di Andrea Pellegrino
Ed arrivò l’attacco alla magistratura. Per la prima volta Vincenzo De Luca s’espone sul sistema giudiziario italiano, traendo spunto dalla riflessione del giurista Sabino Cassese pubblicata ieri sulle colonne del Corriere della Sera. Il primo cittadino afferma di «condividere in pieno» quanto scritto ma, in particolare un passaggio: «L’insufficienza grave dell’intera macchina giudiziaria produce effetti che si ripercuotono sull’intero vivere civile, impediscono o rallentano gli investimenti, disabituano a quel severo minimo di governo che è necessario in ogni società, inducono a comportamenti illegali». Insomma Vincenzo De Luca prende posizione, a pochi giorni dal suo rinvio a giudizio sul caso Crescent ed in vista di nuovi ed importanti pronunciamenti, tra cui la sentenza sul Termovalorizzatore, la cui udienza è fissata per il 20 novembre e sulla quale pende una richiesta del pubblico ministero di 3 anni di reclusione per il primo cittadino, accusato di peculato. Il giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese sul Corriere scrive di un «sistema ormai al collasso» di una «grigia miopia della giustizia» con «condanne seguite da assoluzioni e poi da nuove condanne». Ma soprattutto evidenzia che «giudici che vogliono cambiare la storia». Ed è probabilmente quest’ultima frase che appartiene anche allo stesso Vincenzo De Luca, ben conscio della sua posizione soprattutto in un momento politico che lo vede tra i protagonisti (contrastati dal suo fuoco amico) nella corsa alla presidenza di Palazzo Santa Lucia. Ed ancora il primo cittadino salernitano evidenzia gli effetti «che impediscono o rallentano gli investimenti», una battaglia che finora aveva fatto contro la giustizia amministrativa – quasi chiedendo una ferrea disciplina nella presentazione dei ricorsi – ma che ora riversa anche sotto il profilo penale. Qui la giustizia (penale) tiene ferme due opere, Piazza della Libertà e Crescent, i due interventi emblema che hanno colpito direttamente al cuore politico dell’azione di Vincenzo De Luca dell’ultimo ventennio salernitano. Ora forse De Luca è fuori tempo massimo. Non fosse altro che lui in parlamento ed anche al governo c’è stato, ha parlato prima con Bersani e poi con Renzi ma della giustizia non si è mai interessato. Almeno fino ad ora.