Di Nicola Russomando
Cambio di guardia alla parrocchia di S. Giuseppe Lavoratore a Salerno. D. Gerardo Bacco dopo solo due anni dal suo insediamento avvenuto in forma solenne il 3 settembre del 2022 lascia il ministero di parroco per assumere quello di cappellano presso il santuario internazionale di Lourdes. Come ha sottolineato l’arcivescovo di Salerno Andrea Bellandi, intervenuto alla messa vespertina di congedo sabato 31 agosto, si tratta di una deroga eccezionale al mandato di parroco della durata novennale, che priva la comunità di S. Giuseppe di un sacerdote che “con il suo stile sobrio e riservato”, è diventato figura di riferimento amata e apprezzata, motore di varie iniziative pastorali. Ne è stata testimonianza la corale partecipazione della comunità parrocchiale in tutte le sue componenti a dispetto di una serata ancora estiva e segnata da un’afa opprimente tale da rendere l’aula ecclesiale quasi asfittica. Nonostante la presenza di un tale deterrente, la partecipazione dei fedeli è diventata a tratti commossa nel ringraziamento che il giovane Andrea, addetto parrocchiale alla liturgia, ha rivolto a nome dei presenti al parroco, esaltandone la naturale componente di empatia che ha caratterizzato da sempre il rapporto tra D. Gerardo e i suoi fedeli. Non è accidentale, infatti, che alla celebrazione fosse presente anche una delegazione della parrocchia di S. Antonio di Pontecagnano, dove D. Gerardo è stato parroco per oltre un ventennio, essendo stato artefice principale del nuovo complesso parrocchiale lasciato da subito nella disponibilità del suo successore. E di quella comunità ha voluto indossare per l’occasione, in deroga al colore verde del tempo liturgico, la casula di gloria che gli fu donata nel commiato. Allo stesso modo, a S. Giuseppe, lo stesso Bellandi ha voluto evidenziare l’opera di consolidamento edilizio e di abbellimento del complesso parrocchiale perseguito con successo nei due anni, su una struttura le cui architetture, tipiche degli anni Settanta, specie nell’aula, rivelano un impatto aniconico e asimmetrico poco incline all’elevazione dello spirito. Alla commozione dei fedeli, che hanno espresso la loro gratitudine con il dono di un prezioso orologio che scandirà nel ricordo le ore a Lourdes, ha fatto seguito quella del parroco che ha riassunto la sua esperienza a S. Giuseppe sotto il segno del servizio e dell’amore, unificati dall’ideale dell’obbedienza. Obbedienza alla voce dello Spirito che “soffia dove vuole” e che, nel segno di una crescita spirituale, porta D. Gerardo, almeno temporaneamente per il tempo dell’anno giubilare 2025, dalla diocesi di Salerno a Lourdes nell’assistenza dei pellegrini di lingua italiana. Ciò ha comportato l’inevitabile sacrificio della comunità di S. Giuseppe di cui il vescovo Bellandi si è assunta la piena responsabilità nell’assecondare il legittimo desiderio del suo presbitero. Una comunità particolarmente cara al vescovo, in cui risiede stabilmente il suo predecessore Moretti e in cui si riunisce il fronte salernitano di Comunione e Liberazione da cui proviene lo stesso Bellandi. Donde la speciale attenzione nella nomina del parroco. Viene, però, da chiedersi quanto la mobilità del clero incida sul rapporto con i fedeli. Un tempo questo rapporto era descritto con la stessa metafora nuziale che vede Cristo unito alla sua Chiesa in veste di sposa. Una delle proprietà canoniche del matrimonio è l’indissolubilità del vincolo, oggi poco percepito a livello psicologico nella sensibilità contemporanea e attenuato di fatto anche nella stessa riforma del procedimento canonico di nullità matrimoniale. Questa stessa labilità si riverbera anche negli uffici ecclesiastici la cui durata a termine accredita sempre di più quell’impronta funzionalistica che solo teoricamente s’intende escludere. Resta stabile solo quanto una singola persona è capace di suscitare in una comunità grazie a quello che, nel caso, non è improprio definire “carisma”. D. Gerardo Bacco avrà modo ora di esercitare ancora più compiutamente il suo carisma nella dimensione internazionale di Lourdes, che, al di là della pluralità, è sempre manifestazione di quell’unico corpo che è Cristo e la sua Chiesa.