S. Severino. Don Peppino Iannone, dopo l' aggressione ha celebrato la messa - Le Cronache Provincia
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S. Severino. Don Peppino Iannone, dopo l’ aggressione ha celebrato la messa

S. Severino. Don Peppino Iannone, dopo l’ aggressione ha celebrato la messa

di Mario Rinaldi

Quanto accaduto a don Peppino Iannone nella notte tra venerdì e sabato scorso è un episodio che ha scosso l’intera comunità di Mercato S. Severino, ponendo molti interrogativi sulla sicurezza pubblica. Il prete, titolare della parrocchia di S. Maria delle Grazie sul principale Corso Diaz, è stato aggredito da tre malviventi che hanno fatto irruzione da Piazza XX settembre (posizionata alle spalle della Canonica dove don Peppino risiede), immobilizzandolo mentre dormiva e chiedendogli con insistenza di consegnare le chiavi di una cassaforte, che in realtà non era presente nell’abitazione. Per placare l’azione violenta dei tre furfanti, vestiti di nero e col volto coperto da passamontagna, il prete ha indicato loro una cassetta dalla quale hanno prelevato circa mille euro in contati prima di darsi alla fuga. I carabinieri sono stati allertati con il telefono fisso, dal momento che gli aggressori avevano messo fuori uso il cellulare del religioso. Tanta paura, poi il ricovero presso l’ospedale “Fucito” di Mercato S. Severino per i dovuti accertamenti allo scopo di verificare lo stato di salute di don Peppino. Per fortuna nulla di grave, ma solo (si fa per dire) un grande spavento. Ieri, don Peppino, è ritornato in canonica e ha celebrato la Santa messa della domenica nella chiesa della Madonna delle Grazie. Al termine della funzione eucaristica ha salutato anche alcuni fedeli che hanno chiesto delle sue condizioni di salute. Lui ha risposto che, per grazia del Signore, non è stato nulla di grave per la sua salute. La gravità è stata per l’episodio efferato di cui purtroppo è stato vittima. Il prete non è stato legato (come erroneamente riportato da alcuni organi di stampa), ma solo immobilizzato: uno dei malviventi, poi, ha tenuto la mano davanti alla sua bocca per evitare che potesse chiedere aiuto. I riflettori, ora, sono puntati sulle indagini, con gli inquirenti che stanno cercando di risalire all’identità degli assalitori. Si presume che uno di loro fosse straniero e gli altri due italiani. Siccome il reato si è consumato a notte fonda non ci sono testimoni che hanno assistito a qualche movimento sospetto e pare che la zona fosse anche sprovvista di telecamere per via dei lavori in corso di riqualificazione dell’area. “Quanto accaduto a don Peppino è spiacevole e deprecabile – ha detto il sindaco Antonio Somma – Essere derubati in casa propria è un atto di violenza -oltre che un reato- compiuto in un luogo intimo, sacro, inviolabile. Nonostante lo spavento per l’aggressione subìta, da uomo di Chiesa probabilmente avrà già perdonato i suoi aggressori, ma contiamo che l’encomiabile lavoro dei Carabinieri di Mercato San Severino possa molto presto assicurare alla giustizia gli autori del vile comportamento e capire se siano gli stessi responsabili di altri furti in abitazione verificatisi in città nelle ultime settimane. Caro don Peppino, ti siamo tutti vicini e ti abbracciamo con affetto”. Anche il presidente del consiglio comunale, Fabio Iannone, si associa al messaggio di solidarietà espresso dal primo cittadino, mostrando piena vicinanza al parroco, con l’auspicio che gli inquirenti possano battere una pista in grado di poter risalire all’identità dei delinquenti. Il tema sulla sicurezza, a Mercato S. Severino come in altre cittadine della Valle dell’Irno, resta prioritario ed evidenzia, ancora una volta, la necessità di incrementare il numero di risorse umane da destinare alle forze dell’ordine. In particolare, nella cittadina capofila della Valle dell’Irno una sola pattuglia di guardia durante la notte non può essere sufficiente a coprire la vasta area sulla quale deve essere effettuato il controllo del territorio. Probabile la convocazione di un tavolo di concertazione con il Prefetto per fare il punto della situazione e valutare le ipotesi da mettere in campo per affrontare questa problematica.

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