Salero. Erano tre le persone nel mirino di Franco Iacovazzo - Le Cronache Salerno
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Salero. Erano tre le persone nel mirino di Franco Iacovazzo

Salero. Erano tre le persone nel mirino di Franco Iacovazzo

Erano tre le persone nel mirino di Franco Iacovazzo, il 72enne di Salerno, titolare della pescheria omonima, che lunedì mattina ha sparato e ucciso Carmine De Luca e Rosario Montone. Secondo quanto emerso fino ad ora nel mirino dell’omicida vi era un terzo ex collega di lavoro, scampato alla furia di Iacovazzo perchè in quel momento aveva accanto a sé il figlioletto. Ipotesi questa che dovrà essere confermata dagli inquirenti. Nel frattempo si attende l’esame autoptico e solo dopo sarà possibile procedere con i funerali. Intanto, a Salerno ancora non si riesce a dare una spiegazione alla morte di Carmine De Luca, il 48enne ucciso da un ex collega, Francesco Iacovazzo, 72enne del luogo. Insieme a lui, al mercato ittico di Salerno, all’alba di martedì, è stato ucciso anche Rosario Montone, 58enne di Portici. Dipendente dell’Eurofish, Carmine aveva anche la Pescheria La Paranza. Lascia la moglie Lucy e le due figlie, Giorgia e Sofia. Proprio davanti all’esercizio commerciale in via Mobilio, un via vai di amici, clienti e conoscenti. C’è chi lascia un fiore, chi un ricordo della sua amata squadra, la Salernitana. Campeggia anche una maglietta con scritto: “Porteremo per sempre nei nostri cuori il tuo fantastico sorriso”. Ed era proprio quello che colpisce del 48enne ucciso, la solarità. “Aveva sempre un sorriso per tutti – racconta un’abitante del quartiere -. Ogni mattina indossava una maglia della Salernitana diversa, era tifosissimo. Qui tutti lo conoscevano e lo stimavano. Una morte assurda. Una famiglia distrutta”. Anche sui social non si arresta il dolore e lo sgomento di chi lo conosceva. Tra tutti, Roberto Carbonaro ricorda su FB che proprio la sera prima di morire, si erano incontrati e avevano condiviso un’altra passione di Carmine, il subbuteo. “Carminu’, – scrive- ieri sera il destino ha voluto che ci salutassimo a modo nostro, giocando a Subbuteo, ma se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta ne avrei giocata un’altra, un’altra e un’altra ancora”. “Una passione che ci ha fatto incontrare, e in 40 anni costruire e solidificare la nostra amicizia, dalla cameretta a su e giù per l’Italia a fare tornei, sempre insieme fino addirittura a diventare Campioni d’Italia. Ma ci pensi?! Ho il cuore lacerato, non doveva succedere. Con Te se ne va un fratello”, ha scritto l’amico.

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