di Andrea Pellegrino
Ufficialmente Andrea Orlando, ieri a Napoli, si è detto pronto a sostenere la battaglia affinché le primarie si facciano. Seppur con qualche aggiustamento, dopo gli episodi che si sono verificati in Liguria. Ma ufficiosamente sarebbe proprio lui il candidato di «sintesi» del Partito democratico. Ieri il Guardasigilli, già commissario provinciale di Napoli, ha avuto l’opportunità di incontrare i diversi esponenti del partito napoletano. Dalle indiscrezioni è emerso che la trattativa è quasi giunta al termine ed Orlando sarebbe la persona giusta al posto giusto in questo particolare momento politico. Alla fine in presenza del Ministro, battezzato naturalmente da Matteo Renzi, nessuno si dovrebbe tirare indietro. Compresi gli attuali candidati alle primarie, ad eccezione – ma non è proprio certo – di Vincenzo De Luca. Dalla Saggese, sostanzialmente ci sarebbe già la volontà del “passo indietro”, Cozzolino, invece, potrebbe pensarci ma non troppo mentre De Luca dovrebbe trovare a quel punto la sua nuova dimensione. E la presenza di Orlando tirerebbe nell’area anti primarie anche Mario Casillo, aggrappato ora a Vincenzo De Luca con una promessa di assessorato (ai lavori pubblici) o della vicepresidenza, ma che accanto ad un nome calato dal premier potrebbe rispondere da buon democristiano: “obbedisco”. Così il 60 per cento da raggiungere in assemblea regionale – utile per annullare l’appuntamento del primo febbraio – non dovrebbe essere più un problema. Sempre più in calo l’ipotesi Migliore, supportata al momento dai renziani della Fonderia. Lo stesso ex Sel pare che sia pronto, nel segno dell’unità, a farsi da parte. Inoltre l’ipotesi Orlando aprirebbe uno scenario in più: l’accordo quasi scontato con Ncd e Udc. In pratica la presenza del Ministro della Giustizia garantirebbe un assetto governativo: dunque l’accordo Alfano – Renzi sarebbe automatico anche per la Campania. Orlando, dunque, potrebbe essere a capo di una coalizione ampia che veda la presenza dei moderati che tra non molto ufficializzeranno il proprio simbolo e la propria denominazione. Ed accanto ad Ncd ed Udc non si esclude la presenza di qualche altro “ex democristiano”.