di Arturo Calabrese
“Auguri Franco”. Un semplice messaggio, scritto nel giorno di Natale. Se ne leggono tantissimi e sono migliaia quelli che vengono ricevuti sui vari telefoni e nelle chat che la moderna tecnologia ha regalato all’odierna società.
Quello in questione, però, non è un messaggio così semplice, non nel suo contesto. A scriverlo è il primo cittadino di Roccadaspide Gabriele Iuliano come commento ad una foto pubblicata dall’allora sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri per festeggiare la vittoria nelle urne del suo delfino ad Agropoli Roberto Antonio Mutalipassi.
È buona norma formulare gli auguri, corretta educazione, peccato che il Franco di quel vocativo è ai domiciliari perché accusato di corruzione, turbata libertà degli incanti e associazione a delinquere. Dal 3 al 28 ottobre, il primo cittadino di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno sospeso è stato in carcere a Fuorni. La misura cautelare nelle patrie galere è stata poi attenuata in domiciliari.
In ogni caso, il messaggio di Iuliano non potrà essere recapitato al diretto interessato in quanto interdetto all’utilizzo di tali dispositivi e di conseguenza dei social. Tantissimi poi altri commenti arrivati per la stessa foto e nelle stesse ore.
C’è chi estende gli auguri a tutta la famiglia Alfieri, la cui sorella Elvira è ugualmente ai domiciliari, c’è chi definisce chi è ai domiciliari come sindaco numero uno e via discorrendo. Tantissimi i vocativi, numerosi i “buon natale”.
Un errore è possibile, ci mancherebbe, però sta di fatto che in qualche caso, tra chi commenta, compaiono amministratori e avvocati, professionisti dunque che dovrebbero conoscere le leggi e sapere bene cosa voglia dire la custodia cautelare ai domiciliari, alla luce delle motivazioni del riesame.
Commenti dettati dai bagordi natalizi, forse inconsapevoli o forse drammaticamente dolosi.