblici parchi urbani, Pinocchio, Irno, ex Salid. I Maestri, utilizzando l’acqua come filo conduttore della giornata, hanno ricordato agli allievi come questo elemento essenziale per la vita umana, abbia favorito nei secoli antropizzazione continua e sovrapposta di tutta la valle dell’Irno, creando ricchezza e vivibilità anche al mutare dei tempi. È stato un percorso raccontato utilizzando ogni reperto visivo del mondo vegetale, alberi, arbusti, felci, canneti, risalendo all’uso agricolo arcaico favorito dalla presenza di acqua e di terreni idonei alla produzione di cereali, riso, canapa, ortaggi. Sfruttamento agricolo che favorì il nascere degli antichi mestieri di filatura, tessitura e cordatura, tanto capillarmente diffusa da potersi definire attività territoriali proto-industriale e restare in toponomastica (Fusara, rioni Fuso, Gelso ecc. Con l’arrivo di Gioacchino Murat e con il suo divieto a mantenere le risaie vicino i luoghi abitati si crearono le premesse all’arrivo lungo il fiume Irno degli industriali svizzeri che impiantarono le prime industrie tessili. Questi furono attratti dalla presenza dell’acqua copiosa, che seppero incanalare e valorizzare come forza motrice per i loro impianti, essi utilizzarono le superfici sottratti all’agricoltura per erigere i loro stabilimenti, utilizzando come maestranze la già acquisita capacità delle donne del luogo a filare e tessile. Con il loro arrivo Fratte e i paesi della valle furono trasformati nel primo polo industriale della città di Salerno. Gli alunni e le alunne hanno mostrato una vivida curiosità nell’apprendere le evoluzioni vissute dal territorio a conseguenza delle crisi del settore tessile che portarono lungo il fiume, le industrie di laterizi come la Salid, la D’Agostino, l’Ernestine, il cementificio. Anche allora ci fu un massiccio sfruttamento di una risorsa territoriale. Gli industriali allora utilizzando i corpi di fabbrica dismessi dal tessile, che seppur trasformate restano visibile lungo il percorso usarono copiosamente i materiali offerti del sottosuolo e non discostandosi molto dal letto del fiume Irno. L’utilizzo della fossa d’argilla di Brignano fu prodromo all’istallazione degli stabilimenti per la produzione di laterizi come piastrelle, mattonelle, mattoni e ceramiche, mentre l’utilizzo della cava di Cologna favorì il sorgere della fabbrica cementiera di Salerno. La progressiva urbanizzazione ha poi fagocitato il polo industriale di Fratte lasciando a memoria tracce identificative nella natura come la cava dismessa di Cologna, muto testimone di pietra della vita centenaria del cementificio, oggi scomparso, oppure come per quella che fu la vecchia fossa della creta oggi diventato laghetto di Brignano che ancora è prodigo elargitore di acqua, utilizzata dagli elicotteri della protezione civile per spegnere gli incendi del bosco delle nostre colline. Ogni passo uno spunto, una storia, una curiosità, alla fine docenti e ragazzi sono ritornati in sede appagati e. dissetati.
Vincenzo Sica gruppo scuola Consolato Provinciale Salerno





