Ed ora anche i barsaglieri vengono rimessi in marcia. Sfrattati. Anche per loro scatta il termine ultimo, previsto per questi giorni, per lasciare palazzo Massajoli che, per sentenza del tribunale e della corte di appello, dovrà essere restituito all’erede proprietario della struttura. <Gli ebolitani hanno diritto a riavere un bene che era stato loro donato> dichiarano gli eredi che ancora non hanno spiegato il destino futuro del palazzo Massaioli. La beffa giudiziaria che è finita su un bene ereditato dal comune di Eboli che ora dovrà restituire il bene all’erede dopo ben cinquant’anni della donazione.. La filantropa ebolitana lasciò il bene al Comune a patto che realizzasse strutture a servizio degli anziani e dei meno abbienti. Invece dagli anni della donazione è diventata sede di associazioni, circoli cittadini, uffici del piano di zona sociale, anche di un parcheggio privato alle spalle del palazzo. <E’ tempo, invece, di restituire questo bene agli ebolitani, così come voleva mia zia dice l’erede Nicola Albano -. E’ tempo di costruire qualcosa di veramente importante per tutta la città di Eboli». La storia del Centro culturale, sociale e ricreativo “Edmondo Massaioli” ha inizio a pochi mesi di distanza dal sisma del 1980, quando si costituisce l’Associazione Pensionati Ebolitana (A.P.E.) che trova sistemazione provvisoria presso uno dei due edifici scolastici “Vincenzo Giudice”. Nel 1987 viene redatto ed approvato l’atto Costitutivo e Statuto dal notaio Mario Gentile. Nella seconda metà degli anni ottanta l’APE si trasferisce, per inizio dei lavori di ripristino degli edifici scolastici, in via Italia in locali privati. Nel 1988 con delibera di G. M. n. 862 del 12 marzo, l’Amministrazione istituisce il Centro Sociale Polivalente per Anziani in applicazione dell’art. 4 della L. R.46/85. Dopo circa sette anni viene trasferito dal Commissario Prefettizio in via Umberto Nobile, 32, attuale sede.
La nuova sistemazione ed il nuovo nome dato all’Associazione e al Centro “Edmondo Massaioli” derivano dall’atto di donazione al Comune di Eboli dell’edificio di sei appartamenti da parte dalla concittadina, la N.D. Rachele Massaioli, affinchè l’immobile venisse destinato ad un’opera di alto valore sociale per la comunità ebolitana e di intitolare la stessa alla memoria del defunto fratello ing. Edmondo Massaioli.
Il palazzo in oggetto fu donato al comune di Eboli, a condizione che questi ne facesse un centro di alto valore sociale proprio per anziani e ragazzi disagiati e disadattati. Una delle precedenti amministrazioni dell’ultimo ventennio ha invece ritenuto opportuno inserire in quel palazzo tra gli altri, dandogli due interi appartamenti, il benemerito circolo dei bersaglieri. Ha poi ritenuto opportuno mantenere in quel palazzo bar e sale da ballo, nonostante i ripetuti inviti degi eredi a intervenire per non vedere perdere la proprietà dell’immobile.
La nuova sistemazione ed il nuovo nome dato all’Associazione e al Centro “Edmondo Massaioli” derivava dall’atto di donazione al Comune di Eboli dell’edificio di sei appartamenti da parte dalla concittadina, Rachele Massaioli, affinchè l’immobile venisse destinato ad un’opera di alto valore sociale per la comunità ebolitana e di intitolare la stessa alla memoria del defunto fratello ing. Edmondo Massaioli. Così non è stato ed il Comune ha perso la proprietà di un bene pubblico. E’ solo il caso più eclatante che in città si registra sull’utilizzo dei beni pubblici. Basta guardare lo scempio della Casa del Pellegrino al centro di un contenzioso sulla destinazione o di altri immobili pubblici “conquistati” dai privati che ne beneficerebbero senza neppure alcun fitto all’erario. Esempi sono anche locali del centro storico assegnati ad associazioni private non si sa a che titolo che restano chiuse per mesi. Oppure palestre pubbliche adiacenti istituti scolastici con privati che sono diventati “proprietari”. Oppure lo scandaloso stato dell’ex ortopedia nella zona 167 affidato ad una associazione di volontariato. Era un ex scuola elementare nel quartiere difficile che fu attrezzata dopo il terremoto per sistemare il reparto ortopedia fra tanti sacrifici dell’allora primario Guido Repaci e di tutto il personale. Inutile parlare del bene comunale dell’ex pastifico Pezzullo, un rudere di proprietà comunale al centro della città finto in malora e abbandonato. Ora gli ebolitani sperano che il ministero di grazia e giustizia non conceda, si non conceda, non si disfi, del Castello Colonna ormai da decenni con torre mai riparate e solo scandalosamente ingabbiate da decenni per tutelare la pubblica incolumità. Potrebbe, il Castello, essere trasformato come luogo insano per destinare locali a pseudo associazioni culturali o a street food molto di moda. Ora si aspetta la destinazione futura del palazzo Massaioli per costruire qualcosa di utile per la città come è nel volere nonancora spiegato degli eredi.