di Arturo Calabrese
È cosa nota. Dal 3 ottobre del 2024, il sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno è ristretto ai domiciliari dopo una esperienza anche in carcere con le accuse di corruzione, turbata libertà degli incanti ed anche associazione a delinquere.
Nei giorni immediatamente successivi a quella data, sono stati innumerevoli i messaggi di vicinanza a lui rivolti dalla classe politica cilentana con la moda di pubblicare sui social foto con egli. Moda che, gioco forza, è già finita nel dimenticatoio.
Chi scrive, ormai due anni orsono aveva parlato di “proskýnesis” e cioè la genuflessione “l’atto – come si legge sulla Treccani – reverenziale consistente nel piegare temporaneamente un ginocchio a terra (…) in presenza di persone sacre o auguste”. Lo si faceva, nel Cilento. Ad ogni piccolo movimento, si doveva ringraziare “lui”. Ogni momento era buono. Anche oggi che “lui” è ristretto ai domiciliari questa usanza continua. È innocente fino a terzo grado di giudizio, certo, ma le accuse sono molto complesse.
In ogni caso, le decisioni di un giudice per le indagini preliminari, le intercettazioni, i vari dispositivi della procura non fermano la proskynesis. È il caso del presidente del consiglio dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento Massimo Farro che a lui ha voluto lasciare un pensiero, del sindaco di Ogliastro Cilento Michele Apolito che voleva che fosse firmato un documento di vicinanza, al sindaco di Agropoli Roberto Antonio Mutalipassi che al momento della sua elezione a presidente dell’Unione gli ha dedicato un pensiero auspicando che le azioni fossero nel solco da egli tracciato.
A Capaccio Paestum sarà un natale sotto tono per rispetto della famiglia Alfieri. Lo ha detto la vice sindaco Maria Antonietta Di Filippo. Senza vergogna.
Insomma, la classe dirigente continua a inginocchiarsi come nulla fosse…