di Marta Naddei
E rinvio fu. Probabilmente propedeutico all’annullamento ma da qui al prossimo primo febbraio tutto potrebbe essere, come il Pd campano insegna.
Ieri pomeriggio la tanto attesa direzione regionale del Partito democratico della Campania che ha sancito il secondo slittamento della competizione interna per la scelta del candidato governatore che dovrà sfidare Stefano Caldoro il prossimo mese di maggio.
Assente il vicesegretario nazionale del partito Lorenzo Guerini che, da qualche settimana a questa parte, sta di fatto dirigendo i lavori del Pd campano. La proposta di rinvio di circa 10 giorni è stata avanzata dal segretario regionale Assunta Tartaglione la quale ha sottolineato l’intenzione di far svolgere le «primarie nella più ampia trasparenza possibile e quindi l’obiettivo principale del rinvio è fare in che si svolgano in serenità e con regole certe», anche perché – ha sottolineato -«le precedenti primarie in Campania costituiscono un triste precedente». Una proposta che fa il paio con l’iniziativa dell’Open day dei circoli del Pd che si terrà proprio l’11 gennaio con un’assemblea dei segretari dei circoli campani con la partecipazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e del ministro per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta. Una scelta che sarebbe in linea con la recente “denuncia” di disorganizzazione dei circoli in vista dell’appuntamento con le urne, ad eccezione di quelli di Salerno.
Contrario al rinvio ma diplomatico Andrea Cozzolino, candidato con Vincenzo De Luca e Angelica Saggese, alle primarie del partito: «Non si tratta di un annullamento ma di una proposta di rinvio credo anche per ragioni tecnico amministrative. Ben venga un ulteriore periodo di lavoro per creare il miglior clima e consentire una larga partecipazione al voto che dovrà scegliere il candidato che si batterà contro il centrodestra per sconfiggere Caldoro».
Più duro, invece, il commento del deputato salernitano e deluchiano di ferro, Fulvio Bonavitacola che ha lanciato un vero e proprio avvertimento al partito al quale appartiene, confermando la sua totale contrarietà alla decisione. «La motivazione del rinvio delle primarie a febbraio addotto dalla segreteria regionale è debole. Tutto il tempo che dedichiamo alle primarie è tempo sottratto alla campagna elettorale vera, che bisogna vincere: per questo sono contrario a questo rinvio.
Renzi ha espugnato il palazzo attraverso la partecipazione dei cittadini, sarebbe strano che il gruppo dirigente renziano ora negasse uno dei codici genetici del Pd. Per questo bisogna mettere fine questo teatrino il prima possibile».
La realtà, però, sarebbe ben altra e sempre la stessa: il continuo lavorio dei vertici del partito per liberarsi, in un colpo solo di Andrea Cozzolino e Vincenzo De Luca, tramite l’individuazione di un nome che metta tutti d’accordo. L’ennesimo rinvio delle primarie, dunque, a parte le motivazioni ufficiali celerebbe quella ufficiosa della necessità di più tempo per trattare sul nome di un candidato unico che possa presentarsi alla sfida di maggio con un consenso importante, sia da parte del Pd stesso che degli alleati
Proprio in riferimento alla ormai certa discesa in campo del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, il presidente uscente Stefano Caldoro ha lanciato frecciate al veleno: «E’ legittimo che i sindaci di Napoli e Salerno, Luigi de Magistris e Vincenzo De Luca, vogliano occuparsi di Regione, ma consiglio sempre di occuparsi delle cose di cui si ha responsabilità» – ha detto in un’intervista a Canale21 – «Sono sindaci, si occupino innanzitutto delle loro città».
Insomma, il clima comincia a scaldarsi e mancano ancora cinque mesi.