di Erika Noschese
Associazione per delinquere. La posizione di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno, si aggrava ulteriormente alla luce del decreto di sequestro probatorio e di corrispondenza avvenuto il 3 dicembre. La Procura della Repubblica di Salerno non sembra intenzionata a mollare la presa sul Sistema Cilento, che si arricchisce ogni giorno di nuovi e importanti elementi. Sotto accusa il consigliere regionale Luca Cascone, il progettista Giovanni Vito Bello e Franco Alfieri, che devono rispondere dell’accusa di associazione per delinquere. Secondo la Procura, Alfieri, in qualità di sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia, Cascone in qualità di consigliere regionale e presidente della commissione urbanistica Infrastrutture e trasporti, Bello in qualità di dirigente del Comune e dell’Area P.O. e uomo di fiducia di Alfieri, unitamente al dirigente Lizio, all’ex capostaff Franco Alfieri e alla dirigente Turi, “organizzavano o comunque partecipavano ad un’associazione per delinquere, dandosi all’uopo una stabile organizzazione con un’articolata ripartizione dei compiti per la commissione di una serie indeterminata di reati di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e di altri reati contro la pubblica amministrazione” in relazione “a procedure competitive indette, quale stazione appaltante, dal Comune di Capaccio Paestum, dalla Provincia di Salerno e altre amministrazioni” per le gare relative al sottopasso, la Fondovalle Calore e l’Aversana. Il ruolo principale era ricoperto da Alfieri, che forniva direttive “agli altri sodali” anche per il tramite di suoi emissari, Campanile per l’appunto, sulla condotta e le iniziative da assumere in relazione alle procedure di gara, circa l’iter istruttorio e le rispettive funzioni dagli stessi ricoperte. Per Cascone, Lizio, Bello, Campanile, Turi e Aulisio è scattato il sequestro di cellulari e computer, e da questa mattina inizieranno le attività di estrazione del Dump dei cellulari e di altri supporti informatici. Le gare contestate. Tra le gare finite sotto accusa, la Fondovalle Calore, aggiudicata nel mese di aprile 2023 dal raggruppamento di imprese Pagano/Costruzioni Generali Santangelo Srl, con contratto sottoscritto tra le due imprese e l’ingegnere Lizio, in qualità di dirigente del settore viabilità della Provincia di Salerno e uomo di fiducia del sindaco. Contestata anche la gara per la realizzazione dell’Aversana, bandita con i lavori di manutenzione straordinaria del 1° lotto, aggiudicati dal raggruppamento temporaneo di imprese Nuova Via, Sibar con RUP Domenico Ranesi, e la realizzazione del sottopasso di Capaccio con lavori aggiudicati dalla Cogea Impresit, l’impresa di Nicola Aulisio, anch’egli iscritto nel registro degli indagati, che ha avuto rapporti con la Dervit nell’ambito di quello che fondati elementi lasciano ritenere essere “un cartello di imprese finalizzato a ripartirsi gli appalti pubblici del Comune di Capaccio e della Provincia di Salerno, intervenendo ciascuna impresa in veste di subappaltatrice in lavori aggiudicati ad altre”, si legge nel provvedimento della Procura che evidenzia come Cascone, Alfieri, Bello, Campanile, Lizio, Aulisio e Turi siano gli stessi nomi coinvolti nelle tre procedure di gara con annesse anomalie, ragion per cui sussiste l’ipotesi di un’associazione a delinquere finalizzata alla contaminazione di procedure ad evidenza pubblica. Indagati tutti coinvolti nel filone delle gare del Comune. Franco Alfieri ha dichiarato di volersi aggiudicare i lavori relativi all’Aversana e alla Fondovalle Calore quando la Cogea Impresit si aggiudica i lavori del sottopasso, festeggiando la vittoria con Federica Turi e Andrea Campanile. In questa procedura, pur non avendo titolo, il presidente della Provincia avrebbe mostrato interesse alle gare della progettazione esecutiva delle opere da realizzare e, in merito al sottopasso, alla procedura di gara. Campanile, factotum di Alfieri, ha partecipato alle attività di progettazione esecutiva della Fondovalle Calore e dell’Aversana, pianificando con la dirigente Turi tempi e modi della gara e ha manifestato giubilo quando la Cogea si è aggiudicata i lavori. Progettista delle tre gare Giovanni Vito Bello, uomo di fiducia di Franco Alfieri, così come su altre gare oggetto di indagine come in via Magna Grecia, aggiudicata sempre alla Cogea. Ma se nel caso del sottopasso era tenuto a bandire la gara per la Fondovalle Calore e l’Aversana, avrebbe violato la legge in quanto ha redatto i progetti in virtù di un accordo quadro stipulato, a titolo oneroso, con la Regione Campania. E qui entra in gioco il consigliere regionale Luca Cascone che in più occasioni avrebbe intrattenuto conversazioni in una chat di gruppo con Lizio, Campanile e alcuni dirigenti e funzionari dell’Acamir, discutendo della progettazione esecutiva della Fondovalle e dell’Aversana. “Il Cascone, consigliere che presiede una commissione consiliare che, tra le incombenze, ha l’onere di controllare la legittimità, l’efficienza e l’efficacia dell’azione della PA in materia urbanistica, lavori pubblici e trasporti – senza averne alcun titolo – ha programmato tempi e modi della gara con Campanile, chiedendo di informare il presidente” che aveva già dichiarato di voler vincere la gara, come si legge dal provvedimento della Procura che evidenzia come la delega affidata a Cascone dal presidente De Luca fosse di rappresentanza per riunioni e tavoli tecnici e non per partecipazioni a discussioni. Per la Procura, Alfieri avrebbe strumentalizzato il settore degli appalti per finalità di arricchimento personale e familiare e proprio le persone coinvolte in questo terremoto giudiziario avrebbero portato interessi personali nell’ambito del settore degli appalti pubblici, aggiudicati ad imprese compiacenti. I sostituti procuratori Stefania Faella e Alessandro Di Vico parlano di una “complicità” tra Alfieri e la Turi in merito alla decisione di subappaltare il 100% dei lavori così da consentire la partecipazione alla gara anche ad imprese non in possesso della SOA, in quanto questa scelta non spetta all’ente e questo conferma però l’accordo tra le imprese in esecuzione del quale chi non fosse stato aggiudicatario dei lavori avrebbe potuto beneficiare di una partecipazione agli stessi. Come già ampiamente detto, Campanile agiva per nome e per conto del sindaco e presidente della Provincia e proprio lui si interfacciava con le persone interessate per poi riferire tutto a Franco Alfieri. Emblematica resta la conversazione telefonica con il padre in merito alla gara del sottopasso “Emm vint”, ha detto al padre al termine della gara mentre la stessa Turi in diverse conversazioni telefoniche avrebbe fatto emergere l’interesse personale in questioni pubbliche come, per l’appunto, l’aggiudicazione dei lavori. Le attività di indagine sugli strumenti sequestrati potrebbero durare fino a sei mesi, come emerge dal dispostivo ma, nel frattempo, potrebbero esserci nuovi colpi di scena.