Bagno di folla per la presenza di Sigfrido Ranucci ad Acciaroli, per la presentazione del suo ultimo libro d’inchiesta. Un successo di pubblico, atteso, ma superiore ad ogni aspettativa, ha fatto da corona al noto personaggio televisivo. Dal belvedere superiore al porto, in uno scenario unico, un accorrere all’evento di ospiti estivi che affollano in questo periodo la pregevole cittadella rivierasca del Cilento. L’occasione per incontrare Sigfrido Ranucci è stata la presentazione al pubblico del suo ultimo libro inchiesta, già un best seller, “La scelta” edito da Bompiani. A coordinare l’evento di Acciaroli, l’ufficio stampa della Feltrinelli che con la grande libreria collocata proprio sul porto turistico, è stata la base per realizzare una serata unica. Interessantissima la conduzione della serata, dove non erano presenti politologi e intellettuali di turno ma, a dialogare con l’autore un giovanissimo ragazzo romano Eugenio Russo, che con il suo linguaggio semplice ma incisivo ha dato la possibilità a Ranucci di raccontare la sua avventurosa vita da reporter senza frontiere. Il libro scritto con determinazione e coraggio svela incresciose storie di mafie, mala politica e affari omertosi di noti personaggi. L’autore, in questi appassionati scritti, si batte per la difesa della libertà dell’informazione, in cui ha sempre creduto, e oggi per le sue inchieste scottanti, purtroppo è costretto a camminare sotto scorta. Sigfrido Ranucci in queste pagine traccia la sua vita travagliata, nel vagliare infinite informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio del giornalismo in Italia. Come dice l’autore, offrire ai cittadini un romanzo crudo dei fatti, attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali di noi giornalisti. Il volume rivolto al grande pubblico, racconta il cammino che lo ha condotto sin qui, scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela gli incredibili retroscena. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi: “Qual è la scelta giusta?”. E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale. In una serata dunque coinvolgente, il pubblico di Acciaroli ha ascoltato con vivo interesse le raccapriccianti questioni raccontate dal Ranucci. È la prima volta che come inviato ad una presentazione di un libro, non vedo gente che spulcia il telefonino. Interessanti le domande poste all’autore dal piccolo Eugenio Russo, che si è destreggiato con spirito libero in nome della verità. Sigfrido Ranucci, oggi rappresenta in Italia, probabilmente l’ultima voce libera che ha trasformato la fortunata trasmissione RAI “Reporter” in una grande macchina di giornalismo d’inchiesta, dove ogni settimana si scatenano putiferi fra la gestione della cosa pubblica, appalti, intrecci tra politica e malaffare. Nella serata di Acciaroli, Ranucci con spirito di dettaglio racconta con precisi particolari le grandi inchieste italiane e come dalle sue denunce sono partite inchieste, che hanno bloccato tanti raggiri e male affari nel nostro Paese. Ma sottolinea anche che l’Italia è l’unico Paese, dove per fermare i giornalisti come Ranucci, i politici fanno aprire innumerevoli inchieste su di essi. E come egli stesso racconta nel corso della serata, per aprire inchieste sul sindaco di Padova e tutti i legami sul territorio tra politica i malaffare furono aperti diciotto fascicoli su di lui, successivamente chiusi tutti per mancanza di indizi. E quando in giovane Russo gli chiede il perché della ricerca sempre della verità, Ranucci ricorda la figura del padre, noto atleta della Guardia di Finanza, che aveva passato una vita a combattere contro l’ingiustizia e l’affermazione della verità. La serata al chiaro di luna, fra i riflessi notturni delle acque del porto di Acciaroli, si chiude fra gli applausi e la lunga coda di quanti si sono voluti complimentare con il coraggio di Ranucci, e chiedere di farsi autografare il libro. Giuseppe Ianni
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