Si chiude definitivamente la vicenda giudiziaria del centro polivalente “Casa del Pellegrino” presso il santuario di San Cosma e Damiano. Ieri mattina il tribunale di Salerno ha dichiarato l’assoluzione dell’ex sindaco di Eboli perché il fatto non costituisce più reato, circostanza che si è verificata grazie all’abolizione del reato di abuso d’ufficio voluta dal governo Meloni e approvata dal parlamento. Infatti il giudice ha richiamato l’art.129 del cpp e così, ai sensi di questo disposto normativo, l’ex sindaco di Eboli ha sfangato l’ennesimo ostacolo giudiziario frapposto sulla sua strada. Già con l’assoluzione della Corte dei conti che procedeva per il cosiddetto “danno erariale” nel medesimo caso, «i segnali erano evidenti» come hanno sempre sostenuto i difensori dell’ex sindaco in altre occasioni. In questo procedimento della Casa del Pellegrino il legale di Cariello è stato il penalista Felice Lentini. Nello specifico dei giudici contabili, tutto era nato da un ricorso per danno erariale cui, successivamente, si era aggiunto il procedimento penale (che già in udienza preliminare aveva escluso l’intero consiglio comunale compreso l’allora sindaco, «perché il fatto non sussiste») partorendo una sentenza che rafforzava, in un certo senso, la scelta di Cariello e della sua maggioranza di quell’affidamento, al punto che nel corpo della stessa si evidenziava come l’aver concesso temporaneamente la struttura vicina al santuario ebolitano per una emergenza economico-sociale fosse addirittura un “gesto da apprezzare”: il che non toglie nulla alla faccenda complessiva della ex coop Ises, rivelatasi una gigantesca truffa alle casse dello stato, peraltro ancora impunita soprattutto nelle sue derivazioni dell’apparato dell’Asl di Salerno, come per anni scritto su queste colonne, indipendentemente da Cariello. Tornando all’ex sindaco di Eboli va rilevato che, dopo l’assoluzione per la vicenda penale della Croce Rossa e quella contabile stabilita dalla Corte dei conti e con circa trenta archiviazioni sin qui incassate, pare cominci a ridimensionarsi una certa Odissea giudiziaria sin qui patita, a volte anche esageratamente. Ancora aperti, però, ci sono il processo per il caso della Videosorveglianza e, soprattutto, quello del concorso di Cava de’ Tirreni, giunto ora sulla scrivania dei giudici della Corte di Cassazione dopo la stangata subita da Cariello in I e II grado: una vicenda, in fondo, di secondo piano ma piuttosto potente quanto a fermezza e volontà punitiva dei giudici. Sullo sfondo una lotta politico/personale aspra e contorta che vide Cariello destinatario di una serie di denunce da parte dei consiglieri di opposizione di allora e, soprattutto, di un pezzo fondamentale del gruppo di potere attuale al Comune. (red.giud.)





